Io credo che un libro debba essere davvero una ferita, che debba cambiare in qualche modo la vita del lettore. Il mio intento, quando scrivo un libro, è di svegliare qualcuno, di fustigarlo. Poiché i libri che ho scritto sono nati dai miei malesseri, per non dire dalle mie sofferenze, è proprio questo che devono trasmettere in qualche maniera al lettore. No, non mi piacciono i libri che si leggono come si legge un giornale: un libro deve sconvolgere tutto, rimettere tutto in discussione.
Non ho mai letto un testo di Emil Cioran, filosofo, saggista e aforista rumeno, considerato uno tra i personaggi del mondo culturale più influenti del XX secolo. Ora devo anche confessare che sono un pochino scettico riguardo al significato delle frasi che ho usato oggi per dare la partenza a questo articolo, prese da l’Intervista di Fernando Savater del 23 ottobre 1977.
Probabilmente, visto la statura di chi lo ha scritto, sarebbe necessario scrivere un saggio per trattarlo in maniera precisa e nel modo migliore, ma il testo è talmente immediato che è potenzialmente in grado di dare lustro a una bella discussione anche semplicemente sul blog.
Così ho deciso di verificare cosa ne possono pensare i miei lettori anche per farmi qualche idea sull'autore citato.
Ritornando alle frasi iniziali, ribadisco il mio pensiero: non ho mai considerato la letteratura e i libri come una ferita, anche se ammetto che debbano cambiare la vita del lettore (su questo ultimo punto non ho dubbi di sorta e ci sarà modo di parlarne ancora). Non la vedo a questo modo nella scelta dei libri da leggere e neppure è il principio che muove la mia scrittura.
In realtà certi libri hanno lasciato il segno (penso a Viaggio al termine della notte, per dirne uno) ma tendenzialmente sono molto lontano dai pensieri nichilisti e pessimisti di chi lo ha scritto e soprattutto sono distante dall'idea di leggere libri solo sofferti, se così si possono definire.
Tuttavia la questione è davvero interessante e scoprire se dietro la scelta di un libro che si è solito leggere, o capire che il il movente che ci porta a scrivere un romanzo o un racconto e racchiuso in quelle poche righe iniziali è alquanto affascinante.
Come è alquanto affascinante l’ipotesi di poter approfondire le conoscenze e l’arte di uno scrittore che per il momento credo di ricordare solo per nome...
Ma un blog come ben sapete, è una miniera d’oro.
Vi voglio bene.
Grazie.
Io ce l'ho un libro che mi ha sconvolto, ed al quale devo sicuramente l'impronta con la quale scrivo, o almeno tento.
RispondiEliminaEd è Centuria di Giorgio Manganelli. Che non smetto mai di consigliare.
Devo rimediare
EliminaNon saprei, ma qui sembra quasi che la lettura debba essere una sorta di "punizione" per il lettore. Non conosco questo scrittore, ma, così, a pelle, direi che sarà difficile che qualcosa di suo potrà mai incontrarsi con i miei momenti di lettura. Per me, leggere deve essere esclusivamente un piacevole passatempo. Altrimenti vedo il telegiornale! :-)
RispondiEliminaTi sei spiegato molto bene:-)
EliminaAnche io apprezzo l'arte che nasce da sofferenze (esiste anche nel "pop", penso al fumetto Il Corvo, da cui è tratto il famoso film) ma ne sono molto lontano. Forse mi appassionava maggiormente nel periodo del liceo.
RispondiEliminaMoz-
Ogni età ha le sue caratterisitche
EliminaUn libro deve coinvolgere emotivamente ma non deve "massacrare".
RispondiEliminaDeve insegnare e poi sta al lettore decidere se quell'insegnamento è valido anche per lui o no.
Anch'io ho letto viaggio al termine della notte e mi e piaciuto pur essendo su posizioni distanti da Celine. Mi ha insegnato però a guardare il dolore e la morte in modo diverso
Certo non deve massacrare, sono d'accordo
EliminaUn buon libro è un buon libro, non credo all'idea "romantica" della scrittura. Credo invece che ci sia un eccesso, questo si (di scrittura). Di sicuro ognuno di noi è libero di scrivere e pubblicare, ma da qui a scrivere pagine che riescano a "segnare"... E in questo faccio rientrare tutte le classificazioni di "genere", perchè ognuno di noi è diverso e percepisce la realtà e la traslittera a sua immagine.
RispondiEliminaCredo invece che ci sia un eccesso, questo si (di scrittura).
EliminaQuesta frase merita un post mirato!
condivido l'affermazione, ma la giudico vera per metà. Per me un libro (che sia un libro con la elle maiuscola) deve ferire oppure darti l'impressione di aver vinto la lotteria. Impressionare sia nel senso di farti mettere in discussione come nel senso di mettere un elemento illuminante nella tua vita: elemento che già avevi ma era nebuloso e non utilizzabile. In questo secondo caso il libro ti dà la conferma che sei sulla strada giusta proprio quando credevi di essere bloccato.
RispondiEliminaCiao, buona settimana!!!
Un giudizio molto vicino al vero, il tuo!
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