sabato 24 gennaio 2015

Anime Robotiche di Claudio Cordella in vetrina

Ritorna in vetrina Edizione Imperiom, questa volta con il saggio di Claudio Cordella, Anime Robotiche – L’evoluzione della psicologia dei protagonisti negli anime robotici

Robot giganteschi ed eroi giovanissimi, ecco uno degli ingredienti più noti dell’animazione made in Japan, un cocktail di successo che continua a mietere tutt’oggi numerosi consensi a livello mondiale. Si tratta di un panorama immutabile o forse qualcosa è cambiato, dai lontani anni ’70 sino a oggi, nella rappresentazione dei piloti di questi titani d’acciaio? 

Moltissimo” risponde l’autore di questo saggio, secondo cui l’evoluzione del genere robotico giapponese sarebbe sempre stata accompagnata da una diversa rappresentazione della psicologia dei suoi campioni. 

Dalle produzioni leggendarie del passato come Mazinga, Goldrake e Gundam, amate anche da più di una generazione di italiani, fino a miti odierni come Evangelion, possiamo osservare una progressiva umanizzazione dei protagonisti di queste avventure. Al tempo stesso, costoro rappresentano simbolicamente un’umanità che deve maturare, costretta per forza di cose a convivere con un’onnipresente realtà automatizzata. 


Dagli esordi degli anni '70 ai primi anni '80  - La storia dei moderni anime robot inizia negli anni '70 con il fumettista Kiyoshi Nagai, noto a livello planetario con il nome d'arte di Gō Nagai. Le tavole del suo Mazinger Z(Majinga Z), pubblicate dal 1972 al '73, dapprima sulle pagine della rivista Shōnen Jump e in seguito raccolte in cinque volumi, fanno sensazione. Non che prima di allora non si fossero mai visti, nei cartoni animati (anime) e nei fumetti giapponesi (manga), dei robot giganti ma i “robottoni” nagaiani sono assai diversi da tutti i loro predecessori. Il nostro ha una geniale intuizione che risulta essere epocale: immaginare che i piloti di enormi giganti meccanici non comandino più a distanza le loro macchine con dei telecomandi, cosi com'era avvenuto in passato, ma che possano salirvi direttamente a bordo. Una tradizione dal sapore leggendario, analoga a quella che vuole che Walt Disney abbia inventato Mickey Mouse (Topolino) dopo aver scorto un piccolo roditore, racconta di come il disegnatore nipponico, bloccato nel traffico caotico di Tokyo, abbia desiderato che la sua macchina avesse braccia e gambe robotiche. Trasformandosi così in un automa che gli avrebbe consentito di oltrepassare a grandi balzi gli ingorghi metropolitani. 



Claudio Cordella è nato a Milano il 13 luglio del 1974. Si è trasferito a Padova dove si è laureato in Filosofia, con una tesi dedicata all’utopismo di Aldous Huxley, e in seguito in Storia, con un lavoro imperniato sulla regalità femminile in età carolingia. 

Nel 2009 ha conseguito un master in Conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio industriale dopo aver svolto uno studio incentrato su di un canapificio storico; situato a Crocetta del Montello (Treviso), compiuto assieme a Carmelina Amico. Scrive narrativa e saggistica; ha partecipato a diversi progetti antologici e ha collaborato con alcune riviste. È stato il vice direttore del web magazine Fantasy Planet (La Corte Editore). Nel 2012 ha partecipato all’ottavo Congreso Internacional de Molinologia, che si è svolto a Tui (Galizia), con un intervento intitolato Il mulino di Villa Bozza, la conservazione possibile, attraverso un progetto imprenditoriale, dedicato alla storia di un mulino padovano e scritto in collaborazione con Camilla Di Mauro. Recentemente, per LA CASE books, è uscito Fantabiologia

Dai mondi perduti a Prometheus, un saggio di storia della cultura popolare da Jules Verne a Sir Ridley Scott. Con Edizioni Imperium ha pubblicato: collana saggistica L’ultimo secolo di Roma – una storia di possibilità perdute (375-476) Anime Robotiche – l’evoluzione della psicologia dei protagonisti negli anime robotici. Per la collana fantascianza Inanna, Ludosfera, Sarara, Lady Sarara (vers. Inglese)


Per partecipare alla vetrina, ora anche su google plus, seguite le istruzioni su Una settimana su facebook, oppure scrivete a Ferrugianola@hotmail.com 

Grazie per la lettura!




3 commenti:

  1. Ho sempre immaginato che un giorno inventeranno un robot da "indossare" con cui potremo fare qualsiasi cosa, come: correre a gran velocità, volare, sollevare pesi enormi, ecc. :-)

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  2. *__* Ohhhhh! Tutto ciò è per me particolarmente interessante!
    Una tra le varie passioni che ho da tempo!

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  3. Quante abbuffate di robottoni ho fatto da bambino :D. Anche se non ho mai apprezzato i protagonisti adolescenti.

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