mercoledì 16 settembre 2015

Quando la #nicchia del #blogger diventa stretta

«Il mio blog era nato come strumento per postare i racconti che scrivo, almeno questa era stata la molla di partenza, subito abbandonata quando mi sono reso conto del piacere e dalle possibilità offerte dal blogging. Credo che l’ampliare gli argomenti e i contenuti possa sconcertare qualcuno ed è un rischio che va valutato in maniera obiettiva, l’arrivo di nuovi lettori equivale alla perdita di qualche vecchio afecionados. Certe scelte vanno misurate sul target dei lettori.» 

Questo brano è uno dei dieci punti che formano il post Gli errori più comuni di un blogger, pubblicato dal sottoscritto un paio di anni fa. 

Già allora avevo capito o intuito che il restare legato troppo a una determinata #nicchia mi avrebbe portato alla lunga ad avere dei problemi. Nonostante molti manuali e molti guru del buon blogging allora sostenessero (e in parte continuino a sostenere) l’importanza di far parte di un solido gruppo di simpatizzanti, sentivo che se avessi voluto diventare un vero blogger con la possibilità un giorno di poter essere influente avrei dovuto abbandonare questa zona di comfort e puntare solo sulle mie forze. 

Scelte che hanno pagato. 

A distanza di anni molti blog che frequentavo hanno chiuso. Molti altri sono caduti in un’involuzione dove ora non si fa altro che coltivare se stessi e i propri interessi, senza donare e offrire nulla di nuovo se non denigrare gli altri. 

Altri blogger si sono orientati su cose completamente diverse. 

Così succede che non sono affatto pentito di aver cercato di ampliare il mio raggio di azione e essermi impegnato a fondo con il proposito di acquisire una fisionomia e uno stile personale indipendentemente da quello che mi accadeva intorno. 

Non sono più in una sola nicchia chiusa in se stessa e i risultati che sto ottenendo sono straordinari sia in termini pratici, sia - cosa più importante - per via del valore aggiunto sul piano umano. 

Insomma ho abbandonato una #nicchia che mi stava un po' stretta.

E voi come la vedete?

Grazie!

27 commenti:

  1. Posso dire la stessa cosa. Anch'io avevo aperto il blog solo per le mie prove di narrativa. Infatti le prime due settimane presentano solo pagine di "Solve et Coagula". Poi ho sentito troppo stretta la formula. E ora, non solo la blog novel ha visite da tre cifre a volta, ma ci sono post che hanno raggiunto le quattro cifre.

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  2. Nella prima frase un po' mi rivedo. È accaduto proprio così: aprii il blog per scriverci storie ma vidi che era un bel casino farsi leggere, soprattutto in anonimato.
    Pian piano mi sono evoluto (credo) e ho cercato di ampliare molto in contenuti, cosa che ho trovato anche abbastanza spontanea. Ovviamente il pubblico cambia con ciò che scrivi.
    Tu parli di nicchia anche. A volte l'ho notata, da me, come da altri. È difficile rinnovare i lettori, o ampliarli, ma credo dipenda in parte da ciò che scrivi e in gran parte da come ti poni nella comunicazione esterna, da come, passami il termine, promuovi il tuo blog.
    Di sicuro ci sono tanti elementi che influenzano grandezza e composizione dei lettori. Rinnovarsi però credo sia importante. Senza "tradirsi" ovviamente.

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  3. Non è il più forte o il più intelligente a sopravvivere ma colui che si adatta meglio al cambiamento ;-)

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    1. Una citazione che ho ben in testa
      grazie Ryo

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    2. Purtroppo il difficile è metterla in pratica, comunque credo che il tuo discorso sia sensato... il blog non è più il proprio diario personale, bisogna dare valore a chi viene a leggerlo!

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  4. Concordo con Ryo.
    Puoi aprire un blog convinto di voler fare una determinata cosa ma poi, continuando nel percorso, con le interazione dei lettori, ci si accorge che f
    orse forse ci starebbe bene qulache cambiamento.
    Ben venga a questo punto! Basta restare se stessi!
    Ciao!

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  5. La vedo che nei miei pochissimi anni di blogging, è successo lo stesso. Ma potrei parlare negli stessi termini della "vita reale" XD Mi sorprende insomma, che si valutino le due sfere come mondi separati, per me non è così e ritrovo nella blogosfera gli stessi vizi e cattivi comportamenti (secondo la mia scala di giudizio, è ovvio) che ritrovo altrove.
    Quindi, sto dove c'è interazione positiva (ribadisco, in senso costruttivo, non di negare il confronto) e dove imparo, in termini umani e culturali e soprattutto, non faccio i conti: mi piaci e mi trovo bene da te? Scrivo e leggo. Non mi caghi (=soggetto generico) cioè non scrivi "da me"? Non mi importa. Ma se mi accorgo che spendo male il mio tempo, ovvero non mi leggi o ti ostini a non voler ascoltare e capire quello che scrivo nel tuo spazio, be', anche CIAO!
    Buon pomeriggio! ^^

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    1. Ma sei pericolosa Glò!!!! ahahahahah
      Hai perfettamente ragione, comunque. SE mi trovo bene in un posto ci torno e così con un blog, una community.... quando mi rendo conto che vengo presa per i fondelli (e non nel senso di scherzare ovvio) me ne vado.

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    2. Mi sorprende insomma, che si valutino le due sfere come mondi separati,
      Sai che una delle cose che vorrei riuscire a fare è mostrare alla gente quanto sono vicini questi due mondi?

      Sei sempre uno stimolo con i tuoi commenti! Grazie

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    3. Patricia chi dovrebbe prenderti per i fondelli?
      Non dai addito a questa possibilità

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    4. Grazie Ferruccio, mi fa molto piacere ^_^
      @Pat: un po' lo sono :3

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    5. Ma nessuno Ferruccio. Però potrebbe anche capitare sul web o neĺla vita

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    6. Patricia in casi del genere anche io me ne vado

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    7. Sì Glò, per tante persone il Web è un mondo totalmente a parte, e non una "semplice" estensione di quello "Reale"; e poi si stupiscono delle somiglianze :)

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    8. Gli status e i commenti di certe persone rispecchiano esattamente ciò che sono in realtà

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  6. Io credo che ogni Blog debba avere una propria 'linea'.
    Se parli di calcio, per esempio, va bene pure che un giorno parli di politica, o di economia, o di musica, ma devi comunque basare i tuoi post più importanti sul calcio, altrimenti si snatura e anche il lettore ( non dico quello affezionato) non ci capisce più nulla.
    Se trovo tramite google 'i più bèi goal di Maradona' e dopo mi trovo solo articoli di uncinetto e tutorial su come ci si trucca, è normale che la seconda volta che trovo il tuo blog per approfondire l'argomento 'calcio', lo lascio e ne trovo un altro

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    1. Vero su questo. Forse il discorso di nicchia volevo indicarlo come un apprezzare solo certi blog. Il mio è un sulla cultura che trasmettono i libri (questa te la devo perché mi hai fatto riflettere). Parlare del cibo di Hemingway o come scrive un libro un blogger per conto mio hanno lo stesso aspetto culturale

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  7. La nicchia si fa stretta per forza, dopo i primi tempi. Il blogger cambia, e il blog deve poter cambiare con lui. Nella nicchia è' difficile non ripetersi e anche non tenere conto dei commentatori, che magari sono diversi da quelli che immaginavi e anche dai lettori silenziosi. In ogni modo è necessario sapere aggiustare la rotta nel tempo. E' un problema che sento molto.

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    1. Sì, siamo come nei marinai alla ricerca di oceani da navigare e non possiamo farlo se restiamo nel laghetto sotto casa

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  8. Ciao Ferru, in quanto a cambiamenti penso proprio che io debba appartenere a qualche genere di blogger "mutaforma". Non a caso molti anni or sono iniziai il mio viaggio nel Web con il nickname "blogantropo" (che dà l'idea della trasformazione in un "blogger mannaro"). Non sto qui a citare altri nomi che si sono avvicendati di cui ne utilizzo ancora qualcuno, anche se sporadicamente. L'ultimo in ordine temporale è questo attuale. Ma sono sempre io, come tu sei sempre tu, l'amico blogger che stimo e apprezzo da sempre. Volevo solo aggiungere che l'evoluzione significa "cambiamento" ed è insito nel gene umano. Non ne possiamo fare a meno.

    Un saluto cordiale
    Gennaro Langella

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  9. Credo sia normale, almeno all'inizio, partire scrivendo di ciò che si conosce meglio; una volta presa confidenza con il blogging, è altrettanto naturale avventurarsi in altri campi, seguendo anche la propria evoluzione personale.
    Ci saranno sempre due o tre temi "portanti", ma ampliare il proprio raggio d'azione fa bene tanto all'autore quanto ai lettori!

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