venerdì 24 aprile 2015

Vacanza a Malta

Domani sarà la volta dell’ultimo racconto. Gli altri sono troppo lunghi per essere pubblicati sul blog. 

Oggi non resisto dalla tentazione di regalarvi anche questo, un piccolo sketch ambientato durante una vacanza in un albergo della cittadina di San Giuliano sull’isola di Malta. Un raccontino dal titolo balordo: E la luce fu. 

Era lì, solo, nella hall. Biagio lo notò appena uscì dalla sala da pranzo. Il ragazzo era seduto su una poltrona in pelle di fronte all’entrata dell'albergo. Indossava una maglietta bianca e aveva i piedi allungati sotto il tavolino. Osservava il quadro dei comandi elettrici posto sopra il banco della reception. 

Biagio pensò che fosse in trance. Lo scrutò perplesso e non si accorse quando Lella sopraggiunse alle sue spalle. 

«Perché lo stai guardando?» chiese la donna. 

«Così, è strano.» 

Lella alzò le spalle. 

«Dici di no?» 

«Dai lascialo perdere, andiamo di sopra che è tardi.» 

Salirono in camera. Biagio si lavò i denti in bagno, mentre Lella si cambiò davanti allo specchio nella stanza. Indossò una gonna cortissima, un top giallo e si profumò la pelle con gocce di Chanel n° 5. Era sexy e attraente e non passava inosservata. 

Subito dopo scesero nella hall. 

Il ragazzo non si era mosso, pareva una statua di marmo adesso. Biagio pensò che somigliasse a un tiratore pronto davanti a un poligono militare. Sembrava sempre immerso in un mondo tutto suo e non badò a Lella quando le passò vicino per mettere le chiavi della stanza nel bussolotto sul banco. 

Non si accorse neppure quando prese per mano Biagio e lo condusse verso la porta d’uscita l’albergo. 

Non staccò lo sguardo dal quadro, mentre Biagio l'osservava. 

Lella scosse il capo allora, sorrise, poi con Biagio uscì. 

Mano nella mano, i due imboccarono la strada che conduceva verso il centro di San Giuliano. Proseguirono finché si trovarono in una piazza. Da lì in avanti, lungo i viottoli pedonali, era tutta una serie di locali, ristoranti e night club. La musica ad alto volume si confondeva con le voci dei turisti. 

Trovarono un disco pub che faceva per loro, con musica piacevole e folla contenuta. Si sedettero a un tavolo. Lella bevve un Mojito e Biagio una birra media. 

Risero e si guardarono negli occhi. Poi risero di nuovo. Alla fine il colore del top e la scollatura della ragazza fecero il resto. 

«Torniamo in albergo» propose Biagio. 

Lella arrossì. «Ora?» 

«Ti prego!» 

Lo trovarono ancora lì: stessa poltrona e stessa espressione sulla faccia. Lo sguardo sempre fisso verso il quadro elettrico. 
«Certo che il mondo è pieno di tipi balordi» disse Lella, «io avvertirei qualcuno, è davvero strano.» 

Biagio non rispose, guardò il ragazzo ma aveva altro in mente. Ritirò le chiavi e si diresse verso l’ascensore eccitato. Quasi sfondò la porta della camera, trascinando la ragazza che rideva. La spinse sopra il letto al buio e fu in quell’istante che si accesero le luci d’emergenza. 

«Cosa succede?» chiese Lella. 

«Non ho fatto nulla» borbottò Biagio. 

Si fermarono prima che potessero iniziare a spogliarsi. Non capirono il motivo del blackout, ma Biagio avrebbe continuato a giocare con la donna. Lella, però, si alzò e lo obbligò a scendere nella hall per chiedere informazioni. 

Da basso Biagio scoprì che si trattava soltanto di un problema dovuto a un calo di energia, qualcosa che riguardava il contatore elettrico generale. Nulla di preoccupante, presto gli addetti dell'albergo avrebbero trovato la soluzione e tutto sarebbe tornato nella norma. 

Allora si rilassò e pensò che sarebbe stato delizioso tornare in camera e poi fare l’amore nel chiarore soffuso delle luci d’emergenza. 

Quando, però, vide il ragazzo in piedi nella penombra, la rilassatezza si trasformò in stupore. Benché ci fosse poca luce, Biagio vide che sorrideva. 

Il ragazzo sembrava soddisfatto e, appena si accorse di essere osservato, sogghignò quasi con fierezza. Poi il ghigno sul viso si trasformò di nuovo in una maschera seria. 

Studiò Biagio per qualche istante, quindi si girò di nuovo a fissare il quadro elettrico. 

Subito dopo, come per incanto, la luce ritornò. 

"Grazie della lettura"

13 commenti:

  1. Una strana professione senza dubbio ;D
    Bello anche questo racconto, pur se meno poetico degli altri. Attendo quello di domani. Pensi di fare una raccolta in e-book e/o cartaceo dei racconti più lunghi?

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    1. 3 racconti sono vicini alle venti, cartelle non le posso postare sul blog.
      Vedrò!

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    2. andando in giro, gli albergo sono sempre pieni di gente strana. Nato così

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  2. Molto reale questo racconto,nel leggerlo mi sembrava di esserci anch'io con Bigio,Lella e lo strano ragazzo; sei bravo Ferruccio mi piace il tuo modo di raccontare :-)

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  3. Ahaha, bellissimo!
    E sono d'accordissimo anche io: in hotel trovi davvero gente strana, ma perché sono gli alberghi a essere strani...

    Moz-

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    1. Molti spunti si trovano in giro negli alberghi
      grazie Moz-

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  4. Bel racconto, Ferruccio!
    Gli alberghi sono acnhe posti strani ma è l'occhio della persona attenta che nota tanti particolari. Il cliente frettoloso perde tante cose interessanti.
    Tu, no! :)
    Ciaooo

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  5. Parteggio per il tipo strano! XD Disturbo alla quiete dei banali turisti, fantastico!

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