venerdì 9 settembre 2016

I racconti si vendono?

«Nessuno legge racconti in Italia, non siamo anglosassoni. Strano, eppure è molto più difficile la narrazione di un racconto, che deve essere perfetto come un orologio in ogni riga, piuttosto che quella di un romanzo, che ha alti e bassi inevitabili nel ritmo.» 

Durante il mese di agosto ho pubblicato diversi racconti sul mio blog (li potete leggere nei Racconti Brevi), un po' per curiosità e naturalmente un po' anche per vanità. Non è la prima volta. 

I risultati sono stati soddisfacenti, sia in termini di lettura, sia in termini di apprezzamento (anche se molti commenti sono sui social) e questi aspetti hanno stimolato il mio desiderio di proporli a una pubblico più vasto con una pubblicazione. 

Soltanto che - per restare nel business di ieri - I racconti si vendono? 

Questa domanda, in realtà, non è frutto del mio sacco ma è nata grazie alla discussione avuta in chat con lo scrittore Andrea B. Nardi, autore già comparso con un'intervista sul mio blog

Un autore e una persona che stimo parecchio. 

Ora il corsivo tra virgolette che trovate all'inizio di questo articolo e anche una sua considerazione in merito alla questione sollevata e cosa c'è di meglio che cercare di svolgere un'inchiesta coinvolgendovi. 

Da un certo punto di vista sono anch'io della tesi di Andrea. La sensazione che i racconti abbiano poco mercato la colgo anch'io, tuttavia vale anche la pena rimarcare certi exploit. 

Ovviamente il vostro parere sulla questione e ben accetto. 

Vi voglio bene. 

Grazie.

25 commenti:

  1. In realtà in Italia ha poco mercato qualsiasi cosa abbia a che fare con la lettura!
    Facendo un giro per le librerie si vedono tanti autori stranieri. Ho la sensazione che le medio-grandi case editrici preferiscano puntare su nomi stranieri già noti e famosi nel loro paese, così tanto per essere sicuri e non cerchino autori italiani per non rischiare... insomma a parte i soliti noti, si fa fatica a trovare qualcosa di nostrano da leggere.
    Ritornando ai racconti, in Italia è impensabile aprire una rivista e trovarci dentro un racconto (a parte rare eccezioni, tipo Intimità e Confidenze, ma che spacciano i racconti per storie vere...) ed è pure difficile trovare pagine/articoli dedicati a libri.

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    1. Vero che i libri vendono poco in generale. Forse con i racconti è ancora più difficile

      Grazie

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  2. Discorso vecchio e triste: in Italia noon si legge. Ed è più facile vendere il tomo di millemila pagine, forse perché dà più "autorità", sembra più "libro", che un racconto. Parlando di vendere racconti singoli piuttosto che raccolte, è quasi obbligatorio rivolgersi al digitale, e sappiamo che l'ebook in Italia è visto dal grande pubblico come una strana bestia.

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    1. Più che altro pensavo a raccolte, con il digitale ho già scritto come la penso. Non funziona per conto mio. Vendere 50 o 100 copie in digitale non ha senso

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  3. Credo che i racconti abbiano dalla loro la forza della sintesi - condensare idee e personaggi in poche pagine non è un'impresa facile :)

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    1. sono d'accordo e poi ci sono situazioni che si prestano a racconti

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  4. Secondo me sta tutto a come proponi i racconti al lettore. Con una buona strategia dietro si può fare. Basta capire quale... xD

    CervelloBacato

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  5. Io invece credo che siano i più adatti a un device digitale. Per cui credo che in futuro non potranno che essere portagonisti

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    1. Non so io continuo a essere scettico. Vedo pochissime persone che leggono con il telefono e il telefono copre una percentuale enorme di gente che usa internet

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    2. Per leggere ebook serve un e-reader o almeno un tablet/Pc. Non ci piove.

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    3. per questo sono scettico, ereader è troppo di nicchia e il popolo con il pc e il tablet ci fa dlel'altro

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    4. Anche il "racconto" pare essere di nicchia eh :D (nel senso che è forse destinato a un mercato differente)

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    5. Io penso che se sono un autore sfigato (ampio significato del termine) lo sono sia come romanziere sia come scrittore di racconti.

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    6. Ok, ma questo ha poco a che vedere con le ragioni dell'editoria eh. Chi viene pubblicato non è detto sia migliore di chi incontra maggiori difficoltà, basta fare un giro sui siti che propinano i top del momento in quanto a vendite.

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  6. Non discuto tra digitale e cartaceo ma a me personamente i racconti piacciono. Nome a caso? Carver... sì, ho capito, è un Nome. :)
    Mettiamola così, preferisco la carta stampata ma nn mi faccio problemi a comperare un libro di racconti E leggerlo ovviamente

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    1. Non ne ho idea, mi serve per avere risposte questo post e le ho!

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  7. Ne ho parlato dove tu sai proprio di recente e facevo riferimento ad un post relativo alle difficoltà concrete di "vendere" i racconti scritto da una persona che nel mondo dell'editoria "ci sta". I racconti non si vendono, è così. Probabilmente il mercato del digitale sarà un buon canale alternativo.
    Le motivazioni del poco apprezzamento è che il racconto richiede un impegno maggiore, in quanto a coinvolgimento di chi legge, vs la storia che è predominante nella narrativa (non breve, ovviamente) e che è l'aspetto - purtroppo - maggiormente considerato. Un racconto spesso suggerisce, lasciando al lettore una grande parte.

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    1. Sai io credo che il mondo dell'editoria in generale goda a campare un sacco di scuse. A me pare che il marketing che c'è dietro la promozione di un libro non sia cambiata rispetto a 30 anni fa. Io penso ci vogliono idee e creatività, poi scopri in amazon tizi che un'ora dopo essere stati pubblicati hanno recensioni a cinque stelle. Ci vuole serietà e creatività e idee per far conoscere i lavori

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    2. Su Amazon non si fanno recensione, più spesso sono marchette, altrimenti opinioni di dilettanti :D

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    3. Il problema è che molta gente compra lì

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    4. Come dico spesso, bisognerebbe far capire a chi legge che ci sono altre fonti cui far riferimento per SCEGLIERE. Ma la "comodità" ha vinto su tutto e tutti e chi vende lo sa bene.
      La questione è che se si vuol vendere, come scopo primo, per me si deve allora scrivere per quel tipo di pubblico che compra a criticamente. Sono scelte che io non discuto, ognuno facesse come meglio è per lui. Però, poi non si offendessero determinati autori quando ricevono critiche da chi non si accontenta della "recensione" Amazon, tutto lì.

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    5. Il problema noi scrittori siamo ipocriti vogliamo scrivere un capolavoro che piace alla critica e anche vendere, anzi vendere sopratutto

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  8. mah , non conosco le statistiche del mercato, ma credo che i racconti vadano offerti alla grande da parte degli editori al pubblico. Per quanto mi riguarda ne leggo sempre (ma non più che i romanzi) e devo dire che di certi autori classici, prima di leggere le grandi opere mi sono invogliata con delle raccolte di racconti brevi

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