domenica 11 dicembre 2016

Il ripieno della gallina di Natale

Ricordo che da piccolino, il giorno di Natale, tra i vari tipi di carne che si portavano in tavola, c’era sempre una gallina nostrana con il ripieno. Un ripieno che preparava il mio papà, fatto con uova, alcuni tipi di verdure, forse farina, pancetta tagliata a cubetti e chissà che altro. Un ripieno con un particolare retrogusto dato dai biscotti amaretti. 

Confesso che da piccolino non ne andavo pazzo. Assolutamente! Penso sia facile capirne il motivo. Aveva un sapore un po’ particolare per essere apprezzato da un bambino. Insomma era una cosa per grandi e per palati fini, un po’ come la mostarda di frutta che si mangiava con il lesso (cose di cui ora sono ghiotto). 

Il mio papà ci metteva sempre molto impegno nel prepararlo. Era lui che cucinava quel giorno. Per il resto dell’anno era raro trovarlo ai fornelli ma il giorno di Natale il compito della preparazione del pranzo era nelle sue mani, come un rituale: come la venuta di Gesù Bambino

Preparava sempre anche un risotto il giorno di Natale. Un risotto allo zafferano che non sfigurerebbe affatto con quello degli autori che si sono presi la briga di apparire in questa rubrica. Era la sua vera specialità. Un risotto preparato con il brodo del lesso con la gallina, curato passo a passo nella cottura. 

Sono ricordi così. Perché allora io ero tutto preso dal mangiare in fretta e abbuffarmi di tutto quello che mi era possibile per poi trascorrere il resto della giornata di Natale a giocare con i nuovi regali. Magari con la scatola del panettone sulla testa a scimmiottare quei cappelloni che portavano i fanti dell’ottocento inquadrati nelle battaglie Napoleoniche

Sapete cosa intendo, vero? 

Ma quel ripieno, le notti passate, mi è tornato alla memoria nei sogni. Ne ho quasi risentito l’aroma e il sapore. Ho masticato i pezzettini di pancetta misti a quello strano retrogusto creato con gli amaretti. E mi sono quasi commosso

Ora dubito che saprei prepararlo un ripieno del genere. Non solo perché non ho presente tutti gli ingredienti necessari, ma anche perché non si trovano più neppure le galline sane e nostrane di quegli anni. E poi mica saprei riempirle e cucirle come faceva il mio papà. 

D’altro canto nei supermercati dei centri commerciali si trova tutto quello che serve per festeggiare Natale come dei veri nababbi. Si può riempire la tavola con prelibatezze che allora leggevo sui fumetti o su qualche rivista per ragazzi. 

Ma quel ripieno, suscitato dai sogni, ora avrebbe un valore che nulla al mondo potrebbe sostituire

Vi voglio bene. 

Grazie.

6 commenti:

  1. Ovvio che sia così: c'è anche il valore aggiunto del ricordo, della casa, dei Natali passati.
    Per fortuna io vivo il pranzo di Natale come sempre; certo, da piccolo forse durava di più e a casa c'erano davvero tutti e si giocava e stragiocava... Però va bene uguale^^

    Moz-

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    1. Nessun aspetto nostalgico, il Natale è sempre bello, anche adesso: forse mi spiace un po' che non si usino più anche a casa mia certe pietanze

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  2. Io lo vedo in chiave nostalgica..cambiano i protagonisti, variano le location, i sentimenti, le aspettative, le voglie e le stanchezze.
    Forse riconosco anche sorrisi diversi, con un retrogusto di presa di coscienza, sconosciuto in gioventù...

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  3. Magari poter rivivere il Natale come quando ero bambina, era sempre una gioia e ci si accontentava anche con poco, si era felici veramente e non credo che fosse una sensazione data del fatto che guardavo con occhi diversi ...oggi ci si sforza di apparire felici e contenti, una contentezza di circostanza data dall' "aria natalizia"
    Personalmente ho tanta nostalgia del tempo andato,dei suoi profumi e dei suoi sapori,di quel che non c'è più! Oggi è tutto un vuoto scintillio di negozi e casa addobbate;il tuo post mi ha riportato indietro nel tempo quando il Natale era una vera carica di valori e umanità,quando la famiglia era veramente tale! Ho come l'impressione che il tuo post sia nato da un "attacco" di nostalgia per tuo padre e per il rito che compiva durante la festività, la preparazione del pranzo era un gesto di amore verso i suoi cari ... Non ho mai mangiato la gallina ripiena ma la tua descrizione mi ha fatto venir voglia di assaggiarla,non sarebbe male se pubblichi la ricetta e il procedimento,magari in collaborazione con tua madre 😉

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    1. Forse il suo quadro con le galline ha influito. Dai magari proverò a chiedere alla mia mamma!

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