mercoledì 16 marzo 2016

La società del #grattaevinci

All'inizio degli anni novanta lavoravo come consulente di sistemi CAD. Giravo un po' tutta la Lombardia per fare corsi o per cercare di vendere qualche piattaforma presso un ufficio tecnico o un'azienda. 

Fu durante la pausa pranzo che un giorno per caso giocai una schedina del totocalcio. Ero a Lipomo, periferia di Como. Pagai duemila lire circa e puntai due colonne se non ricordo male. Era venerdì. 

La domenica successiva indovinai il tredici e vinsi mille volte la posta

Ora non ricordo che fine fecero quei soldi. Non ricordo come li spesi o se li spesi. Non mi cambiarono per niente e mi esaltarono. Li presi per quello che erano: niente. 

Grazie al cielo non mi spinsero neppure a cercare do ottenere lo stesso risultato, puntando una schedina ogni domenica. 

Non credo al gioco d'azzardo anche se ancora adesso in quelle rarissime occasioni in cui tento la fortuna vinco. Mi è successo anche l'altro giorno con un biglietto del Gratta e Vinci. Attendevo una persona per un incontro di lavoro e nell'attesa ho acquistato una gratta e vinci da due euro, ne ho vinti dieci e mi sono guadagnato la colazione, ma anche in questo caso non ho insistito nel giocare con la sorte. 

Insomma non appartengo a La società del #grattaevinci. Non possiedo la mentalità della persona #grattaevinci e ne sono contento. Sperare che una vincita o un biglietto fortunato possano cambiare la vita è una delle più grandi perdite di tempo, di soldi e di energie che un essere umano possa sperimentare. 

Non ho mai conosciuto una persona che è diventata qualcuno perché ha vinto la lotteria, perché ha totalizzato un tredici al totocalcio o perché ha azzeccato le grattate su un biglietto prestampato. 

Occorre fare dell'altro...

Vi voglio bene.

Grazie.

16 commenti:

  1. Forse la vera vincita alla lotteria è quella che si ottiene investendo su di sé :)

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  2. La società del "gratta&vinci" è stata creata dalla "società dei magnaccioni"(leggi governo)che per non sentirsi addosso la vergogna di tante famiglie che sono sul lastrico per colpa dei giochi,scrivono nelle pubblicità "il gioco può causare dipendenza"e quindi ti invitano alla cautela.Ma con la povertà dei nostri tempi in troppi cadono nella trappola perchè in troppi non hanno capito che il denaro e il benessere si guadagnano solo con il lavoro e il sacrificio...alcuni casi a parte che si ottengono con la frode ;-)ciao e buona giornata !

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  3. Concordo sia con _Andrea che con Marina.
    E ti racconto questo fatto di qualche anno fa.
    Ero dal tabaccaio. DAvanti a me c'era una signora che si lamentava che "il governo ladro" le passava 700 "euri" di pensione; che ci doveva pagare l'affitto le medicine le bollette ecchecavolo! Finito di lamentarsi, ha tirato fuori un biglietto da 50 euro e ha chesto due pacchetti di sigarette e "dammi un grattacielo, due case, due win for life... due..." Non conosco nemmeno tutti i nomi di queste lotterie perchè al contrario appartengo al genere Paperon de Paperoni che due euro risparmiati (sui gratta e vinci) sono due euro guadagnati.
    Solo per dire.
    Ognuno dei soldi suoi fa cosa vuole ma così non è sperare nella fortuna, è gettare i soldi dalla finestra.
    Si può comperare un biglietto non di co di no. Però tutto entro certi limiti. Tanto poi si sa che salvo rari casi chi vince è sempre lo stato che ìli vende.

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  4. Non posso che concordare con gli amici che hanno commentato precedentemente: il gioco che diventa vizio è una piega mica da poco :P E la mentalità che sta alla base non è positiva...

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  5. Io gioco le scommesse sportive, ma non mi sveno perché so almeneno due cose:
    Il banco vince (e questo è intuitivo)
    Tranne i paesi anglosassoni, le lotterie e il numero di gioco sono un indice inverso dell0 stato di salute dell'economia.
    Pensa a quando si giocava solo totocalcio e totip e confronta la situazione attuale

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    1. Ho vinto una volta al totocalcio... Tu sei dentro lo sport. La motivazione principale immagino non siano i soldi.

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    2. Per me no, ma vedo in giro ovunque i sintomi della dipendenza. E non è una bella cosa. Potrei fare un decalogo del giocatore dipendente, e delle "scuse" che si racconta :-D

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  6. La penso allo stesso modo. Mio zio mi diceva che lui, dopo aver giocato una vita al totocalcio, una volta aveva fatto 12 e aveva vinto circa un milione e mezzo di lire. Però si era messo a fare due conti e aveva scoperto che, calcolando tutto quel che aveva speso in giocate nei decenni precedenti, le spese per arrivare a quel "12" vincente erano state molto superiori e così aveva smesso di giocare. Anch'io non ho mai conosciuto nessuno che si è arricchito col gioco.

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