Dopo aver scritto un racconto ero sempre vuoto e triste e felice insieme, come se avessi fatto l'amore [...]. (Un buon caffè in Place St-Michel - Festa mobile, Ernest Hemingway).
Più che la frase che ho usato vorrei che prendeste in considerazione e vi soffermaste sul titolo del capitolo da cui è presa. Capitolo tratto dal libro autobiografico di Ernest Hemingway, Festa mobile (per me uno dei lavori migliori del nobel americano).
Ecco, non mi è mai capitato di scrivere in un bar o in un caffè come faceva Ernest Hemingway all'inizio della sua carriera, quando passava le mattinate e i pomeriggi nei caffè parigini a scrivere sui suoi taccuini racconti passati alla storia.
Ma non ho mai avuto tanto tempo e occasione per farlo, almeno in quei pochi momenti in cui ho vissuto in città. Dopotutto penso che non siano molti i bar o i caffè in cui si possa fare liberamente. Dalle mie parti, c'è troppa fretta tra il personale che ci lavora per apprezzare un simile personaggio.
Magari non ti dicono niente se ti prendi tre bicchieri di vino nel frattempo, ma la sensazione che sia una cosa che arreca del fastidio non me la toglie nessuno. Sarà che gli stessi bar e caffè del giorno d'oggi, in larga parte, hanno perso quell'aurea romantica che li caratterizzava all'inizio del secolo scorso, tutti presi dalla frenesia tipica corrente.
Sarà per altri motivi che non conosco, ma non confido molto nella possibilità che mi possiate trovare dentro un bar a scrivere (sempre che non sia pagato per farlo).
Tuttavia c'è ancora chi lo fa. Lo so per certo. Specialmente in alcune città dove un certo gusto culturale e romantico non è ancora scomparso. Su qualche profilo facebook e su altre piattaforme social ho avuto modo di vedere immagini con scrittori impegnati a scrivere seduti a un tavolino di un bar.
Magari con un notebook o un ipad al posto di un notes o di un taccuini, e con una semplice consumazione vicina.
E immagino che molti di voi possano dare manforte. Magari citandomi qualche vostro amico scrittore che lo fa. Magari siete voi stessi a farlo.
Dopotutto la lista di scrittori che aveva questo modus operandi, oltre a Hemingway, comprende anche altri nomi famosi. Autori come Saul Bellow, Allen Ginsberg e Jean-Paul Sartre lavoravano nei caffè.
Ma non va dimenticato neppure Giuseppe Tomasi di Lampedusa, si racconta che scrisse gran parte del suo capolavoro, Il Gattopardo, nei bar di Palermo.
Vi voglio bene.
Grazie.
Ti posso subito citare uno scrittore, oltre che un amico: Andrea G. Pinketts, che conosci anche tu, è solito passare le giornate a scrivere al primo piano del Caffè Le Trottoir, situato in uno degli ex caselli del Dazio di Porta Ticinese, a Milano. Pensa che addirittura la sala dove lo puoi sempre trovare ha preso il suo nome.
RispondiEliminaTroppo casino nei bar moderni. Troppa gente frenetica che entra, "uncaffègrazie", lo tracanna, paga ed esce. Chi si ferma lì si sente come esposto a un ciclone, e non riuscirebbe mai a raccogliere la concentrazione necessaria per scrivere un racconto. Una volta, ai tempi di Hemingway, al bar ci si andava per trovare un momento di tranquillità, per bersi un bicchiere di vino o un caffè, o qualunque altra bevanda, in pace, per socializzare con gli amici o per raccogliere i propri pensieri e magari buttarli giù su un taccuino. Tempi moderni...
RispondiEliminaGià, tempi moderni
EliminaA Firenze, fino a una decina di anni fa, c'era una libreria caffè dove si poteva passare intere giornate seduti ai tavoli a leggere, studiare e chiacchierare/rimorchiare. Era una vera istituzione prima che chiudesse a causa della crisi.
RispondiEliminaImmagino!
EliminaE' molto probabile che qualche mio post sia nato in un bar. Certo, non è la stessa cosa, ma sempre scrittura è: ci sono dei locali dove è ancora possibile :)
RispondiEliminaMoz-
ecco, questo volevo: sempre scrittura sì!
EliminaNei bar moderni non riuscirei a buttar giù neanche la lista della spesa,troppo caos,frenesia ai massimi livelli! Come dici tu nel post i bar hanno perso l'aurea romantica che li caratterizzava nel secolo scorso ...Non conosco scrittori e francamente non me li immagino a scrivere racconti seduti ad un tavolino di un moderno bar 😉
RispondiEliminaLeggendola ...lei mi offre la possibilità di riflettere, e come se lanciasse un dado ed io devo capire non il numero che esce ma la direzione verso la quale lei lo lancia.
RispondiEliminaMi piace al di là del luogo dove scrive...quello che scrive.
Saluti
L.
..si scrive un po' dappertutto anche oggi.. certo una volta i bar erano come un santuario.. ecco, io ho scritto anche in chiesa.. e questa scommetto che ti manca.. ;)
RispondiEliminaPer la maggior parte delle volte scrivo a casa, ma mi è capitato di farlo in treno, nei bar, al parco. Normalmente osservo, ma se ho scritto è perché avevo del tempo d'attesa lungo e dovevo terminare di scrivere. Di necessità...
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