mercoledì 3 maggio 2017

Leggiamo un libro ai nostri bambini

Molto interessante, come sempre. Trovo fondamentale il tuo suggerimento di leggere il libro ai nostri bimbi, perché questo è il cardine del problema: oggi pochi si prendono il tempo è il piacere di farlo, è molto più semplice parcheggiare i bambini davanti alla TV oppure dar loro in mano uno smartphone. Così non si creano nuovi lettori, e poi non ci si lamenti che i ragazzi di oggi non sanno scrivere. Grazie come sempre, Ferruccio. 

Come al solito sono i commenti dei miei amici che mi spingono ad approfondire certe tematiche e magari a redigere articoli specifici in seguito. La prova è il post di oggi. 

Tutto è nato grazie a Stefano Gerosa e al commento (quello che avete appena letto) che ha lasciato nell'articolo Il romanzo in tedesco più venduto al mondo, pubblicato, nella rubrica dei Record Culturali, lunedì. 

Vi confesso che è stata una boutade la frase che ho usato per introdurre l'incipit di Heidi


"Questo che segue è l'incipit, magari si potrebbe regalare ai nostri bimbi. Leggere non fa mai male." 

Forse però il caro Stefano ha una visione più ampia del sottoscritto e ha messo - come si suol dire - il dito nella piaga ispirandomi il lavoro odierno. 

Forse se ci mettiamo lì e leggiamo davvero un libro ai nostri bambini, male non faremo. Ce ne sono un'esagerazione anche per loro. 

Tanto per cominciare c'è la possibilità di far conoscere degli aspetti culturali che oggi, purtroppo, passano in secondo piano con tutto quello che la televisione e internet gli sbatte davanti. 

Ma leggendo dei libri ai nostri bambini, faremmo molto di più che una semplice e mera lettura riempitiva. Sul piano umano e psicologico si crea e si offre un qualcosa che non esiste più. Leggendo un libro ai nostri bambini saremmo con loro. 

Faremmo lo stesso viaggio. Li faremmo sentire importanti e ci vedrebbero sempre lì. Non sarebbero delegati a fare dell'altro, a perdersi in tante altre, spesso nefandezze, cose idioti. Sarebbe anche un modo per dialogare, un dialogo che oramai è scomparso quasi nella sua totalità. 

Saremmo un modo per stimolare la loro creatività e la loro fantasia. E non solo perché molti di questi bambini  non hanno mai visto una capretta se non in televisione. Ma sarebbe anche un modo per abituarsi al tono e alla voce dei grandi. Forse sarebbe un modo per mettergli davanti agli occhi altri orizzonti e altre forme culturali. 

Forme culturali che non sono più considerate oggi come oggi. 

Vi voglio bene. Grazie.

12 commenti:

  1. Grazie a te, ferruccio. Hai colto come sempre in pieno il senso del mio intervento.

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  2. L'ho fatto, così come i miei zii lo facevano con me quando ero piccolo. In effetti è un bel gesto leggere libri ai propri bambini :-)

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  3. Sarebbe forse come sentire la radio (uno sceneggiato, ovviamente) ma meno impersonale.
    Un tempo si leggeva di più agli altri, in modo diretto.
    Vero, si dovrebbe tornare a farlo.

    Moz-

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  4. Per fortuna non ho figli, altrimenti mi toccherebbe perfino leggere... :P

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  5. Concordo in pieno!!!!!
    L'ho sempre fatto con la figlia quando era piccola saltando da libri attuali ai classici all'immancabile Rodari di cui ancora ricordiamo entrambe a memoria le filastrocche.
    E' un momento di vera amicizia e comunione. Un momento di confronto. Di insegnamento per loro e per noi.
    Chiedono una cosa perchè non la capiscono al volo? Si può spiegare o fare in modo che ci arrivino da soli e così anche noi grandi impariamo qualcosa.

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  6. Ciao Ferruccio, io l'ho fatto con i miei nipoti e ora, che sono quasi adolescenti, abbiamo un bellissimo rapporto 😊
    È un momento unico e un dono reciproco.
    Marina

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