L’esperienza acquisita con anni di blogging mi permette di redigere e pubblicare articoli, consapevole del riscontro che avranno: un po’ come il panettiere al corrente di quanto pane deve sfornare per rifornire i suoi negozi. Normalmente non sbaglio. Faccio uscire i nuovi articoli tra le sette e le otto di ogni mattina, indipendentemente dalla mia presenza o meno e di solito i flussi di lettori hanno variazioni minime per tutto l’arco della giornata - questo naturalmente per il novanta per cento dei post.
Poi succede anche dell’altro. A volte pubblichi un articolo bomba o presenti il classico crack, se così si può dire, e alle dieci del mattino il pane è già finito e con grande gioia hai ottenuto le visite che normalmente ricevi in due giorni.
Ma non sempre è festa e accade anche il contrario. Capita che il pane ti ritorni indietro. Capita di pubblicare post in cui si crede molto e trovarsi con dei miseri riscontri ed è su quest’ultimo punto che voglio fare una piccola analisi con il vostro supporto.
Sono molto istintivo nella scelta dei titoli e anche degli argomenti che non rientrano nelle rubriche fisse, sono tuttavia sempre molto fiducioso rispetto a quello che vado a proporre e constatare che un determinato spunto non è apprezzato lascia sempre un po’ d’amaro in bocca.
Ho provate così a elencare cinque tipi di articoli che al sottoscritto non hanno mai portato fortuna e che secondo me bisogna evitare di pubblicare sul blog:
1 - Non rifare articoli basati su un post di successo: hai ottenuto un successo straordinario con un articolo? Non pensare che crearne un altro sulla falsariga ottenga lo stesso risultato, la minestra riscaldata va bene quando non c’è altro, ma va bene per modo di dire.
Anche le riproposte devono sempre avere un respiro originale e nuovo.
2 - Non seguire il trend del momento: nel mio caso redigere post seguendo il trend del momento non mi ha mai portato lontano. Troppa concorrenza davanti. Inoltre non è facile essere tuttologi. Ho fatto qualche esperimento in passato ma non mi ha mai soddisfatto lavorare con simili modalità.
Mi ricorda un po’ il cavalcare l’onda: quando il mare si calma non si va più da nessuna parte e si va a fondo.
3 - Non creare post lamentosi: meglio evitare di lamentarsi del mondo cattivo che non ci capisce solo per ricevere una pacca sulla spalle nei commenti da parte degli amici. Per questo c'è facebook e non è che sia molto onorevole.
Mi è capitato di fare qualcosa di simile in passato e la trovo la cosa più deleteria che un blogger possa fare. Fingere di piangersi addosso o piangersi addosso è davvero poco serio: significa non avere niente da dire. La trovo una cosa da bambini dell’asilo e non da gente che rapportandosi con la rete deve assumersi delle responsabilità in quello che scrive.
4 - Non parlare di cose private: segnalare un successo personale, con un post specifico, fuori da un determinato contesto, e assillare i lettori con le cose personali non mi ha mai portato fortuna, anzi il più delle volte ha irritato qualche lettore che da anonimato ne ha approfittato per trollare e mi ha creato delle inimicizie. Non interessa a nessuno il più delle volte! Post del genere sono anche poco letti e anche poco commentati. Va bene l'occhiolino ogni tanto, ma per ogni tanto intendo due volte all’anno massimo.
5 - Evitare recensioni e promozioni: la vetrina settimanale ha acquisito una certa forma e procede con grande successo. Forse perché il modo distaccato di presentare novità letterarie, concorsi ed eventi con le modalità che ho scelto coinvolge maggiormente (ho visto pure che qualche blogger si è ispirato a questa mia rubrica).
Non così per le recensioni, rarissime, o segnalazioni che ogni tanto mi capita di fare. Le tematiche e i contenuti che porto avanti con il mio blog non mi permettono di essere ipocrita.
Poche storie il blogging è solo inventiva, inventiva e ancora inventiva e soprattutto parlate solo di quello che conoscete e fatelo nel modo che conoscete.
condivido: i post mattutini sono i migliori (la mente è ancora fresca e, in genere, lavora meglio) e, soprattutto, bloggare richiede originalità, INVENTIVA (as you said)
RispondiEliminaGrazie il bibliofilo - sempre molta inventiva
EliminaCondivido molto la scelta sui post "lamentosi" e quello sulle recensioni (se dedicate a opere di italiani, la maggior parte dei quali è incapace di gestire l'essere criticati negativamente).
RispondiEliminaLa penso diversamente su quelli relativi a storie personali: se la storia è interessante e tratta temi/situazioni condivisibili dai tuoi lettori perché non farne un post? Anzi, secondo me sono proprio questi quelli che ti differenziano e personalizzano rispetto ad altri, e ti aiutano a stringere un rapporto più umano/reale con i tuoi lettori.
Perfetto Alessio, sono d'accordo, in realtà il discorso post personali merita un approfondimento oltre che un chiarimento su quello che intendo
Eliminagrazie
oops, spesso posto proprio questo tipo di post...
RispondiEliminaperò pensieri cannibali senza recensioni non potrebbe proprio stare. :)
Tu ti occupi di cinema e credo che il target di riferimento - se così si può dire - sia diverso. La cinematografia ha un raggio d'azione molto più grande.
EliminaSul mio blog se recensisco un libro non arriva nessuno a leggere
Ottimi consigli. Superlativi il 3° (nun chiammà triste, ca peggio te vene) e la riflessione finale, a chiusura. Beh, anche se in questo caso io dovrei spegnere il pc... :-D
RispondiEliminaGrazie Salicchiella, non spegnere niente
EliminaParto dal fondo Ferruccio?
RispondiEliminaQuando posto "recensioni" di libri è vero. Ci sono pochi lettori. I soliti, direi.
Forse non sono capace a farle. Forse non interessano.
Il discorso è che io scrivo di libri che leggo e che mi hanno dato qualcosa. Avevo anche fatto un post in proposito. Sono solo mie riflessioni personali. Un altro può vedere nello stesso libro qualsiasi altra cosa.
Il piangersi addosso no! Si può anche raccontare un aneddoto. Si può anche dire ma lo sapete cosa mi è successo stamattina? Ma poi, di lì, deve partire una riflessione più ampia.
Per carità! C'è anche chi ha bisogno di una pacca sula spalla e allora ben venga uno sfogo. Che non diventi abitudine, però. A meno di non fare un blog a tema fisso... tipo quello della ragazza malata di cancro che voleva condividere i suoi momenti di dolore e la sua storia. Ma è una cosa diversa.
Per il resto sono d'accordo anche sul seguire l'onda. Sarà che a me le mode non piacciono quindi evito il più possibile,
Ciao!
certo i tuoi esempi sono calzanti, grazie
EliminaSono d'accordo con le tue considerazioni.
RispondiEliminaL'importante è scrivere post perchè li consideri interessanti.
Essere ossessionati [ma non è il tuo caso] da quante visite si ricevono o dal numero di condivisioni, serve solo a soddisfare il proprio ego.
Ci si accorge a un certo punto che un blog, se fatto bene, va avanti da solo
EliminaLa vedo come te, in linea di massima.
RispondiEliminaDiciamo che io però ci metto sempre qualcosa di personale, perché è la natura del mio blog stesso, solo che lo faccio tra le righe. Per ora sembra funzionare e avvicinare i lettori.
Moz-
come ho detto ad Alessio, per personale intendo fare nei prossimi giorni un chiarimento. Parlare di cose personali o storie personali che sono di valore aggiunto per chi legge non è un parlare di cose personali in chiave egoistica: dovevo scrivere così
EliminaAspetto con ansia questo nuovo post, allora. Mi piace la frase "cose personali in chiave egoistica"
EliminaDevo fare una bella riflessione: io scrivo sempre in prima persona e quasi sempre in maniera soggettiva, con il mio punto di vista ma non penso di scrivere di cose personali
EliminaForse bisognerebbe intendersi sul personale.
EliminaLe liti col marito o la moglie, le malattie, quelle sono personali. Anche intime.
I pensieri, le proprio opinioni sono sì personali ma credo che non ci sia niente di strano a condividerli, anche perchè altrimenti dove finirebbe il dialogo?
Proprio così
EliminaIo ho vissuto un po' la situazione opposta a quella che descrivi. Nel senso che tra i cinque post più popolari del mio blog ce ne sono due di cinema che davo per scontato avrebbero attirato pochissime persone :O
RispondiEliminaCi sarebbero un milione di cose da scrivere Ivano
EliminaPienamente ragione,
RispondiEliminaper i punti 2-3-4, il 5° mi sembra molto interessante e se adeguatamente sfruttata, oltre che una risorsa importante per i lettori, può rappresentare un punto di partenza promettente anche per il blog.
Per il primo punto invece, sono d'accordo che la minestra non vada riscaldata. Il segreto è riproporre il post, ma cambiando punto di vista, approfondendo l'argomento, e cos' via. I post di maggiore successo dei nostri blog devono essere rielaborati per ripetere un nuovo successo e non ricalcarne uno vecchio.
Grazie Carlo, vedo che la pensiamo allo stesso modo
EliminaFerru, c'è lamentazione e lamentazione. Se il lamento è divertente e non è lagna, io lo leggo e commento pure. Non pessimismo e fastidio, ma ironia e fiducia.
RispondiEliminaCerto Giusy sono d'accordo. Per lamento intendo solo quello legato al pessimismo
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