martedì 17 gennaio 2017

L'io di uno scrittore

Una narrazione che non passa attraverso l'io dell'autore non è letteratura ma solo un semplice prodotto - Peter Handke 

Tutte le volte che scrivo qualcosa state certi che attingo dalla mia esperienza, dalle mie riflessioni e dalle mie considerazioni, invento ben poco ed è per questo che sposo in pieno la frase dello scrittore, drammaturgo, saggista, poeta, reporter di viaggio, sceneggiatore e chi più ne ha più ne metta Peter Handke.

Per questo sono limitato nel campo d'azione. Non posso scrivere nulla senza che ci sia di mezzo il mio io. Questo discorso vale per i racconti, Vale per i romanzi. Vale per i post del mio blog. 

Per questo mi è così difficile e complicato scrivere. Per questo le mie risorse sono sempre prosciugate e al lumicino. Ma il mio io non potrebbe scrivere un romanzo storico ambientato nel medio evo perché sarei all’oscuro di tante cose. 

Non potrei mai essere un monaco e avere la sua educazione del suo tempo. Non potrei mai scrivere un romanzo ambientato nell’Impero Romano perché sarei un’ignorante e non potrei mai essere in grado di far rendere veri e sinceri certi contesti. 

 Per questo sono molto scettico, come Handke, su un certo genere di narrativa. Mi rendo però conto che il discorso è molto complicato e per nulla semplice da affrontare e può sconfinare nella banalità. 

Vi prego quindi di darmi una mano!   

A proposito avete mai letto Peter Handke? Per me è una recente scoperta e di seguito metto l’incipit di un suo romanzo: 

Al tempo in cui si svolge questa storia, Taxham era quasi dimenticato. La maggior parte degli abitanti della vicina Salisburgo non avrebbero saputo dire dove si trovava quel posto. Per molti, già il nome suonava straniero. Taxham? Birmingham? Nottingham? In effetti la prima squadra di calcio dopo la guerra si era chiamata "Taxham Forrest", fino a quando, dopo la promozione dall'ultima serie, venne ribattezzata e poi addirittura denominata, in seguito a ulteriori promozioni avvenute nel corso degli anni, "FC Salzburg" (anche se ormai potrebbe essere retrocessa pure di nome). Certo, la gente del centro di Salisburgo vedeva passare non pochi autobus con la scritta TAXHAM, né più pieni né più vuoti degli altri, ma quasi nessuno della città era mai salito su uno di quegli autobus. 

Vi voglio bene. 

Grazie. 

N B: ho messo l’immagine di Immanuel Kant per la sua definizione del’Io, non trovando un’immagine di Peter Handke in pubblico dominio.

8 commenti:

  1. Io la penso come te. Se non si conoscono le cose non se nen può parlare pena svarioni enormi.
    Va anche detto però che ci sono scrittori degni di tale nome che prima di scrivere un romanzo su un periodo storico si informano, si documentano ampiamente.
    Io non sarei capace. Scrivo quello che mi passa per la mente ma tutto quanto ha una base dentro di me. Esperienze, pensieri, osservazioni...

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    1. Io sono sempre molto scettico sui romanzi storici. A volte la documentazione non sempre riesce a toccare i cuori dell'emozione

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    2. Beh.. se prendi I pilastri della terra di Ken Follett li tocca eccome.
      Certo.. editor, segretari e chissà quanti altri aiutanti avrà Follett :)

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    3. Non l'ho letto. Di Follett ho letto la cruna dell'ago che mi è piaciuto molto e molto ben immedesimato.

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  2. E' vero che in certa scrittura di tipo autobiografico, per esempio in Henry Miller o in Silvya Plath, quasi tutto è affidato all'esperienza personale, ma credo che nella maggioranza dei casi scrivere un grande romanzo richieda tanta tanta documentazione.

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    1. Senza dubbio, anche se ritengo che lo studio che si fa sulla documentazione poi si filtra in maniera personale, parere mio

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  3. se lo scrittore è un appassionato di una data epoca storica e quindi ha fatto studi in materia, ci mette il proprio io ugualmente. Giustamente non vale per tutti. Ci sono scrittori di serie B che fanno solo un lavoro tecnico e senza anima, ma ce ne sono di geniali. Ad esempio tu ci metti sempre il tuo io (giustamente) anche nei tuoi racconti di "fantascienza" (non so se devo proprio definirli così) che ho letto. Questo fatto è di primaria importanza! Ciao carissimo, buona domenica!

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