Ogni uomo prende i limiti del proprio campo visivo per i limiti del mondo!
Oggi la citazione che mi aiuta a redigere il post è frutto del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer, l'autore de Il mondo come volontà e rappresentazione: una delle opere più rappresentative della filosofia moderna.
In realtà la frase mi è davanti agli occhi ben prima della lettura dell'opera di Schopenhauer, visto che è da quando uso il mio comprendonio che abitualmente ci si scontra con le persone proprio su questo punto.
Credo sia così per tutte le nostre convinzioni, convinzioni che ci portano ad analizzare le esperienze che viviamo in base ai nostri obiettivi.
Suppongo che questo sia il metro di giudizio comune e converrete con me che diventa essenziale trattare le persone con cui interagiamo consapevoli di questo fatto.
Appare evidente che vedere il mondo con i limiti degli occhi delle persone che avrete di fronte possa aiutare molto di più a entrare in sintonia ed empatia con la stessa.
Banale direte! E sono d’accordo.
Ma per farvi capire l’importanza di questo fatto e di come sia necessaria una visione comune in certe situazioni vi voglio raccontare un sogno fatto qualche notte fa. Sogno che oltre ad avermi ispirato questo articolo mi ha pure scombussolato e non poco:
Ricordo che nel sogno ero poco più di una ragazzino ed erano le vacanze estive e passavo i miei pomeriggi a giocare e a fare il bagno in un pozza di un torrente. Attorno c’erano un sacco di ragazzi e tutti ci divertivamo un mondo. Facevamo le gare di nuoto… Ci tuffavamo. Giocavamo a palla nella pozza. Si scherzava… si facevano tante cose.
Poi successe che andai la mare. Il mare mi aprì un altro mondo. Nuotare nel mare non era come nuotare nel torrente. I pericoli erano maggiori ma le sensazioni che provavo ad ogni bracciata non avevano nulla a che vedere con ciò che avevo sperimentato con l’acqua fredda delle pozze.
Così quando tornai a casa ne parlai con i miei amici, sperando di fare impressione.
Non ebbi i risultati sperati, purtroppo.
Poco alla volta incominciarono a vedermi come un estraneo, poco alla volta mi isolarono e capii che preferivano non vedermi sulle sponde del torrente.
Non me la presi più di tanto. Immaginai che l’estate seguente sarei tornato al mare e non ci pensai più.
Mi spiacque solo quando sentii dire da qualcuno che non ero più capace di nuotare…
Vi voglio bene.
Grazie.
Le convinzioni personali possono servire da paraocchi per taluni.
RispondiEliminaEccome
EliminaUn argomento interessante da approfondire
RispondiEliminaLo faremo!
Elimina