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Chitarra |
Da bambini, io, mio fratello e mio cugino eravamo soliti giocare al complesso musicale. Quattro secchi, una pentola, un coperchio ed ecco creata una specie di batteria e poi tutti gli altri strumenti realizzati con il legno e la masonite.
Suonavamo in playback naturalmente e, per non farci vedere, facevamo le prove in solaio, imitando i gruppi di rock progressivo che andavano allora: dai Genesis alla PFM (ma pure con qualche divagazione verso i Black Sabbath e i Deep Purple).
Anche con i giocattoli facevamo le band, con i mattoncini lego che facevano le tastiere, e naturalmente lo stesso repertorio musicale in sottofondo. Poi sono arrivati gli strumenti veri anche per noi bambini (mio papà ha sempre suonato la fisarmonica e il clarinetto).
Io sono finito a suonare il sax soprano (ne ho parlato in un racconto artistico e anche in Di nuovo il piffero magico), qualcun altro invece si è trovato tre le mani la chitarra.
La prima chitarra in casa e arrivata da parte di uno zio paterno. A mio fratello fu impedito di suonare in banda e dirottò la sua passione musicale e artistica sullo strumento a corde.
Certo nessuno pensava di trovarlo un giorno di molte anni dopo con una biografia sulle pagine di wikipedia e sulla locandina di un suo concerto in una piazza di una capitale europea o di una città di villeggiatura. Ma così vanno le cose.
Quella chitarra esiste ancora ed è una di quelle ritratte in questi lavori di Nino di Mei. È confinata nella camera da letto su alla baita dove ogni tanto andiamo ancora a trascorrere giornate in santa pace.
Una chitarra che si scorda facilmente e che non permette neppure di fare un accordo e qualche arpeggio.
Per me sono tutti pezzi da museo con un valore inestimabile: sia le pittore a olio sia gli acquerelli e sia la chitarra vera e propria.
"Grazie a tutti per la lettura"
che belle queste chitarre
RispondiEliminaAlessia
Grazie Alessia
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