domenica 29 giugno 2014

Per chi suona la campana: è l’ora del pranzo

Per chi suona la campana
L’altro giorno avevo in mente di postare un articolo in cui segnalavo i romanzi - che figurano tra quelli considerati dei mattoni letterari - letti però più velocemente. Lo farò nei prossimi giorni. 

Intanto vi anticipo scrivendo che Per chi suona la campana di Ernest Hemingway è uno di questi. Tuttavia, malgrado per molti sia visto come un mattone io l’ho iniziato e l’ho finito senza interruzioni, tolte quelle necessarie per vivere e lavorare. 

Ci sono proprio finito dentro in quei tre giorni di storia ambientati sulle montagne tra Madrid e Segovia, nonostante le cinquecento e passa pagine e nonostante i caratteri di scrittura piccolini. 

Sicuramente uno dei libri più emozionanti di Hemingway, scritto con una maestria superba e con uno stile più barocco rispetto alla tipica narrativa di Papa. Lo noterete anche voi leggendo questi cinque brani legati al cibo. 

1 - Ora mangiavano tutti dal tegame, in silenzio, com’è il costume spagnuolo. La pietanza era coniglio cotto con cipolla e peperoni verdi, e nella salsa al vino rosso nuotavano dei piselli. Era cucinata bene, la carne si staccava dalle ossa e la salsa aveva un sapore delizioso. 

2 - Non spirava vento ed ora, strappato all’aria calda della caverna ispessita dal fumo del tabacco e del carbone, dall’odore della carne cucinata e del riso, dello zafferano, dei peperoni e dell’olio, dall’odore catramoso del grande otre imbevuto di vino appeso per il collo dietro la porta, con le quattro gambe divaricate e uno zaffo in una gamba (un po’ di vino versato in terra sollevava l’odore della polvere) strappato ora agli odori delle molte spezie di cui ignorava il nome e che pendevano in mazzi dal soffitto accanto a lunghe collane d’agli, lontano dall’odore delle monete di rame e del vino, dall’aglio… 

3 -  “Si mangiava sulla spiaggia in certi padiglioni. Polpette di pesci arrostiti e sminuzzati, e peperoni verdi e rossi, e nocciuole piccole come grani di riso. Polpette leggere e deliziose, e pesci di un sapore incredibile. Gamberi di scoglio appena pescati, col limone, rosei e dolci: ne facevi quattro bocconi ognuno...” 

4 - C’erano due grosse pagnottelle a testa, imbottite di carne e formaggio di capra, e Robert Jordan aveva tagliato grosse fette di cipolla col suo coltello da tasca e le aveva messe sulla carne e sul formaggio tra le fette di pane. 

5 - “Il tuo zingaro (te lo regalo) l’ho mandato a cogliere funghi per cucinarli con le lepri. Ci sono una quantità di funghi nei boschi, ora e ho pensato che è meglio mangiare le lepri, per quanto sarebbero state più buone domani o domani l’altro.” 

Buon appetito!

10 commenti:

  1. Ad ogni punto mi è sembrato quasi di percepire i profumi e di far parte di quei precisi istanti descritti... grande Hemingway !

    RispondiElimina
  2. Alcuni aspetti della vita di Hemingway hanno sicuramente influenzato il suo modo di scrivere. Probabilmente, le sue abitudini alimentari sono quelle che più si riflettono nella sua letteratura assieme alle numerose avventure di cui lo scrittore si è reso protagonista di persona.

    RispondiElimina
  3. Oltre a saper bere, sapeva mangiare.
    Cristiana

    RispondiElimina
  4. Per me 3 e 4.
    Niente conigli e lepry, con la ipsilon XD

    Moz-

    RispondiElimina

Questo blog ha i commenti in moderazione.

Info sulla Privacy