L’ultima vetrina dell’estate e dedicata al progetto che ruota attorno al film Sfida a Crown Valley di Giuseppe Antonio Miglietta, tratto da un soggetto dello scrittore Domenico Rizzi, ricavato dalla short-story “Old Bessie” (dal libro “Pianure lontane”) è arricchito da alcune digressioni tratte da racconti di altri autori: Cesare Bartoccioni, Luca Barbieri, Marcello Rufolo e Roberto Guarino.
Si tratta di un progetto in cui tutti coloro (attori, cast tecnico e reparto produzione) che sono coinvolti nella realizzazione del film, diventeranno proprietari di una parte dei diritti di sfruttamento economico del film e parteciperanno alla distribuzione degli utili in proporzione, in cambio del loro lavoro o contributo , che può essere finanziario (finanziatori, sponsor, aziende, Product Placement), lavoro (tecnici, maestranze, collaboratori) e artistico (attori).
Sinossi:
Siamo a Crown Valley, uno sperduto e polveroso mucchio di case nelle terre aride del New Mexico. Sono gli ultimi decenni del XIX secolo. Sono anni di sviluppo, di frenesia, di voglia di fare e muoversi, di ferrovie che solcano la terra e attraversano gli stati americani come inesorabili mostri di modernità. E sono gli anni che vedono Caleb Kingsley, ex sceriffo cinquantenne con un passato da assassino e feroce ladro di cavalli diventato poi esecutore della legge, invecchiare e trascinarsi stancamente per le strade ormai spopolate di Crown Valley, immerso nei ricordi degli errori passati e soprattutto in attesa di un nemico con cui regolare i conti prima di morire.
Con lui c’è Old Bessie, al secolo Elisabeth Steelman, una ex prostituta che ora possiede e gestisce un saloon dove, ormai, sono rimaste a lavorare per lei solo la rossa Martha, di origine tedesca, e l’ispanica Isabèl. Bessie resiste alla tentazione di abbandonare Crown Valley e decide di rimanere accanto a Caleb, l’uomo che più di tutti ammira, ad aspettare con lui il ritorno in città del suo acerrimo nemico.
Così, mentre i giorni passano lenti e assolati, Caleb e Bessie ripercorrono i momenti più salienti della loro vita.
E’ il 1871 quando i due si incontrano ad Abilene per la prima volta, ancora giovani e pieni di vitalità. Bessie è una giovane meretrice ammirata da tutti che vuole trasferirsi nella città di Newton, e Caleb è il vice dello sceriffo Wild Bill Hickok, uomo spesso avventato e dalla pistola facile.
Un anno dopo Bessie ha realizzato il suo piccolo progetto: è a Newton, dove lavora in un Saloon, e inizia una relazione con il mandriano texano Frank Larsen.
Passano tre anni e Bessie e Caleb si ritrovano a Crown Valley dove si sono entrambi trasferiti e dove la donna gestisce il saloon di proprietà del suo uomo Frank. Ma la relazione è tutt’altro che idilliaca; l’uomo, infatti, è spesso fuori per lavoro o per condurre i suoi loschi affari con il fratello Clint ed il loro scagnozzo messicano Chico Alvarez e, quando è presente, non perde occasione per pretendere una gran fetta degli incassi del saloon e delle prestazioni delle ragazze.
E’ per questo che rivedendo Caleb, ormai sceriffo, la donna gli confessa che avrebbe voluto scegliere lui al posto di Frank, che sarebbero stati felici insieme, ma Caleb felice lo è già, ha accanto una donna che ama, Juliet ed ha un lavoro che gli piace. Insomma, la sua vita sembra perfetta: è rispettato dalla gente, fa rispettare la legge anche andando tenacemente a caccia, per parecchi chilometri, di due feroci stupratori ed assassini di bambine.
Tuttavia, l’ambivalenza di Caleb rimane sempre in bella vista, sia quando si tratta di venire a patti con un fattore assassino e approfittatore delle sue stesse figlie, sia a livello personale. Infatti, sono la sua indecisione e i suoi timori che, spingono Juliet a fuggire via con un uomo che le promette ciò che Caleb non può o non vuole darle: una famiglia, dei figli, una vita “ordinata”.
E’ a questo punto che la vita di Caleb prende una brutta discesa; disperato per l’abbandono di Juliet comincia a bere e ad essere negligente sul lavoro a causa dell’alcolismo, e questo lo porta a fare un gravissimo errore del quale pagherà le conseguenze per molto tempo.
Ubriaco, si reca ad arrestare Frank Larsen e i suoi compari per i furti di bestiame che commettono, ma, non essendo perfettamente lucido, si fa malmenare brutalmente dai tre. Come se no bastasse, due di loro riescono a fuggire mentre Frank viene ferito proprio dalla sua donna, Bessie, l’àncora di salvezza di Caleb, la quale gli ha dimostrato di tenere molto di più a lui che al suo uomo.
Larsen ottiene una condanna a sette anni di prigione, mentre Caleb perde la dignità agli occhi della gente e soprattutto agli occhi di se stesso. Diventa l’ombra dell’uomo che era, passa da un letto all’altro, instaurando futili relazioni puramente fisiche, con la speranza di colmare il suo vuoto interiore che, però, solo la vendetta può appagare.
Da questo momento in poi, infatti, l’intera sua esistenza si fonda sul giorno in cui rincontrerà Frank, perché lui sa che l’uomo tornerà da lui, lo sa perché il bisogno di pareggiare i conti è l’unica cosa che lega i due uomini.
Tutto ciò per cui ha vissuto è stato messo in discussione in un attimo, e quando Frank torna a Crown Valley con il fratello e il Messicano Chico Alvarez è in una violenta e precipitosa sparatoria che il tutto si risolve. Bessie, ancora una volta, mette da parte i propri interessi e si dimostra la persona più leale verso Caleb e quella a cui lui deve la vita.
Il tragico finale arriva ampiamente annunciato dalle scelte di Caleb e Bessie, dalla loro forza di volontà e dalla loro tenacia. Gli sbagli, le speranze, i ricordi, le prese di posizione giungono infine a condannarli alla morte, fisica per una e spirituale per l’altro. Ma, come l’araba fenice, dalle ceneri di una vita passata c’è sempre la possibilità della rinascita; un futuro diverso è ancora possibile, se si guarda dritto verso l’orizzonte.
Del cast fanno già parte Tim Abell per il ruolo principale di "Caleb", Sasha Higgins, Todd Allen,
Alex Demcenko, Brent Rock, Alison Meredith, Martin Angerbauer, Kincaid Walker, Clariza Vicente Filipowski, Christopher Weir e Riya Ray.
Il film sarà girato in lingua inglese, in quattro settimane, (24 giorni lavorativi) in Italia ed avrà come locations il Salento.
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Giuseppe Antonio Miglietta originario di Aradeo (Lecce), entra nel mondo del cinema studiando sceneggiatura, regia e recitazione con il Maestro Giuseppe Ferrara (I pugni in tasca, Il caso Moro, Cento giorni a Palermo, I banchieri di Dio, Giovanni Falcone).
Frequenta poi il corso di dizione presso il “Laboratorio di Dizione della Lingua Italiana”.
Si dedica in seguito alla sceneggiatura prediligendo storie vere, reali, in cui lo spettatore può immedesimarsi e riconoscersi nei personaggi.
Sulla scia di queste convinzioni, si dedica alla scrittura di varie sceneggiature per cortometraggi, tra cui "Esame Finale", prodotto nel 2004, ha come finalità principale quella di trasmettere l'educazione alla legalità nell'ambito scolastico. Il cortometraggio è stato presentato in vari Festival nazionali e durante la trasmissione di TeleRama "In Famiglia", riscuotendo vari consensi soprattutto tra i giovani.
“Fare un film per me è come parlare, scrivere…è come vedere il mondo già proiettato su uno schermo”, dichiara in una recente intervista.
Il suo totale bisogno di fare cinema, di imprimere su pellicola le proprie idee, i propri sogni lo portano nel 2004 a realizzare sia nella veste di produttore-organizzatore generale che di regista, il suo primo film di più ampio respiro Dimenticare mio padre, sceneggiato da un soggetto dello stesso Miglietta in collaborazione di Chiara Arcadi ed interpretato da Miryam Mariano, Federico Della Ducata, Piero Rapanà, Tullio Extrafallaces, Chiara Ingrosso e la piccola Giovanna Stefanelli.
Il film che nasce da un’idea soggetto dell’autore, a seguito della conferenza stampa tenutasi nell’Hotel Patria di Lecce, e della prima nazionale al Cine Teatro Italia di Gallipoli dove si è registrato il tutto esaurito con l’approvazione della critica, della stampa e del pubblico, è andato in distribuzione con successo, durante l’estate, in quasi cinquanta piazze della provincia di Lecce.
Nell’anno scolastico 2005/2006 come docente esterno presso il Liceo Scientifico “C. De Giorgi” di Lecce, ha diretto il laboratorio di Cinematografia “Dall’idea all’immagine – come nasce un film”, un seminario pratico sul linguaggio e sulla scrittura cinematografica.
Nell’anno scolastico 2006/2007 sempre come docente esterno presso l’I.I.S.S. “F. REDI” – I.T.C. di Campi Salentina, nell’ambito del Progetto “Leggere Cinema” - Laboratorio di Cinematografia, ha scritto e diretto il cortometraggio “Il treno della vita”, prodotto dal Cinecircolo “M. Troisi” – Centro Studi Cinematografici.
Il cortometraggio, che nasce da un’idea-soggetto dello stesso regista e sceneggiato in collaborazione degli alunni dell’I.T.C., racconta la storia di Francesca una giovane adolescente, che vive con disagio la separazione dei suoi genitori ed è oppressa dal languido “male di vivere”.
Una delle sue ultime sceneggiature "Al primo canto del gallo", scritta per un lungometraggio, insieme a Franco Ferrini (C’era una volta in America), già in concorso al RIFF (Roma Indipendent Film Festival), al Sonar Film Festival 2004 ed al BAFF 2004 (Busto Arsizio Film Festival) narra il dramma di una giovane coppia di sposi, tra intrighi, amore, gelosia, tradimento e carcere nel Salento degli anni ‘60.
Attualmente, insieme al noto scrittore Domenico Rizzi, ha scritto una sceneggiatura western dal titolo “Sfida a Crown Valley”, tratta da un soggetto dello stesso Rizzi.
Tra i suoi prossimi impegni, la realizzazione del film “Al primo canto del gallo” e la stesura di una nuova sceneggiatura dal titolo “I Ragazzi Con Le Magliette A Strisce”, ispirata ai fatti di Reggio Emilia del luglio 1960 e tratta dal libro di Gianni Carino.
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Grazie Ferruccio per questo interessante recensione che ho letto tutta d 'un fiato
RispondiEliminaGrazie a te Ezia
EliminaUn progetto audace proprio come gli eroi del West di cui il film ne racconterà le gesta. Non ci resta che sederci in sala cinematografica e attendere che si spengano le luci :-)
RispondiEliminaUn progetto che mi auguro vada in porto
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