venerdì 23 marzo 2018

Il desiderio di sparire nel nulla

Il sogno inconscio di quasi tutte le persone è svegliarsi una mattina e non essere più trovata da nessuno. Via da tutto e da tutti. Via dagli amori infelici o da un'amante tradita. Via  dai problemi economici. Via da una moglie insopportabile. Via dallo stato esoso e da un lavoro anonimo e snervante. Molti non lo sanno ma lo vorrebbero fare. Il desiderio di sparire nel nulla, di non essere più riconosciuti e di ricominciare da qualche parte per qualche istante ce l'abbiamo tutti. Insomma non proprio tutti, ma quasi... 

Il primo è stato Ulisse. Addirittura Omero, in un certo momento della sua epica storia, scelse di affibbiarli il nome di Nessuno pur di farlo passare inosservato e solo un cane riuscì a riconoscerlo quando, dopo il suo peregrinare, ritornò a casa, a Itaca

Omero lo rimandò a casa giusto in tempo per fare una strage di tutti i pretendenti di sua moglie, della sua regina. 

Una storia che conosciamo tutti. E un personaggio che tra l'altro, almeno io, ho un po' invidiato. 

Poi c'è stato Pirandello a mettere il dito nella piaga. Diverse sue storie sono costruite sull'ambiguità di persone che non sanno più chi sono. E forse ce ne sono altri. 

Sotto certi aspetti anche il Robinson Crusoe è un personaggio che aveva il desiderio di sparire nel nulla. Ma sono convinto che potete segnalarmi anche dell'altro. 

Poi arriviamo al giorno d'oggi e scopriamo che tutto ciò non è più possibile. No, non  è mica semplice scomparire, dalla sera alla mattina, al giorno d'oggi e non me la devo prendere con i sogni e con i risvegli che mi sbattono in faccia la realtà. 

Forse non me la devo prendere neppure facebook che spiffera tutto in giro. Facebook, a tutti gli effetti, è solo la punta dell'iceberg. Perché c'è chi ne sa molto di più. Ormai siamo diventati dei bit. Siamo all'interno del gigantesco circuito digitale, ci piaccia o meno, un po' come nel film Matrix

Ci siamo tutti. Ci siamo con il nome. Ci siamo con il cognome. Ci siamo con i documenti. Ci siamo con la Carta d'identità. Ci siamo con i conti bancari. ci siamo con i bonifici dello stipendio. Ci siamo con le visite specialistiche. 

Ci siamo con il bollo dell'auto. Ci siamo perché abbiamo le bollette da pagare. Ci siamo perché ci troviamo nel data base di Pinco e Pallino. E poi ci siamo perché c'è questo e quello e quell'altro ancora...

Ci siamo perché c'è privacy e privacy

Vi voglio bene. 

Grazie.

15 commenti:

  1. Beh, puoi sempre sparire, trasformandoti nel personaggio di uno dei tuoi racconti. Il guaio è che poi busserà alla tua porta il postino con le bollette della luce, acqua e gas, oppure le restanti sei cifre del "Pin" dell'Agenzia delle Entrate, a cui ti sei iscritto per compilare il tuo 730 online, che ti riportano alla realtà.

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  2. Quello di sparire è un privilegio per pochi... per gli eremiti e, forse, per qualche vincitore a una lotteria milionaria.

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  3. Oddio... ahaha, io sogno di essere famoso XD
    Però poi sicuramente sognerei di non essere scocciato, ma di certo non di sparire per sempre XD

    Moz-

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    1. è l'apoteosi dell'essere famoso, sparire

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    2. ...Miki ma tu sei già famoso!!!...

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    3. Ma insomma, sì, dico a tutti e tre, Miki, Ferruccio e Franco, ci diamo tanto da fare per diventare una celebrità, e poi, quando ci riusciamo, scompariamo per non essere scocciati? Secondo me, qui ci vuole lo psicologo. :-)

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  4. Io credo che esiste molta letteratura e cinema che ha spaziato l'argomento... non è poi difficile sparire, tagliare i ponti.
    Cell muovo e documenti falsi innanzitutto. Ed eccoci pronti per una nuova identità. L'ultimo a sbizzarrirsi sull'argomento, John Grisham con "La grande truffa"

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  5. Il desiderio vien più nella vita adulta o da vecchi, i giovani vogliono l'esatto opposto: la massima esposizione possibile

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  6. Il suo blog sta diventando come le ciliegie ,un post tira l'altro!

    Ci siamo anche se non vogliamo esserci e scomparire nel nulla,ci siamo comunque e chi lo ha previsto ?George Orwell ,1984....Il cui capo del regime è? il Grande Fratello!

    Non è che adesso stiamo umanizzando troppo la tecnologia?:-)




    L.

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