giovedì 6 ottobre 2016

Le cinque emozioni da suscitare per un libro di successo

«Al mio decimo compleanno una zia mi regalò un canarino. Era una femmina gialla tendente al bianco. La chiamai Titti. Riuscii ad ammaestrarla e volava libera per casa anche se c'erano le finestre aperte. Ci fischiettavo insieme la sigla dei cartoni animati di Braccio di Ferro e quando le agitavo un dito davanti lei lo assaltava neanche fosse un osso di seppia. Ci giocavo sempre quando tornavo da scuola. Una mattina la trovai morta sul fondo della gabbia. Piansi un giorno intero.» 

Ciò che avete appena letto e uno status che ho pubblicato una decina di giorni fa su facebook. Non immaginate l'interazione che ha avuto questo post. Un amico mi ha addirittura scritto in privato complimentandosi per la qualità della scrittura e per l'emozione che un post simile è riuscito a suscitare. 

Non è il solo status che ho scritto di questo tipo. Confesso che spesso mi servo di post sui vari social proprio per sperimentare il grado di empatia che riescono a suscitare nei lettori, tanto che mi sono permesso di redigere un piccolo prontuario con quelle che sono Le cinque emozioni da suscitare per un libro di successo

Prendetele sul serio, prendetele come gioco, ma per me c'è qualcosa di vero... 

1 - Dolore 
Mi sembra di aver capito che nulla come il dolore è in grado di attirare e di attrarre lettori, tanto che mi sento di affermare che un libro che lo ha come tema dominante (sempre che sia scritto bene e sia sincero) sia irresistibile e che non incontri ostacoli a imporsi come best seller. Forse è perché tutti abbiamo provato e vissuto il dolore in qualche modo... 

2 - Amore 
Lo metto subito dopo il dolore. Forse per qualcosa di affine. Anche chi non lo ha provato lo desidera una volta o tanto nella vita. 

3 - Umorismo 
Far ridere scrivendo credo sia una cosa difficile, ma ritengo molto emozionante un libro che sia in grado di suscitare un sorriso. Non metto l'umorismo al pari del dolore, ma certi libri che mi hanno fatto ridere non li ho mai dimenticati. 

4 - Paura 
Anche con la paura si possono scrivere tante cose, ma secondo me non dura. Una volta superato un certo tipo di paura non è semplice rimanere sedotti. Un po' quello che mi capita leggendo libri di genere, più specificatamente horror. Un campo in cui bisogna essere molto bravi. 

5 - Curiosità 
Se sapete scrivere un libro che suscita curiosità siete a buon punto, ma come nel caso della paura è difficile riuscire a ripetersi. 

Vi voglio bene. 

Grazie.

5 commenti:

  1. Credo che tu abbia ragione ma se permetti ne aggiungo una.
    Le farfalle nello stomaco.
    Non in senso di innamoramento. O forse sì? Ci si può anche innamorare del personaggio o della storia, in fondo.
    Più che altro nel senso di coinvolgimento forte. Quel sottile groppo nello stomaco che ti invoglia a continuare a leggere, che ti sfida dicendo "non sai acora cosa ti aspetta".
    Parlo come lettrice. Come scrittrice no perchè per quello che scrivo io sarebbe troppo. Però, se proprio dovessi dedicarmi alla stesura di unromanzo eccco punturei anche su questo coinvolgimento emotivo, spirituale.
    Forse è meglio che non mi ci provi però :) Le idee pssono esserci ma le capacità...

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  2. Penso che troppo spesso ci si affidi alla "storia" raccontata e basta: per questo poi si scelgono generi che sono riconducibili a quanto scrivi :P Il che non sarebbe male in assoluto, sempre non venisse meno la qualità (di idee, scrittura, stile...)

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    1. Sì, la penso come te... questo post è un qualcosa che mi è nato facendo delle riflessioni in base ai like ricevuti e ho notato che più sono drammatico e tragico e più suscitano interesse. D'altra parte i toni tragici e drammatici mi sembra che funzionano molto anche in generale, ma ho messo di vederlo anche come gioco. Però ci credo che possano andare così le cose. :-D

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