Ricordo che una volta il giorno di Natale o forse il giorno di Santo Stefano (la data è la sola cosa che fa difetto) vidi in tv un cartone animato che parlava di una fattoria dove gli animali, esasperati dai soprusi del loro padrone, si ribellarono. Cacciarono il padrone e instaurarono un loro personale metodo per mandare avanti la fattoria. Purtroppo il metodo fallì quando i maiali, poco alla volta, si dimostrarono peggio del padrone precedente.
Credo abbiate capito che sto parlando de' La fattoria degli animali di George Orwell. Un breve romanzo satirico quasi leggendario per chi non lo conoscesse. Che merita una lettura.
Oggi ne parlo perché mi sono ricordato che sono stati i cartoni animati a mettermelo davanti agli occhi la prima volta.
Anche allora ero molto piccolino.
Si era durante le feste di Natale.
Tanto tempo fa dunque, ma vi posso giurare e garantire che ho ancora davanti agli occhi la scena di quei giorni: la neve fuori, la televisione in bianco e nero con le manopole, l'odore di panettone, il bicchiere di sidro per farci sentire un po' uomini, la frutta secca, gli abiti della festa.
Noi bambini tutti in fila sul divano.
Ero in casa di mio zio, quindi due piani sopra l'appartamento di mio padre.
Fu così che appresi la storia dei maiali che comandano.
Sì, un titolo che fa ridere quello del mio post, ma satirico al punto giusto, quasi come il racconto di Orwell che naturalmente è un pochino diverso dal cartone animato.
Un cartone animato che comunque mi colpì molto e che mi piacque.
Così quando lessi il libro mi sentii molto più colto di quello che fossi in realtà.
Un libro che resta comunque sempre di un'attualità sconcertate, ma questa è anche la magia di Orwell che si rileva anche in altre sue opere.
La storia dei maiali che comandano, nel mio caso, ha comunque lasciato il segno.
Perché ve ne parlo? Penso che il titolo del post dica tutto!
Il signor Jones, della Fattoria Padronale, serrò a chiave il pollaio per la notte, ma, ubriaco com'era, scordò di chiudere le finestrelle. Nel cerchio di luce della sua lanterna che danzava da una parte all'altra attraversò barcollando il cortile, diede un calcio alla porta retrostante la casa, da un bariletto nel retrocucina spillò un ultimo bicchiere di birra, poi si avviò su, verso il letto, dove la signora Jones già stava russando...
George Orwell - La fattoria degli animali
Vi voglio bene.
Grazie.
Molto simile al messaggio inviato molti anni prima da Esopo attraverso la sua favola "Le rane chiesero a Giove un re". È la storia si ripete, purtroppo. È il rovescio della medaglia del comunismo il quale, dopo che si è instaurato, corrompe e degenera il suo stesso sogno di giustizia sociale. Preferisco distaccarmi dalla politica. Opto per "I tre porcellini" dei fratelli Grimm, che sono assai più formativi, pedagogicamente parlando. :-)
RispondiEliminaAnch'io sono distaccato dalla politica, è un post nato inconsciamente, devo capire il perché
EliminaA proposito, complimenti per la foto, ma dimmi, chi è che ha preso il comando tra voi due? ^_^
EliminaLa posa dice tutto! Ognuno ha il suo mondo
EliminaL'avevo proposto come lettura un anno quando insegnavo nelle scuole secondarie di primo grado.
EliminaSì, credo sia adatto!
EliminaBella la prospettiva in cui lo hai appreso per la prima volta!!! Un libro che ho sempre conservato tra i miei preferiti. Ciao carissimo, buona settimana!
RispondiEliminaLo ricordo bene
EliminaChe dirti, Ferruccio?
RispondiEliminaLe cose si ripetono ciclicamente... ops! taccio!
Buona Pasqua a te famiglia e lettori
altrettanto
EliminaConservo tra i miei VHS quello del cartone animato
RispondiEliminaErano gli anni 70 e qualcuno, influenzato dal maotzetungpensiero, pensò di modificare il finale: gli animali si ribellano ai loro nuovi padroni (maiali) e rovesciano tutto in onore della mitologica "Rivoluzione Permanente"; se l'avesse visto G. Orwell avrebbe fatto una delle sue risatine sardoniche.
Forse allora non lo avevo visto in chiave politica
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