venerdì 23 febbraio 2018

La fine della genialità

Al giorno d'oggi bisogna essere bravi ma possibilmente non troppo bravi. La bravura deve essere capita e possibilmente usata e finalizzate verso qualche cosa di pratico e dal riscontro immediato. Non c'è tempo per fare delle valutazioni di livello e in prospettiva. Se la bravura è troppa, se va oltre, se è incompresa, crea imbarazzi e dà addito a situazioni ambigue e controproducenti. Questa è l'epoca che vede la fine della genialità

Ogni giorno mi capita di avere a che fare, di incontrare, di leggere gesta e fatti di persone geniali per lo più sconosciute. Persone di qualità eccelsa che spesso non sono valutate per quello che sono realmente. 

Anzi, il più delle volte sono addirittura considerate disadattate per il loro genio. Gente di cui si parla in quel momento per dovere e per firma, ma che poi si cerca di fare sparire come se la loro esistenza fosse un vergogna. 

Questo mi porta a pensare come sia obbligatorio oggi essere assolutamente nella norma. di come sia necessario non strafare, ma seguire la mandria. Come occorra limitarsi ai limiti (perdonatemi il gioco di parole) senza cercare di andare oltre. Mi porta pensare come sia più produttivo essere dei pecoroni e dei buffoni integrati alla fine della fiera. 

La sensazione che il mondo si muova seguendo le direttive dei capibranco non me la toglie nessuno. Capibranco con spiccate doti nel dare valore alla propria personalità, spesso esaltata da mandrie di "erbivori" senza spina dorsale che per una brucata d'erba sono disposti a tutto. 

Ma che in termini di effettiva qualità latitano. Mi sembra di notare questa dinamica un po' in tutti i contesti ed è ovvio che in rete queste dinamiche appaiano amplificate e risaltano maggiormente. 


Vedere esaltati fenomeni che non sanno scrivere è umiliante

Ma come bene sapete è tutto il mondo dell'arte a pagare questa situazione. 

Stare al proprio posto, usando al minimo le proprie qualità e mestiere, senza cercare di emergere, credo sia molto più salutare che mostrare veramente di che pasta si è fatti. 

Il rischio di finire isolati e incompresi è dietro la porta. E al giorno d'oggi, essere isolato e incompreso, è la peggiore delle vergogne. 

Bisogna attivarsi e farsi vedere dai capibranco, naturale, ma bisogna tenere presente che non ci si può allontanare dal proprio pascolo. Il rischio di essere sbranati è molto alto. 

Insomma al giorno d'oggi bisogna essere bravi ma possibilmente non troppo bravi, almeno finché si è in vita. 

Vi voglio bene. 

Grazie.

10 commenti:

  1. Non me ne volere, ma voglio citare una frase del tuo autore preferito: "Siamo tutti apprendisti in un mestiere in cui nessuno diventa mai un maestro".

    Ora, se Papa si considerava uno scrittore di "medio livello", allora noi cosa dovremmo dire?

    Questo ci fa capire che è possibile anche arrivare a scrivere in modo impeccabile, ma non è detto che ciò possa piacere.

    Un saluto!!

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    1. Non te ne voglio assolutamente, anche perché il post non è riferito a me, ma a certe dinamiche che non capisco!

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  2. In un certo senso, è quello che Alain Deneault scrive a proposito della "mediocrazia": la sua tesi è proprio che il nostro sistema socio-economico preferisca esecutori capaci ma poco creativi, lasciando invece da parte le personalità più geniali, troppo poco "addomesticabili".

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  3. Il discorso è estremamente interessante, caro Ferr.
    Io penso una cosa: l'eccesso fa sempre male. Non è una colpa eccedere nel genio, sia chiaro, parlo di comportamenti.
    Se sei un genio, non sta scritto da nessuna parte che non devi essere normale, socialmente. Questo eviterà di farti escludere, eviterà incomprensioni e tutti vivranno meglio... e anzi, tu potrai non sprecare il tuo talento ma immetterlo, poco a poco, in situazioni normali :)

    Moz-

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    1. Molto interessante davvero Miki, ma non intendo l'eccesso o l'eccentricità di personalità anche se può essere visto in questo modo. Parlo proprio di cose geniali che non riescono a passare e che forse passerebbero se fossero presentate in maniera stravagante.

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  4. In un certo senso anche a me questo post ha riecheggiato in parte Mediocrazia di Deneault, laddove, però, per mediocrazia intende anche gente con dottorati. Lo dico perché spesso vedo associato il tutto alla mediocrità. Deneault non intende con il libro sottolineare che il potere è in mano ai mediocri, intende dire che è in mano a persone che avrebbero potuto essere anche geniali, ma hanno scelto di essere esecutori d'alto lignaggio

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    1. Bo' spero di chiarirmi le idee su quello che volevo dire grazie ai vostri contributi

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  5. Facendo una mia semplice riflessione ,prendendo spunto da queste sue parole,ne viene fuori che....

    "Ogni giorno mi capita di avere a che fare ,di leggere gesta e fatti di persone geniali
    per lo più sconosciute.Persone di qualità eccelsa che spesso non sono valutate per quello che sono realmente".

    Quindi ,non è la genialità che finisce
    ma forse si è ridotta o modificata la capacità di valutare o rivalutare la genialità...

    Io in questo post ho percepito di ridar vita alla genialità...più che adattarsi a un adattamento forzato!

    Un abbraccio

    L.

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