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Nino di Mei |
Ricordo di aver passato ben poche notti insonni e la maggior parte di queste perse nei meandri della giovinezza. Sarà successo a tanti ragazzi. Però ogni tanto mi capita, raramente, di svegliarmi e di rimanere sveglio più del solito.
In questo casi ho i miei metodi per non innervosirmi, penso ai nomi scientifici dei serpenti, oppure passo in rassegna il nome originale che identifica le tribù indiane.
Metodi che hanno sempre funzionato, ma sono capace di inventare sempre qualcosa. Una delle ultime volte in cui è accaduto di svegliarmi in piena notte, mi sono alzato e mi sono messo a scrivere un post.
Questo post in blu:
Scrivere di notte non è come scrivere di giorno. Ve lo garantisco. Le sensazioni sono diverse. Se non si è svegli e insonni per qualche grave problema è un po' come vivere in un'altra realtà. I rumori e le impressioni sono percepiti in modo diverso, non offuscati dalla realtà soggettiva e umorale del giorno. Tutto è ovattato e confinato in quell'ostante. Non c'è passato e non c'è futuro a scrivere di notte, se capite quello che intendo dire.
Scrivere di notte è un po' come essere dei pittori impressionisti: invece che su una tela tra i colori a olio, le impressioni finiscono su carta. Scrivere di notte permette di staccarsi completamente, seppur sembra paradossale, dalle miserie del mondo.
Scrivere di notte amplifica le intuizioni e non si ha bisogno di ispirazioni. Se certe cose di notte a prima vista possono apparire drammatiche, scrivendole perdono tutto il loro peso e il loro impatto. Di notte si sente il proprio respiro e il proprio battito cardiaco. Si scrive e si respira a ritmo. Di notte gli odori sono diversi e i sogni sono molto più vicini alla realtà.
Di notte basta la luce riflessa del monitor per vedere i tasti e per non perdere la concentrazione. Di notte le ombre sono diverse e rimangono sempre uguali. Di notte i colori sono diversi e non cambiano. Di notte i fantasmi non fanno paura e i demoni non esistono.
"Ringrazio tutti per la lettura"
Un'esperienza che credo mi sarà sempre negata. Di notte riesco a occuparmi solo di cose di letto.
RispondiEliminaCapitata per caso!
EliminaIo scrivo da tempo di notte anche se non a ore tarde come è capitato a te. Scrivo prima di andare a letto, attorno alla mezzanotte, buttando giù bozze di blog. È certamente più facile concentrarsi che durante altre ore concitate dove può suonare il telefono, dove controllare ogni tanto le e-mail mi è necessario per lavoro ecc.
RispondiEliminasì, capisco benissimo, grazie Massimo
EliminaVerissimo, non stento a crederlo: la notte è magica, è creativa, perché il cervello è comunque nel mondo onirico :D
RispondiEliminaMoz-
Sì, è quello che ne ho tratto anch'io!
EliminaBel post!
RispondiEliminaCapita perchè forse di notte c'è un silenzio quasi irreale che ci avvolge. Solo rumori della natura per me che abito in campagna. Una civetta ad esempio o un cane lontano.
Questo credo ci avvicini al nostro io più profondo più che la luce del giorno in cui la vita scorre frenetica e sempre disturbata da stimoli esterni.
Ciao!
Mi sa che hai ragione!
EliminaMolto suggestivo il post che avevi scritto. Sono un essere diurno, con una velocità ad addormentarmi di secondi, perciò è un'esperienza che conosco a malapena, ma l'hai resa così bene che mi è sembrato di essere lì.
RispondiEliminaMi lusinghi Grazia
EliminaGrazie davvero!
Mi lusinghi Grazia
EliminaGrazie davvero!