venerdì 2 dicembre 2016

Blocco dello scrittore? Scrivi

Non soffro per niente della sindrome del foglio bianco. Non credo al blocco dello scrittore. Non mi ha mai creato problemi e non c‘ho mai creduto. Se tu invece tu non la pensi come me. Se invece tu il blocco dello scrittore lo avverti, lo hai e lo vivi, sai cosa devi fare? Scrivi

Credo che in media due cartelle su tre di quelle che scrivo giornalmente finiscano al macero. In modo del tutto indipendente dallo scopo per cui sono state scritte. 

Che si tratti di pagine di un racconto o di un abbozzo di romanzo. Che si tratti di articoli per il blog o per qualche rivista. Che si tratta di qualsiasi altra cosa. Finisce al macero. Ciò che scrivo viene decimato neanche fosse una legione romana. 

Ma non mi pento tuttavia, fa parte del gioco e mai quando mi siedo per scrivere lascio il foglio del computer bianco. Mai Qualche tempo avevo scritto addirittura un post specifico in aiuto: Blocco dello scrittore? Dieci consigli per superarlo

Un post che era funzionato mica male. Ma rileggendolo e mi sono accorto di aver tralasciato forse l'unico e vero punto importante. Quello sopra appena descritto. 

Per non avere il blocco dello scrittore bisogna scrivere. Non c’è altra soluzione. Un po’ come si fa per vincere tutte le altre paure quando si decide di affrontarle. Bisogna scrivere. Dopotutto si trova sempre qualcosa da scrivere. E quasi sempre un qualcosa di ciò che si è scritto è utile. 

Magari serve solo per fare trascorrere dieci minuti in serenità chi legge. Magari serve solo come spunto per qualcosa di più importante qualche ora dopo. Magari serve solo per buttarlo il giorno dopo e rendersi conto che certe cose non si possono scrivere. 

Ma si trova sempre qualcosa da scrivere. Basta volerlo fare e non cercare scuse. Basta una parola per cominciare e con questa parola si può aprire un mondo e un mondo è talmente vasto che è impossibili non trovarci un qualcosa su cui ci diverta scrivere. Non bisogna cercare scuse. 

Non bisogna aspettare l’ispirazione (una gran balla che usiamo per non fare le cose). Ci si mette lì e si scrive. Quel tanto che basta. Quel tanto che serve. Per non farci sentire incapaci o qualcosa di peggio. Non è per niente difficile. 

Male che vada si butta tutto il giorno successivo, sempre che non si metta tutto in un post del blog come ho fatto io. 

Vi voglio bene. 

Grazie.

9 commenti:

  1. Al macero no... conservo una miriade di roba, incipit, articoli da decifrare, riguardare, correggere, risistemare... ci torno e ci ritorno... clicco su Documenti ed escono fuori cose dimenticate, iniziate sull'onda di un'emozione e poi lasciate alla deriva dell'indifferenza, allora capita che riprendano brio e senso, nuova linfa, magari sollecitate anche solo da un post di un amico... ;)

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    1. Neanche al macero no, è un eufemismo e mi serve per un altro post, grazie anche a te!

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    2. Idem.. scrivo e metto lì se non mi convince. Avrò tempo a ripprenderlo in mano più avanti con le idee meno confuse.
      Buttare? No, perchè immancabilmente quello che getto è quello che mi sarebbe servito in un particolare momento. :) Ma faccio così in tutte le cose. Conservo.

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  2. Io non ho il blocco, ho soltanto la voglia di fare altro.
    Se non è scrivere, magari è leggere, guardare cose, ascoltare.
    Insomma, il blocco -che per me non esiste- è solo il momento in cui bisogna fare altro: mica si può scrivere sempre! :)

    Moz-

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    1. Forse hai pure ragione Miki.
      E' la mente che chiede qualcosa di diverso per stacare un momento. Ed è una cosa che faccio anch'io a volte. Dopo si riparte più pimpanti.

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    2. Miki è il modo migliore e mi fa piacere che anche Patricia concordi

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  3. Ho sempre agito anch'io così. Credo che il modo migliore per risolvere il blocco dello scrittore sia prevenire, cioè non offrirgli in partenza il benché minimo spazio in cui insinuarsi.

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