Rimango sempre balestrato quando vengo a conoscenza degli incassi di certi autori. Cifre da stelle del calcio. Questo mi lascia sempre una piccola briciola di speranza per quello che mi riguarda.
Insomma forse quando si pensa che non si avrà mai la possibilità di arricchirsi con la pubblicazione dei propri libri si sceglie sempre di vedere il lato peggiore della faccenda.
E se non fosse così?
"Quello che riesce a una persona può riuscire a tutti."
Ora perdonatemi se ho preso spunto da John Green per inoltrami in un argomento così terra a terra, visto che parliamo di pecunia e perdonami anche se ho messo in vista una frase che sembra più una provocazione che il frutto di un ragionamento vero e proprio.
In effetti è davvero una provocazione.
Non è mica semplice essere dei bestselleristi come l'autore preso in considerazione. Non è mica alla portata di tutti la scalata delle classifiche.
Ma non avendo mai avuto tra le mani una sua opera chiedo a voi lumi. Se vi è capitato di leggere un suo lavoro, non abbiate timore a lasciare un segno del vostro parere, in merito alla sua scrittura, al suo stile e alla sue tematiche: è davvero così bravo?
Se lo desiderate potete anche esprimervi in merito al bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno legato al denaro e al successo. Dopotutto il titolo del post la dice lunga.
Nel tardo inverno dei miei sedici anni mia madre ha deciso che ero depressa, presumibilmente perché non uscivo molto di casa, passavo un sacco di tempo a letto, rileggevo infinite volte lo stesso libro, mangiavo molto poco e dedicavo molto del mio tempo libero a pensare alla morte.
Tra gli opuscoli che parlano di tumori o nei siti dedicati, tra gli effetti collaterali del cancro c'è sempre la depressione. In realtà la depressione non è un effetto collaterale del cancro. La depressione è un effetto collaterale del morire.
John Green - Colpa delle stelle
Vi voglio bene.
Grazie.
No, non ho mai letto nulla di John Green, però, in merito alla risposta che chiedi, (sempre) secondo me, lui dev'essere uno di quelli che ne è uscito 'vincitore'.
RispondiEliminaMi sa di sì!
EliminaGreen non mi piace, ha uno stile che non scorre e i suoi libri sfruttano tutto "l'onda del dolore" ovvero dipingono giovani malati, depressi, condannati socialmente per fare colpo su lettori affamati di sfiga.
RispondiEliminaDetto questo, Green ha anche avuto gli agganci giusti (se capisci cosa intendo).
Vincitore con spintarella.
Un abbraccio.
Eh, qualche dubbio sulla seconda parte (vedi spinta) l'avevo!
EliminaMai letto ma dopo il commento di Francesca temo che non lo leggerò mai :)
RispondiEliminaMantenersi coi libri o meglio, far soldi a palat coi libri...
mah! Follett, Hemingway, Rowlings nomi così... tanti altri credo siano il classico fuoco di paglia. Una fiammata, e poi fumo (senza arrosto, ops, volevo dire soldi ulteriori)
Sai come "tira" il dolore come tematica?
EliminaImpressionante
Certo! gli altri però, non me. Ho voglia...necessità direi e sarebbe più giusto, di qualcosa che mi distragga o faccia sorridere
EliminaGiusto! :-D
EliminaNon ho mai letto nulla di suo, ma onestamente non credo possa durare a lungo. Mi sembra uno di quegli scrittori che, letti uno letti tutti. Ciò vale un po' per tutti, parlo io che ho letto migliaia di pagine di Cussler, ma leggere sempre dolore non fa per me.
RispondiEliminaDi contro abbiamo avuto dei casi italiani che sono esplosi sull'onda della provocazione e son rimasti al primo libro. Alla lunga bisogna avere qualcosa da dire, o dirlo in maniera divina e non il caso degli autori anglosassoni che sembrano passare tutti dallo stesso editor.
Tesi originale!
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