Se per caso un giorno dovessi aprire una trattoria o un ristorante, per il menù, prenderei spunto dai miei duecento post dedicati alla cucina letteraria che ho pubblicato in questi anni. Certe cose fanno ridere e sono a mala pena commestibili, ma ci sono anche chicche da gran gourmet.
Sfogliate la pagina statica Cucina letteraria per farvi un'idea!
Mi sono accorto che i post, pubblicati sul mio blog, etichettati con Cucina, sono duecento. Duecento uno con questo.
Un numero davvero notevole e non ho intenzione di fermarmi, anche se per questa prima domenica di agosto mi ha ispirato un altro genere di riflessioni.
Difficilmente aprirò un ristorante. Non è mai stato nei miei progetti.
Benché molti scrittori siano proprietari e gestiscano locali e ristoranti, penso sia un qualcosa non nelle mie corde. Ma se dovessi farlo state certi che gli darei un bel nome pomposo e letterario e non avrò dubbi nella scelta del menù da proporre.
Mi basta attingere dai miei post della cucina domenicale per accontentare i palati più esigenti.
Mi rendo conto delle presenza di piatti dozzinali nei miei articoli.
Alcuni sono ridicoli.
Ma allo stesso tempo la presenza di prelibatezze e pietanze create da grandi scrittori o presenti in determinati romanzi che ho citato fanno leccare i baffi ai buongustai più sopraffini.
Non ho dubbi che in un ipotetico ristorante potrei deliziare il piacere e la ricerca del gusto a tavola anche alle persone più esigenti.
Posso parlare di risotti. Una miriade i risotti comparsi sul mio blog, spesso associati ad autori di grande spessore culturale: Gadda, D'annunzio, Fogazzaro, Pascoli... Gianni Brera.
Ma potrei anche inventami le serate a tema.
Non so potrei creare la la serata con Addio alle armi a tavola o con Fiesta in tavola, quella con A pranzo con Il giovane Holden di Jerome David Salinger, oppure stasera Mangiamo su Le Vie dei Canti con Bruce Chatwin, ma possiamo anche andare a tavola Oltre il confine a mangiare con Cormac McCarthy.
Be' le soluzioni sono tantissime. I menù che in teoria posso mettere sul piatto sono sterminati. E da tutto questo non sono esclusi i piatti semplici, i semplici panini. E poi i dolci.
Ma per fare tutto questo bisogna avere una gran fame, sopratutto di cultura e poi trasformarla in una fame meno simbolica. Ma sono del parere che ci si potrebbe divertire moltissimo e imparare parecchie cose.
Non è così?
Vi voglio bene.
Grazie.
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