La maggior parte dei soggetti usati da mio padre per i suoi lavori erano paesaggi e scorci rurali del territorio in cui ha vissuto. Quando gli era possibile (la domenica quindi) se ne andava in giro per gli alpeggi, per i boschi e per le montagne della zona attorno a Premana con la sua attrezzatura a cercare "modelli".
Di solito sopra un notes faceva uno schizzo di ciò che voleva realizzare e poi in seguito, una volta casa, alla sera e nei momenti liberi, prendeva tele e pennelli e colori a olio e realizzava ciò che aveva visto e che aveva impresso nella sua mente.
Opere che oggi vi voglio mostrare con tre tele di Nino di Mei.
La prima tela, quella che ho usato in testa a questo articolo, ritrae il maggengo di Faedo. Un luogo situato a un centinaio di metri da un altro maggengo dove ero solito andare da bambino a trascorrere l'estate.
Il lavoro sembra recente e forse è anche una delle ultime tele realizzate da mio padre, almeno così mi pare di capire osservando i tetti in lamiera delle baite.
La seconda tela, ritrae sempre un luogo non molto distante dal maggengo citato in precedenza. Inutile però dirvi il nome.
Per me risulta essere uno dei luoghi più caldi, per il tipo di vegetazione, e aridi dei territori intorno a Premana.
Da piccolino avevo paura a passare sul sentiero che si vede ritratto. C'era sempre il fieno molto alto ed era difficile scorgere la traccia della pista tra le felci e l'erba riarsa dal sole.
Non sono invece riuscito a decifrare il luogo ritratto nella terza tela.
Ho pensato e pensato e ne ho in mente diversi, ma probabilmente nessuno di questi che girano nella mia testa è giusto.
Poi magari mi capita di passarci a piedi in uno dei prossimi giorni. In ogni caso non tornerò indietro ad aggiornare il post.
"Ringrazio tutti per la lettura"
N.B. - Credo che mio padre sia "ritratto" invece nel racconto La finestra del pittore.
Se dovessi trovare questo luogo, non tornare indietro ad aggiornare il post, ma, ti prego, fanne uno nuovo.
RispondiEliminaNon privarci di questa meravigliosa opportunità di ripercorrere gli antichi tracciati attraverso gli occhi del tuo papà.
C'è un'enorme bisogno di trasmettere alle prossime generazioni la descrizione dei luoghi in cui vivevano "gli antichi", conservarne la lingua, la cultura e lo stile di vita.
È motivo di orgoglio per noi conoscere questo nostro mondo attraverso colori di un artista che lo ha vissuto prima di noi.
Grazie Vincenzo, i tuoi commenti sono sempre un'emozione
EliminaLa natura e i paesaggi rurali si prestano a pittura e fotografia.. e poterli scorgere di nuovo , nel tempo, rasserena.
RispondiEliminaanche tu non scherzi con i commenti che lusingano.
EliminaGrazie Franco
Wao, spero tu riesca a ritrovare il posto del quarto lavoro, ma potrebbe anche essere che le casupole non ci siano più.
RispondiEliminaBello il ricordo del sentiero col fieno alto!^^
Moz-
Grazie Moz!
EliminaVeramente belli i quadri!
RispondiEliminaSai di cosa parlano? Di amore per quei luoghi, un amore profondo con radici che non saranno mai estirpate.
Concordo con Vincenzo. Non aggiornare questo post, srivine uno nuovo
Buon weekend
Buon weekend a te Patricia, grazie
EliminaLa pennellata morbida del primo e terzo dipinto mi lascia incantata.I paesaggi, cosi' lievi, "parlano" dell'amore struggente che legava l'autore a loro. Cosi', almeno, li interpreto io.
RispondiEliminaGrazie rosarita
EliminaQuesti ricordi sono tesori da non perdere mai. I paesaggi rurali sono molto belli e te lo dico da amante della fotografia, io che ho scelto la fotografia perché non so disegnare.
RispondiEliminaAnche io spero che tu riesca a trovare il posto del quarto lavoro, se ci riesci dovresti fare una foto (o un disegno) per vedere come è cambiato nel tempo.
Mi toccherà fare una foto... continua a sfuggirmi questo luogo
EliminaGrazie Mr Tozzo
Bellissimi
RispondiEliminaAlessia
Grazie Alessia
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