mercoledì 7 dicembre 2016

Non scrivere sull'onda emozionale

L'aspetto emotivo nella comunicazione scritta si coglie subito. Basta leggere gli status che nascono spontanei in reazione a qualche stimolo mediatico o a qualche situazione contingente per capire immediatamente lo stato d'animo delle persone. Rabbia, gioia, frustrazione, allegria, malinconia, non si riescono a nascondere. Purtroppo è sbagliato farne uso! 

Ogni tanto mi capita di andare a rileggere i post e gli articoli che ho scritto negli anni. Non mi vergogno di nessuno di essi: belli o brutti che siano è tutta roba mia. 

Tuttavia noto che quelli ho scritto senza la freddezza necessaria (un po' come gli status illustrati nel paragrafo iniziale), insomma gli articoli che ho scritto cavalcando banalmente l’onda emotiva, a distanza di tempo non mi pare siano all'altezza del mio stile. Diventano dozzinali quando non ridicoli. 

Ecco perché, chi si occupa di scrittura, scrittura di qualsiasi genere, articoli, saggistica o narrativa che sia, non dovrebbe mai scrivere sull'onda emozionale

Lo so che è più facile a dirsi che a farsi ma quando si scrive, bisognerebbe sempre essere lucidi e freddi. Bisognerebbe aver dimenticato il mero aspetto emozionale. Bisognerebbe aver superato gli stati d'animo che magari ci sono stati utili come ispirazione. 

Cose come gioia, rabbia, paura, non dovrebbero mai prendere il sopravvento sulla mano e nella mente di chi scrive. 

Quando si scrive bisognerebbe essere in grado di essere distanti se non addirittura immuni dalle emozioni. Bisognerebbe saperle osservarle scrupolosamente dall'esterno mentre le viviamo ma senza farsi influenzare (questo naturalmente se vogliamo proporre una scrittura efficace e davvero valida.) 

Poi a freddo, con calma e pazienza, riviverle e riscriverle in modo da poterle suscitare come nuove emozioni in chi ci legge. 

Scrivere qualcosa in modo da riuscire a descrivere nella maniera più precisa e nitida ciò che ci ha fatto arrabbiare ieri non è come scrivere da arrabbiati in tempo reale. Riusciremmo a far provare la stessa rabbia al lettore senza farlo veramente arrabbiare ed è così che daremo valore. 

Riuscire a descrivere una situazione che ci ha dato gioia in modo freddo e distaccato ci porterà a far provare e a far vivere al lettore la stessa gioia, cosa che invece non accadrebbe se ci lasciassimo sopraffare dall’aspetto egoistico del momento. 

Quando si scrive bisogna essere come una spia. O come un chirurgo. Gente sicura del fatto suo. Che gente che va dritta allo scopo e che l’emozione la fa apparire sul viso di ascolta a la suscita nel cuore. 

Che dite, siete d'accordo? 

Vi voglio bene. 

Grazie.

12 commenti:

  1. Oppure ci sono sempre gli editor :)

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    1. Gli editor possono fare tante cose, ma dubito che possano essere in grado di far suscitare le stesse emozioni che suscita chi scrive di testa sua!

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  2. D'accordissimo, succede anche a me.
    Non cancellerei nulla di ciò che ho scritto, perché comunque è roba mia ed è tutto ciò che mi ha permesso di arrivare fino a qui.
    Ma certi post, ad esempio, li considero immaturi... non tanto per la scrittura, ma per ciò che li ha fatti nascere^^

    Moz-

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  3. Perfettamente d'accordo con te. Li rileggo e li cancello tutti.

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  4. Quante volte mi è successo di venire fraintesa o di venire giudicata male dopo aver scritto "a caldo"! Quante discussioni esasperanti o sterili mi sarei potuta risparmiare se avessi aspettato di calmare i nervi e districare i pensieri. Concordo con ciò che hai scritto, Ferruccio. Stammi bene :-)

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  5. Capita capita, in passato ho tirato giù sul vecchio blog dei post dove ero veramente incazzato per determinate situazioni (in particolare sul mondo del blog).

    Quelli però sono stati post dove ho avuto più interazioni (alcuni quasi 100 commenti), perché alla fine la mia incazzatura ha generato una discussione tra i miei lettori.

    Altre volte invece ho scritto post per far accendere di proposito gli animi dei lettori e il risultato è stato proprio quello che mi aspettavo (le fiamme sul blog).

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    1. Sì, lo so cosa intendi... Ma si parla di "sfogo" nel tuo caso. :-D

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