giovedì 25 agosto 2016

La fine della letteratura d'evasione

«E poi, a poco a poco, i romanzi cederanno il passo ai diari, alle autobiografie: libri avvincenti, purché chi li scrive sappia scegliere, fra ciò che egli chiama le sue esperienze, quella che davvero è esperienza, e il modo per raccontare veramente la verità.» 

Citata in epigrafe a Henry Miller, nel libro Tropico del Cancro, compare questa frase di Ralph Waldo Emerson che ben si presta a questo articolo dal titolo La fine della letteratura d'evasione

State tranquilli, nessuna crociata a favore per qualcosa e qualcuno e nemmeno contro o qualcosa o qualcuno. Dopotutto non ho dati sottomano per fare una simile analisi. 

Quello che voglio stimolare è soltanto una riflessione per capire se ciò che ho avvertito e colto in una discussione estiva tra conoscenti è frutto soltanto di sensazioni personali o anche a voi sembra che abbiano più peso diari, biografie, autobiografie, romanzi con agganci a qualche fatto di cronaca e o con qualche spunto attuale rispetto ai racconti e ai racconti di pura e semplice finzione o fantasia che dir si voglia. 

Ora, se avete riscontrato qualcosa che serva a suffragare questo mio spunto avete lo spazio nei commenti per lasciare il vostro contributo: magari avete qualche titolo visto tra le mani di qualche persona da segnalare. 

Ma potete anche ampliare la discussione con dei suggerimenti. 

Chissà se Emerson aveva ragione. 

Vi voglio bene. 

Grazie.

14 commenti:

  1. Ammetto di avere un'attenzione speciale per diari e autobiografie - e anche buona parte dei romanzi e dei racconti che prediligo tratta vicende in cui è facile immedesimarsi.

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  2. Ho l'impressione che racconti di pura fantasia ( Il Fantasy in ogni suo aspetto) siano prevalentemente una forma di letteratura per ragazzi, il che non vuole assolutamente essere un giudizio limitativo vista la presenza di autori di tutto rispetto. Alcune serie poi hanno avuto grande successo anche tra lettori adulti

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  3. Sinceramente se fossi costretta a scegliere tra fantasy e una bio/autobiografia sceglierei la prima.
    Sarà che in questo momento ho voglia di lasciar libera la mia mente... sarà anche che sapere vita morte e miracoli di un calciatore o di un politico non mi interessa

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    1. ti capisco, anche se forse non sono stato molto chiaro con il significato di biografie. Penso a certi "romanzi" improntati su storie vere (calciatori e politici non li prendo in considerazione neppure io)

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    2. Ho frainteso io :) Sorry!
      La pista della volpe mi pare Irving su Rommel. Letto secoli fa ma veramente interessante.
      Ecco questa è una biografia che lessi.
      Quanto ai libri improntati su storie vere, dipende sempre dal genere di storie. Non horror adesso come adesso perchè sono divenuta fifona :) ma ad esempio su periodo della seconda guerra mondiale sì. Letti anche con piacere nonostante il magone che facevano venire. L'Agnese va a morire ad esempio.

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  4. Io credo che lo sforzo di immaginare e ascoltare delle storie sia troppo grande per non avere un vantaggio evolutivo. Perché ci raccontavamo storie nelle caverne e le leggiamo sui tablet? Detto ciò, cosa ci raccontavamo intorno a un fuoco? Io credo racconti che se erano biografici (passatemi il termine) dovevano per forza essere ingentiliti dall'esagerazione. Ecco perché credo che il romanzo abbia ancora un passo in più, e come ben sai adoro alcuni saggi, tipo Il Cigno Nero che piace anche a te, anche se è difficile anche definirlo saggio :-D

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  5. Va di moda il gossip e il nulla, che si ritrova in tanta parte della roba pubblicata oggi. Credo intendessi questo. Basta vedere le scelte editoriali di alcune CE importanti (Piemme, Nord ad esempio) che si sono allargate al mercato del nulla. Biografie che sono romanzetti rosa di bassa lega o che si incentrano sulle grandi tragedie del passato, senza alcun riferimento storico o pseudo-reale.
    Ripeto però che sbaglia chi sceglie questa robaccia.
    Buona serata

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    1. In parte, ma piccola parte, sostanzialmente mi sono ritrovato a parlare di libri con gente attratta più da saggi e romanzi mainstream e ho notato come sia confinata la narrativa di genere. Volevo solamente capire se si tratta di una mia sensazione e di una previsione fatta ai tempi da Emerson

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    2. Capiamoci però: Manfredi e Vespa sono collocati nella saggistica, ma non ne fanno eh ;)

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    3. Da parte mia mai considerati saggisti, istruirò chi li adora :-D

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