Essendo agnostico devo dire che ci sono dei pensieri, desideri, schemi o connessioni in dati casuali , diciamo così, che sono desiderabili e dopo poco oppure tanto tempo davvero si avverano. La Scienza parla di "apofenia". Il termine è stato coniato nel 1958 da Klaus Conrad,che la definì come un'"immotivata visione di connessioni" accompagnata da una "anormale significatività". Ma... ho notato una cosa, le cose (che noi vediamo creando connessioni inesistenti) spesso si avverano, pero' non sempre come desideravamo. Per non fare una asserzione gratuita, vi parlo di cose che mi sono accadute realmente. Tanti anni fa, quando ero bambino volevo trasferirmi in altra città ma non sapevo come fare. Passati tanti anni davvero mi sono trasferito, però non come volevo (in quel momento già non volevo stare nella nuova città, ma ero costretto a farlo). Era scoppiata la guerra nella mia regione e così " si era realizzato" il mio desiderio (di trasferirmi), ma in forma diversa dall'originale visto che già non desideravo più stare lì. Vorrei dire che dobbiamo stare attenti al modo di elaborare i nostri pensieri. Se "si è innescato il trigger, ossia se si è "acceso" un determinato pensiero, esso si avvererà. Le cose succedono, ma non sempre come vorremmo, succede quel che succede, non quello che abbiamo pensato succedesse. Il fatto si realizzerà, ma in un altra forma.
Questo testo è di un caro amico georgiano che vive a Mosca, Ghia Gvinjilia. Si tratta di una riflessione che anche il sottoscritto condivide in larga parte. Dopotutto questo post è nato proprio dalla condivisione e dalla lettura su un social network di questo status.
Anche io, come Ghia, sono dell'opinione che ciò che si pensa, in un modo o nell'altro, si realizza. Anch'io, come lui, potrei elencare una serie di cose che mi sono accadute frutto dei miei pensieri. E anche io sono dell'opinione che spesso la realizzazione di ciò che si è pensato, a volte, possa essere un pochino diversa da ciò che si è pensato in partenza.
Diventa fondamentale, come dice lo stesso Ghia, quindi, stare attenti al modo di elaborare i nostri pensieri...
Così senza approfondire ed entrare nel merito del termine "apofebia" mi permetto di tirare una conclusione proprio sull'importanza di usare al meglio i nostri pensieri.
Ora, io ritengo che il giusto atteggiamento mentale ci permetta di indirizzare in maniera ottimale la nostra vita affinché i nostri stessi desideri siano il più possibile vicino alla realtà che ci siamo prefissati.
Non è semplice ma è senza ombra di dubbio un modo per uscire da un circolo di vittimismo, frutto di credenze e abitudini inconsce, a cui spesso siamo assoggettati senza volerlo e spesso senza saperlo.
Un circolo che guasta i nostri desideri con regole e meccanismi che dobbiamo essere in grado di valutare e di rimuovere se non corrispondono alle nostre aspettative.
Occorre molta volontà e molta consapevolezza per poter guidare questi pensieri in maniera creativa e proficua, dobbiamo osservare tutto ciò che ci succede attorno e controllare che le varie situazioni non inficino i nostri desideri. ma dobbiamo sforzarci di arrivarci se non vogliamo essere trascinati in un baratro.
Vi voglio bene.
Grazie.
Io credo che esista una via di mezzo. Quello che desideriamo seppur fortemente difficilmente si realizza, a meno che non siamo persone consapevoli delle nostre potenzialità ed in grado di discernere le potenzialità dal sogno puro. Insomma, l'atteggiamento mentale vale fino ad un certo punto, deve essere condiviso col buon senso.
RispondiEliminaIo vorrei - ad esempio - da sempre cambiare residenza e fare l'albergatore alle Maldive. E per questo gioco regolarmente al Superenalotto. Ma sono anche consapevole che in barba alla legge dei Grandi Numeri, potrei dover attendere un tempo considerevolmente lungo. Insomma, cerco di non trasformare l'apofenia in psicosi. ;)
Hai ragione, ma nel tuo caso è l'superenalotto che ti frega! :-D
EliminaSi.. e mi frega proprio... devo provare a mettere su un Partito.. che dici? Coi rimborsi elettorali ce la compriamo proprio un'isoletta alle Maldive... ahahah
Eliminaesatto
EliminaDiciamo che possiam influire sul nostro destino ma sinceramente credo sia già stato scritto quasi totalmente..
RispondiEliminaSoprattutto ritengo che sarebbe meglio non pensare alle disgrazie perchè è inutile chiamarle. Quelle arrivano da sole. Perchè farle correre se vanno a passeggio????
Io invece penso che il destino dipenda noi
EliminaSono d'accordissimo.
RispondiEliminaLa mente fa tutto.
Certo, a volte non come lo abbiamo pensato.
Verrebbe da dire, in questo caso: il cervello del moscovita ha scatenato la guerra? Certo che no.
E allora sembra come se ciò che fortemente desideriamo diventi poi destino.
Moz-
Senza dubbio Moz-
EliminaSenza dubbio Moz-
EliminaIl cervello non distingue la realtà da quello vividamente immaginato! E già questo basterebbe a giustificare un corso anche di parole. Noi siamo le parole che pronunciamo: se sono negative siamo negativi e attiriamo negatività; se son positive tutta la nostra fisiologia cambia, a partire dalla respirazione e dalla postura e allora può succedere di tutto, anche, per dirla alla Coelho, di scoprire e percorrere la nostra "leggenda personale"
RispondiEliminaCiao ciao
Anche con te sono d'accordo!
EliminaMolto interessante questo post.... a me si sono avverati spesso dei pensieri negativi. Questo magari vuol dire che più che pensieri elaborati di proposito erano preoccupazioni nelle quali già intravedevo la conclusione.
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