giovedì 26 febbraio 2015

Il capolavoro più brutto da leggere

Credo sia capitato a tutti di leggere un libro considerato un capolavoro - e sì, ammettere che sia davvero un capolavoro per contenuti o per valore culturale e magari altre motivazioni - ma trovarlo molto faticoso  e brutto in quanto a stile e scrittura usata, tanto da farti dire che, se al giorno d’oggi, dovesse finire d’oggi in mano a certi editor, o, peggio, tra le grinfie di certi appassionati di forum letterari, non ne sarebbe apprezzato neppure l’incipit e difficilmente verrebbe pubblicato. 

Non so, penso a certi splendidi e affascinanti mattoni di qualche secolo fa principalmente, senza fare nome e titoli precisi, ma fanno parte di questa lista anche volumi importanti e best seller del tempo odierno. 

Dopotutto sono più che mai convinto che un titolo appartenente a questa categoria di opera sia uscita fuori anche dalla vostra mente nel momento stesso in cui avete letto le prime righe di questo post

Ora come si è ben capito non voglio sapere qual è il libro più brutto che avete letto, forse l’ho chiesto in un altro contesto. 

Prendendo in considerazione il pensiero di Ernest Hemingway riguardo a Fëdor Dostoevskij: 

Come può un uomo scrivere così male, così spaventosamente male, e comunicarti delle sensazioni così profonde? 

Voglio sapere invece un libro che vi ha appassionato, emozionato, riempito di sensazioni positive ma che non vi abbia per niente preso dal punto di vista dello stile e delle scrittura vera e propria. 

Facile no? Fuori i second… il titolo.

Grazie per la lettura!

19 commenti:

  1. Non ho un titolo specifico da segnalare, ma una semplice considerazione da fare: qualunque capolavoro dell'800 prenda in mano mi fa venire due cosi ovali così con l'incipit, perché passavano tutto il primo capitolo e almeno metà del secondo a descrivere la situazione fin nei minimi dettagli. Con l'occhio di un lettore moderno, che vuole azione fin da subito, una parte introduttiva così è davvero da suicidio.

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    1. Concordo con Hulm.
      Siamo abituati ad un altro stile, più moderno, rapido, veloce. A descrizioni che comunque possiamo ritrovare guardandoci attorno con attenzione.
      Forse è quello il grande problema. Non riusciamo a vedere c on gli occhi della mente il mondo dell'epoca narrata nel libro.
      Bei titoli scritti male? Non saprei proprio. Ogni scrittore, ogni epoca ha il suo stile. Forse su questo che dovremmo far mente locale ogni tanto.
      Ciao
      Patri

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    2. Concordo con Hulm.
      Siamo abituati ad un altro stile, più moderno, rapido, veloce. A descrizioni che comunque possiamo ritrovare guardandoci attorno con attenzione.
      Forse è quello il grande problema. Non riusciamo a vedere c on gli occhi della mente il mondo dell'epoca narrata nel libro.
      Bei titoli scritti male? Non saprei proprio. Ogni scrittore, ogni epoca ha il suo stile. Forse su questo che dovremmo far mente locale ogni tanto.
      Ciao
      Patri

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    3. Grazie Patri hai terribilmente ragione

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  2. Potrei dire "Il Doktor Faustus" di Thomas Mann. Libro straordinario, ma con una scrittura di pesantezza unica.

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  3. A sQuola mi hanno sempre spacciato "I promessi sposi" per capolavoro ma l'ho sempre trovato pallosissimo e mostruosamente moralista. Insomma, fa il paio con "La corazzata Potemkin". :-D

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  4. Raymond Carver, scrittore per non essere scrittore e che ti ferma solo gli accadere

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  5. 'Confessioni di una maschera', ma anche 'Il Padiglione d'oro' di Yukio Mishima.
    Io adoro Mishima, adoro la sua sensibilità così fragile e così pungente, ma la traduzione in italiano rende i suoi testi verbosissimi e spesso difficili da apprezzare completamente, ho fatto molta difficoltà a portare a termine il secondo più difficoltà rispetto al primo che ti ho citato, ma il suo messaggio è molto forte e pregnante. Tant'è che continuerò a leggere Mishima pur sapendo di dover incontrare questo ostacolo, ovviato soltanto in un testo che ho adorato per contenuto e forma: 'Dopo il banchetto'.

    Spero di aver risposto bene alla domanda! :°D
    Ciao Ferruccio.

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    1. Ho letto soltanto l'età verde di Mishima

      Hai risposto eccome, ciao Alessia

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  6. Nessun capolavoro è brutto da leggere se hai nella tasca della giacca un giallo mondadori di riserva :)

    Gino Spaziani

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  7. Non ne so citare uno! :P
    Difficilmente lo stile per me è un limite nella lettura, anzi, mi piace moltissimo "sperimentare".
    Potrei al limite citare Pasto nudo di Burroughs.

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  8. Per me non è il capolavoro più brutto da leggere,ma I CAPOLAVORI :Odissea-Iliade-L'Eeneide...mio Dio quanto li ho odiati,un piombo :-)

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  9. Mi è capitato con una raccolta di racconti di Ryunosuke Akutagawa, molto interessante ma penalizzata da una pessima traduzione.

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