venerdì 8 gennaio 2016

Perché la scrittura non vale nulla

Non vi siete mai chiesti  Perché la scrittura non vale nulla? Perché non serve, vi rispondo io. 

Lasciate che vi racconti una storia... 

Durante le feste mi sono permesso di correggere lo status di una persona che su un social network aveva scritto un e sono stato sommerso da commenti poco piacevoli da parte degli altri profili partecipi. 

Alla fine ho fatto la figura della persona pignola e fuori luogo, visto che mi è stato evidenziato che il messaggio dello status si capiva lo stesso anche con un al posto di un po'

Lapalissiano. 

Naturalmente per me la faccenda sul social si è chiusa senza troppi strascichi, anzi ero quasi divertito. In fondo credo anche - conoscendo la persona implicata - che me la sono cercata, consapevole che ne avrei tratto qualche vantaggio per il mio blog. Insomma ho provocato delle reazioni facendo il finto tonto polemico. 

Il risultato a freddo è però terribile, l'uso della scrittura, fattore che considero tra i più importanti a livello intellettivo e culturale, è ormai vissuto come una delle ultime cose di cui preoccuparsi. 

A quanto pare sono solo dettagli per qualcuno. Dettagli come servire le pietanze insipide, tanto per rendere l'dea. 

Ma la scrittura per molti ormai non vale nulla. L'importante è capirsi. E se c'è gente che nei secoli c'ha lasciato la pelle per il suo progresso mettiamoci una pietra sopra. Tra qualche tempo potremmo capirci anche con dei  grugniti e poco importa se lasceremo la scrittura nelle mani di chi sarà chiamato a redigere postille in contratti utili a sottometterci ancora di più. 

Tanto non li capiremmo lo stesso.

Grazie!

22 commenti:

  1. Insieme a qual è con l'apostrofo è sicuramente tra gli errori più comuni in assoluto, che io stesso in passato facevo spesso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Capisco i refusi, capisco anche qualche errore di ortografia... ma certi vizi no!

      Elimina
  2. Ho paura che sia una battaglia persa in partenza. Siamo sulla via di un nuovo analfabetismo.

    RispondiElimina
  3. In effetti tu sei stato un Po pignolo, ma lui è stato un Danubio di presunzione.

    RispondiElimina
  4. Non mi meraviglio più di nulla, Avete notato quante volte i giornalisti televisivi ( non solo) sbagliano il plurale?

    RispondiElimina
  5. Sui social la regola è postare santini di gattini e persone sfortunate, indicare che cosa si è fatto al minuto tale dell'ora tale e, soprattutto, partecipare alle crociate, nel branco.
    Accade che tu, solo, faccia notare un errore e il branco si rivolti, ma accade anche che il branco distrugga una persona per un errore. Va da sé che l'errore rimane, i modi cambiano, ma non per tutti ;)
    Analfabetismo di ritorno e maleducazione stabile!

    RispondiElimina
  6. Cosa pretendiamo da persone che oramai si affidano alla "tecnologia" ed usano il T9 e non si preoccupano neanche di controllare se la parola è esatta,quel che viene,viene :-(,ha ragione Glò quando dice "analfabetismo di ritorno"...chissà se si può tornare indietro,mah!

    RispondiElimina
  7. Non è il dettaglio in sé, naturalmente, è l'atteggiamento che ci sta dietro. Si arriva al punto, senza badare al come. Farà parte della fretta cronica? Niente di buono comunque. La vera ignoranza forse è meglio.

    RispondiElimina
  8. Ormai fanno refusi pure i compilatori dei sottotitoli dei tiggì e quelli del televideo, figurati se certi utenti di social networks si preoccupano di certi errori. Purtroppo la tendenza è questa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non critico l'errore in sé, critico la mancanza di autocritica

      Elimina
  9. Bravo ben detto! Mi irritano parecchio questi errori e questo lassaiz faire che va di moda in quest'epoca di ignoranti!

    RispondiElimina

Questo blog ha i commenti in moderazione.

Info sulla Privacy