Non è la prima volta che Stefano Jacurti compare sul mio blog, ma si tratta di uno dei miei riferimenti italiani per quanto riguarda il mondo del West.
Lo scrittore, il regista, l'attore e il personaggio televisivo romano non poteva quindi esimersi dal prendersi in carico le domande e rispondere, riguardo anche alla sua ultima fatica letteraria: la raccolta “Western Sex Rock and Horror.”
“Western Sex Rock and Horror” è la sua quarta opera. Una raccolta che arriva dopo il romanzo “Bastardi per stirpe”, la raccolta di racconti “Il baule nella prateria” e la raccolta di aforismi “Avrei voluto essere ucciso da Clint Eastwood”.
Un piacere averlo mio ospite:
Ciao, Stefano, perché un titolo del genere?
Ciao Ferruccio, ricordi anni fa lo slogan "Sex drugs and Rock and Roll?" Ho voluto richiamarlo nel titolo del mio libro con qualche modifica che almeno per me, era perfetta viste le trame trattate.
Quali sono i temi tipici di questa raccolta?
Western è la prima parola, perché nella raccolta il genere a stelle e pistole gioca in casa.
I temi tipici sono quelli universali che è vero possiamo trovare ovunque, ma nel western ci sono sempre stati, poi ogni autore, racconta le sue storie. Si parla di tradimenti, di verità nascoste, di disillusione, di mistero, di indagini personali quando c'è qualcosa che non quadra e se i conti non tornano, saranno le pallottole a farli tornare.
Non per ultima il lettore troverà una tempesta di piombo accompagnata dalla natura che non è solo spettacolare ed incontaminata, perché uccide. Nel libro arriveranno i vari "nulla sarà come prima" uniti a quello che spesso si manifesta nei miei lavori: "attenti a quello che è... e a quello che sembra".
Quali sono gli scrittori che inconsciamente ti hanno ispirato?
Potrei dire John Lansdale e McCarthy ma fai bene a scrivere inconsciamente. Per la parte moderna del west, mi ha colpito Sam Shepard, mi piace il suo narrare nel genere on the road.
Nella raccolta ci sono alcuni racconti contaminati da sfumature horror e fantascienza. Come mai questa virata Weird western?
Era già accaduto come film maker con Inferno bianco, prima o poi doveva accadere anche su un libro...
C'è qualcosa di autobiografico in questi racconti: qualche personaggio che ti assomiglia, cose del genere?
Non c'è sempre bisogno di prendere noi stessi, o persone della vita reale, mettergli in testa un elmo da antico romano, un casco d'astronauta, o appunto, un cappello da cowboy e traslarlo sulle pagine di un libro. A volte basta scrivere sulle corde gioiose di uno stato d'animo, oppure l'opposto, ma comunque concentrarsi sui concetti universali.
Che cosa è la delusione?
La delusione ci lascia amareggiati, basiti, spiazzati. Questo accade nella nostra pacifica vita, ma nel western la stessa delusione, identica, scatena l'inferno perché siamo in un mondo selvaggio dove tutto è esponenziale ed è questa la netta differenza. Parlando anche dell'infanzia ad esempio, nel selvaggio west un bambino non può avere un infanzia come le altre perché deve fare presto ad imparare a sopravvivere.
Hemingway scriveva con una zampa di coniglio in tasca, Garcia Marquez con addosso una tutta da meccanico. Tu hai qualche rituale mentre scrivi?
Sento sulla pelle le vicende perché alla fine, non scrivo, ma "vedo" i personaggi muoversi e li inseguo. Sono loro a comandare, a stimolarmi, a tormentarmi con quel "forza muoviti! Mi hai creato e adesso devi andare fino in fondo!"
C'è però una costante che è la componente notturna nella scrittura, la maggior parte dei libri sono stati scritti di notte, il rituale può essere questo.
C'è un pubblico di lettori particolare a cui pensi quando scrivi?
Penso a dare tutto me stesso, a non risparmiarmi se c'è un idea, perché un libro può essere letto da chiunque al momento della sua uscita, anche da quelli che non frequentano quel mondo, ma che possono essere curiosi di conoscerlo. All'incontrario infatti mi capita la stessa cosa.
Se tu fossi un indiano di che tribù saresti?
Naso forato capeggiato da quel grand'uomo che fu Capo Giuseppe ma oscurato da Toro Seduto, Cavallo Pazzo e Geronimo.
Trapper alla Jeremia Johnson o bandito alla Billy The Kid?
Il mondo dei trapper mi ha sempre affascinato, ho raccontato diverse volte di loro, fra i due prevale però l'essere un fuorilegge anche se non alla Billy the kid perchè non ho più vent'anni.
Mi basta Pike Dexter del mucchio selvaggio e i suoi compagni, sento la loro età vicina alla mia.
E per chiudere: unione o confederazione?
Unione senz'altro, ma anche i confederati mi appartengono. Se parliamo di studi, dove mai finirò di imparare, non mi sono documentato sulla guerra civile dei nordisti o solo su quella dei ribelli, ma sulla guerra civile in toto che è un altra cosa.
In ogni caso, se stanotte dovessi scrivere un romanzo sulla civil war dove due si combattono, al di là di tutto dovranno essere di pari valore. Nessuno si scomoda per un ladro di polli.
Vi voglio bene.
Grazie.
https://www.youtube.com/watch?v=HYJuumzPxA8
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