lunedì 27 febbraio 2017

Il romanzo italiano più venduto del 2016

Se cercassi di imitare lo stile dello scrittore protagonista del record culturale di questo lunedì dovrei scrivere in siciliano, ma io il siciliano non lo conosco. Non lo so parlare e non lo so scrivere. E non voglio disturbare qualche amico sui social per risolvere il problema. Quindi... 

Immagino che abbiate già capito di che scrittore voglio parlare in questo ultimo lunedì di febbraio. Penso che l'autore de' Il romanzo italiano più venduto del 2016 sia già stato intuito. 

D'altra parte da diverso tempo i suoi libri sono in testa alle classifiche dei best seller, almeno quelli che hanno come protagonista Il commissario Montalbano

Già il titolare del record odierno è lo scrittore e sceneggiatore Andrea Camilleri con il romanzo L’altro capo del filo (pubblicato da Sellerio). Libro che non conosco visto che non sono solito consultare le classifiche con i best seller per le mie scelte. 

Detto tra noi non conosco neppure molto la narrativa di Andrea Camilleri, anzi non la conosco affatto, ma il suo Commissario merita un discorso a parte. 

Per qualche anno sono stato un fan delle storie di Camilleri portate in televisione e non mi vergogno ad ammettere che considero il Montalbano televisivo tra le cose più belle che abbia visto sul piccolo schermo in televisione negli ultimi tempi. Mi piaceva l’ambientazione. Mi piacevano le location (per questo parla l’immagine che ho inserito in testa la post parla). Mi piacevano i ritmi delle storie. 

Mi piacevano i ristoranti dove il commissario si recava a pranzo. Mi piacevano i suoi colleghi e i suoi subalterni. Mi piacevano certi medici che collaboravano con lui. Mi piacevano le donne che gli ronzavano attorno. Mi piaceva il suo menefreghismo vero l’autorità precostituita… 

Certo si tratta di un’infatuazione passeggera, legata a una decina di puntate, le prime che vennero trasmesse. Ora non se a livello narrativo si avverte la stessa cosa. Se nelle pagine corre lo stesso meccanismo e si provano le stesse emozioni.  

Purtroppo non ho mai aperto una delle storie di Montalbano, anche se mi rendo conto che potrebbe essere fonte di ispirazione per altre mie rubriche (penso a quella domenicale dedicata alla cucina letteraria). 

La parola, dunque, passa a voi e a chi desidera aiutarmi ad approfondire il discorso sul piano squisitamente letterario. 

La parola passa insomma a chi ha un contributo da portare sullo scrittore siciliano. 

Io sono qui, non vado via… 

Vi voglio bene. 

Grazie. 

Fonte: Il Libraio

10 commenti:

  1. Questo scrissi, tempo fa, a proposito del "fenomeno" Montalbano. Un omaggio forse all'italico folclore. Un'offesa maiuscola al "giallo".

    "Non vorrei risultare monotono ma qualcuno ha visto ieri il nuovo Montalbano con l'episodio Il sorriso di Angelica dove il nostro mette le corna alla storica fidanzata Livia con una specie di monolito con le tette, spacciata per attrice?
    Ma come si fa, dico io.
    Due ore di fuffa per un presunto giallo all'italiana?
    Due ore di commediola con personaggini di contorno divenuti ormai centrali, come l'onnipresente poliziotto deficiente, e chiacchiere, pranzi, appostamenti, e poi chiacchiere, indizi, sospetti, cenette, lettere anonime, caratteristi da manicomio ed al termine di tutta una storia contorta, la soluzione inaspettata (inaspettata perché non c'entra nulla con tutto quello che ha preceduto).
    I gialli di Camilleri hanno un denominatore comune.
    Partono sempre con un finale definito.
    Omicidio, furto, imbroglio o quel che l'è.
    Poi s'aggrovigliano a ritroso imbastendo una storia qualsiasi il più contorta possibile, senza ne' capo ne' coda rispetto alla soluzione pre-stabilita. Dove tutti i protagonisti agiscono come burattini indipendenti rispetto all'economia di quella che dovrebbe/potrebbe essere una trama sensata.
    Come se Camilleri partisse dall'evento efferato per risalire indietro in modo da riempire le interminabili due ore dello sceneggiato (compresi una decina di minuti di pubblicità, ovvio).
    Un metodo pure quello"

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    1. Se lo sapevo te lo chiedevo come guest post, da mettere con questo!

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  2. Io ho letto solo una storia.
    E ho visto giusto qualche episodio (peraltro non male, ma il tutto è dato dalla location, eh).
    Poi mi scasso presto i cabbasisi.

    Moz-

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  3. Due o tre romanzi dei suoi li ho letti, ma uno senza Montalbano ho faticato a finirlo... Sarò di parte, ma se oggi cercate dei giallisti dovete guardare alla Campania, con De Giovanni (non ho visto la trasposizione televisiva), con i fratelli Lama, più qualcun altro più sui generis come Piedimonte. Poi c'è il calabrese Mimmo Gangemi che è un fenomeno
    Dite la verità, quando avete letto Campania avete pensato a Saviano... e invece...

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  4. piuttosto se dovete leggere un giallo leggete " TORINO ROSSO PORPORA " YUME editore ,altro che MONTALBANO !!

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