mercoledì 20 luglio 2016

Pochi autori ma buoni

«Devi insistere su certi scrittori e nutrirti di loro, se vuoi ricavarne un profitto spirituale duraturo... Leggi sempre, perciò autori di valore riconosciuto e se di tanto in tanto ti viene in mente di passare ad altri, ritorna poi ai primi.» 

Seneca, dopo avermi aiutato nel post Ammira l'eccellenza, mi suggerisce un'altra riflessione. Per poterlo fare ho preso in prestito la frase tra virgolette estrapolata dalle Lettere a Lucillo

Il consiglio che sembra prevalere, leggendo queste poche righe, è Pochi autori ma buoni

Ora come mi pongo io? 

Nella mia vita di lettore, ho attraversato diverse fasi, forse tutte. Da ragazzino leggevo per diletto (pochi autori), da adolescente non leggevo affatto per rifiuto verso la scuola e per altri interessi di tipo ormonale

Poi con gli anni ho cominciato ad appassionarmi a certi autori e a un certo genere di narrativa (facile capire quali siano). Poi ho cominciato a mettere il naso dappertutto. 

E ora, forse, da qualche anno, sto ritornando dai miei diletti cercando di succhiare tutto quello che posso da chi penso sia in grado di offrirmi qualcosa. In linea di massima dunque seguo, senza saperlo, il consiglio che Seneca dà a Lucillo

Ora però mi rivolgo a voi. Voi siete per Pochi autori ma buoni o la vostra curiosità vi porta a leggere scrittori esordienti e sconosciuti? Leggete a più non posso o siete soliti ritornare ai nomi che adorate da sempre. 

A voi la parola. 

Vi voglio bene. 

Grazie.

22 commenti:

  1. Conoscevo la sentenza di Seneca e l'ho sempre condivisa. Anche secondo me leggere tanti libri e una sola volta e spaziare su tanti autori diversi è poco nutritivo. Non per niente in questi casi si parla di "infarinatura". Mi piace ogni tanto avventurarmi in nuovi autori, soprattutto in viaggio o nei periodi di vacanza, ma in genere tendo a ruotare attorno alle mie stelle fisse che sono comunque abbastanza numerose. Proprio per il motivo che dice Seneca... per trarne un nutrimento duraturo.

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  2. Io sono un ibrido: leggo un po' di tutto come prima lettura, ma quando si tratta di rileggere a capitarmi in mano sono sempre i romanzi dei soliti pochi autori.

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    1. A fasi alterne. Io comunque ho dei libri che sono sempre lì a portata di mano!

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  3. Sono curioso. Di conseguenza spesso mi capita di affrontare (rischiando cocenti delusioni) le novità di cui sento parlare.
    Ho scalato le 1300 pagine del librone di Albinati... e adesso torno a Stendhal

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    1. Devo rispondere come sopra, io ora mi comporta a fasi alterne. Le delusioni sulle novità comunque valgono anche per me

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  4. A fasi alterne pure io. Rileggo sempre i soliti e intendo i classici ma vado anche alla ricerca di novità, di scrittori nuovi.
    Nella lettura,fantascienza a parte perché non la sopporto, alterno e salterello tra libri impegnati e altri di svago
    Ciao al padrone di casa e agli ospiti

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  5. "Pochi autori ma buoni", al più è una possibilità riservata a chi ha letto moltissimo nella sua vita e ad un certo punto ha altre esigenze, ed è in grado di scegliere consapevolmente ciò che fa al caso suo.
    Chi decreta i "buoni" scrittori, altrimenti?

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    1. La gente che passa di qua legge dai! :-D

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    2. Però Glo non ha torto. Un autore può essere un dio per qualcuno e una ciofeca per un altro.
      Le esigenze di lettura credo siano molto individuali. Ognuno attraversa momenti particolari e in quei frangenti ha necessità sue

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    3. Seneca penso che volesse indicare i grandi nomi. Forse gli scrittori fondamentali di cui parlavo qualche giorno fa potrebbero essere un esempio

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    4. Non è che tutto debba essere preso sul personale: la mia idea ad esempio è di non aver letto abbastanza per decidere gli "eterni", fortunato chi ne è capace.

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    5. Senz'altro. Io ho dei classici che non mollo... che bene o male ritornano!

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    6. Sì Pat, io penso sempre che ciascun lettore è diverso e unico col proprio percorso culturale, di vita e di letture ;) Magari c'è chi non apprezza Baudelaire, ce ne faremo una ragione eh XD
      L'importante è che sia "unico" in quanto a scelte e strada fatta: se mi impongo di leggere solo tot autori, perché immensi, ok, fatto personale, ma per forza di cose perdo moltissimo. Anche la capacità più vicina all'oggettività di criticare ciò che può non piacermi degli autori adorati.

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    7. Ci sono anche classici impossibili da leggere (per me personalmente). Pasternak, ad esempio. Per taluni un grande, per me... taccio 😊

      Il percorso di lettura non può essere uguale per tutti. I libri imposti si possono anche leggere ma quanto a lasciare qualcosa in noi....

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    8. Lasciando da parte Hemingway. Io ho avuto un'infatuazione per Goethe e anche per il primo Celine

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    9. Devo dire che la mia attenzione è catturata da un certo genere di letteratura, in quell'ambito ci sono autori che per me sono irrinunciabili e che ho piacere di rileggere di tanto in tanto. Leggo però di tutto e non disdegno gli esordienti. L'essere selettivi e integralisti credo attenga all'esperienza e alla scrematura di infiniti testi che con gli anni si è letti. Letteratura a tutto campo per curiosità e voglia di conoscere, poi, specifici autori per puro piacere e godimento, una sorta di rientro verso l'alma mater dopo perigliosi viaggi, talvolta deleteri, nel mare di tutto ciò che è scriptum

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    10. Letteratura a tutto campo per curiosità e voglia di conoscere, poi, specifici autori per puro piacere e godimento,

      Una buona soluzione!

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    11. Max parla difficile ma condivido. 😊

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  6. preferisco i pochi ma buoni ma non escludo un 10% di novità che in genere mi vengono proposte dagli amici. Fosse per me non li andrei neppure a cercare
    ciao, buona settimana!

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