Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.
Ho preparato questo articolo un paio di settimane fa. Lo avevo preparato affinché fosse pubblicato in automatico il giorno di San Valentino, ma ho toppato clamorosamente la data. Nella programmazione.
Ero convinto che la giornata degli innamorati fosse il sedici febbraio e non il quattordici, così, per mettere d'accordo le due date e non farle litigare l’articolo lo pubblico oggi.
Immagino che tutti abbiate riconosciuto la frase scritta in corsivo. Immagino sia superfluo scrivere che appartiene all'insegnante di letteratura Iohn Keating, protagonista del film L'attimo fuggente.
Non sbaglio, vero?
Ora devo anche scrivere che in realtà questo post non ha neppure a che fare con la giornata dedicata agli innamorati. È solo una scusa!
Se non fosse per quell’amore presente nella frase iniziale non l’avrei nemmeno associato a San Valentino.
Non mi sarebbe mai venuto in mente. E neppure voglio fare chissà quale discorso critico sul film di Peter Weir del 1989, film che ai tempi mi piacque veramente molto e che ha fatto storia per conti suo.
Ma così vanno le cose: la frase è per me molto significativa e merita di essere ricordata.
Dopotutto io sono tra coloro che hanno sempre considerato, nel bene e nel male, la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, un qualcosa degno di sacrifici e di rischi, ma immagino sua così per quasi tutte le persone con un’anima…
Basta pensare a tutte le volte che si torna a casa dal lavoro e si pensa solo ad aprire un bel libro per poter finalmente entrare a far parte di un mondo che non sia solo quello delle miserie di tutti i giorni.
Basta vedere come corre a volte l’immaginazione…
Basta pensare alle emozioni che certi momenti di poesia possono suscitare e come queste ci permettono anche di sopportare cose ben meno poetiche…
Insomma avete capito dove voglio arrivare alla fine della fiera. Se pensate di avere qualcosa da aggiungere e se ne avete voglia chiaramente sarò ben lieto di poterlo fare.
Io nel frattempo, in attesa dei vostri commenti, concludo con le stesse parole del professor Keating: “Grazie figlioli. Grazie!”
Vi voglio bene.
Conosco un pragmatico convinto che dice che le poesie non mettono il pane sul tavolo. L"ho pure sposato secoli orsono. Quando si incanta a "rimirar le stelle" o un tramonto o un quadro lo prenderei a padellate se solo ci arrivassi alla sua altezza 😊
RispondiEliminaNon è poesia anche quella? Certi spettacoli, certe visioni sono poesia pura anche se non in versi.
L'altra poesia, quella fatta di parole, è un balsamo sull'anima e sulle ferite quotidiane. È l'io più profondo e segreto che parla prima a chi scrive e poi ai lettori eventuali.
Un momento sublime di apertura dei nostri recessi più profondi. Ecco! Per me questo è poesia.
Ma anche un fiore stupendo ci stimola corde e sentimenti particolati. Ci regala serenità. Pure questo è poesia, silenziosa colorata profumata.
Ciao Ferruccio. Buona giornata Patri
Lì volevo arrivare, grazie Pat
Elimina"ho toppato la data".. ecco cosa ci tiene in vita.. l'incapacità comunque di programmare come macchine, l'imperfezione delle nostre intenzioni, la caducità dei nostri desideri, la manchevolezza della volontà, l'intermittenza dei sentimenti, la contraddizione dell'apparente ragionevolezza.. e tutto questo è poesia, quel tormento d'anima, sensi e mente che ci agita e ci fa respirare sogno.
RispondiEliminaGrazie Ferruccio, e buona, splendida, giornata
Fantastico toppare la data di un giorno importante
EliminaAhaha ma davvero hai sbagliato la data?? XD
RispondiEliminaLa vedo come te, in ogni caso: ci sono delle cose per cui vale la pena lottare, un poco, ogni giorno...
Moz-
sì, convinto fosse il 16, ma è così tutti gli anni
EliminaTutto quello che tocca l'animo umano è vita. E non necessariamente deve essere "bello". Le poesie, per esempio, possono trattare temi attuali, sociali, forti in modo duro senza per questo non essere "belle" e toccare il cuore. Certo, non parleranno di sognanti paesaggi, ma come diceva Neruda in "Spiego alcune cose" :
RispondiElimina"Chiederete perché la sua poesia
non ci parla del sogno, delle foglie
dei grandi vulcani del suo paese natio?
Venite a vedere il sangue per le strade
venite a vedere
il sangue per le strade
venite a vedere il sangue
per le strade!"
Non sei tu ad aver toppato la data, è la realtà che è imperfetta (cit. Borges).
RispondiEliminaLo immaginavo :-D
EliminaTutto ciò che ci emoziona è vita. Ciò non toglie che a toccare le corde del nostro cuore non siano solo le cose "belle" nel senso più classico e stereotipato, almeno secondo me. In poesia, per esempio, possono esistere liriche che trattano tematiche attuali, sociali, forti, in modo anche duro, spigoloso, inquietante, volendo in tal modo risvegliare le coscienze su certe questioni che non vanno dimenticate. Ecco perché il"bello", a mio avviso, non può limitarsi a respirare paesaggi sognanti e distese di campi in fiore. Anche le emozioni forti sono e rientrano, a mio parere, nel concetto di "bello" inteso come tutto ciò che ci emoziona.
EliminaD'altronde anche Neruda in una sua poesia dal titolo "Spiego alcune cose" dice:
<>
Assolutamente d'accordo!
EliminaAvevo già postato un commento ma mi è tornato indietro tramite mail. Ci riprovo sperando che questa volta tutto fili liscio.
RispondiEliminaTutto ciò che ci emoziona è vita. Non è detto però che solo il "bello"in senso classico sia la sola forma di emozione. In poesia, per esempio, ci possono anche essere liriche che trattano di tematiche attuali, sociali, in modo duro, forte, spigoloso, inquietante, ma non per questo credo debbano risultare meno "belle" in quanto non ci parlano di paesaggi sognanti o distese di campi di fiori. D'altronde lo stesso Neruda affermava in una sua famosa poesia dal titolo "Spiego alcune cose":
"Chiederete perché la mia poesia
non ci parla del sogno, delle foglie,
dei grandi vulcani del suo paese natio?
Venite a vedere il sangue per le strade
Venite a vedere
il sangue per le strade
venite a vedere il sangue
per le strade!"
Tutto ciò che ci emoziona è vita. Ciò non toglie che a toccare le corde del nostro cuore siano solo cose "belle" nel senso più classico e stereotipato, almeno secondo me. In poesia, per esempio, possono esistere liriche che trattano tematiche attuali, sociali, forti, in modo anche duro, spigoloso, inquietante, volendo in tal modo risvegliare le coscienze su certe questioni che non vanno dimenticate. Ecco perché il"bello", a mio avviso, non può limitarsi a respirare paesaggi sognanti e distese di campi in fiore. Anche le emozioni forti sono e rientrano, a mio parere, nel concetto di "bello" inteso come tutto ciò che ci emoziona.
RispondiEliminaD'altronde anche Neruda in una sua poesia dal titolo "Spiego alcune cose" dice:
<>
mi spiace non ha preso i versi della poesia li riposto:
RispondiElimina"Chiederete perché la sua poesia
non ci parla del sogno, delle foglie
dei grandi vulcani del suo paese natio?
Venite a vedere il sangue per le strade
venite a vedere
il sangue per le strade
venite a vedere il sangue
per le strade!"
Wislawa Szymborska
RispondiEliminaForse s'intitola la gioia di scrivere
Dove corre questa cerva scritta in un bosco scritto?
Ad abbeverarsi a un’acqua scritta
che riflette il suo musetto come carta carbone?
Perché alza la testa, sente forse qualcosa?
Poggiata su esili zampe prese in prestito dalla verità,
da sotto le mie dita rizza le orecchie.
Silenzio – anche questa parola fruscia sulla carta
e scosta
i rami generati dalla parola «bosco».
Sopra il foglio bianco si preparano al balzo
lettere che possono mettersi male,
un assedio di frasi
che non lasceranno scampo.
In una goccia d’inchiostro c’è una buona scorta
di cacciatori con l’occhio al mirino,
pronti a correr giù per la ripida penna,
a circondare la cerva, a puntare.
Dimenticano che la vita non è qui.
Altre leggi, nero su bianco, vigono qui.
Un batter d’occhio durerà quanto dico io,
si lascerà dividere in piccole eternità
piene di pallottole fermate in volo.
Non una cosa avverrà qui se non voglio.
Senza il mio assenso non cadrà foglia,
né si piegherà stelo sotto il punto del piccolo zoccolo.
C’è dunque un mondo
di cui reggo le sorti indipendenti?
Un tempo che lego con catene di segni?
Un esistere a mio comando incessante?
La gioia di scrivere.
Il potere di perpetuare.
La vendetta d’una mano mortale.
Grazie Massimo!
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