lunedì 7 ottobre 2013

I sei consigli letterari di William Faulkner

William Faulkner, il premio Nobel autore di lavori come L' urlo e il furore, Luce d'agosto, Palme Selvagge, è sempre stato uno dei miei autori preferiti. 

Ritengo la sua prosa, benché a volte possa sembrare quasi idiosincratica, una delle più suggestive in assoluto, sempre in bilico tra una scrittura ipnotica e sperimentale. 

Ora ho trovato questi sei consigli letterari in un articolo su Huff Post, alcuni sono gli stessi che potete ricavare leggendo un’intervista che l’autore rilasciò a Jean Stein per Paris Rewiew, intervista tradotta e riportata in coda al romanzo Mentre Morivo, mentre gli altri si trovano su Faulkner in Virginia
Molto utili: 

1. Lo scrittore in sé non ha nessun importanza, è importante l’opera. Se io non fossi esistito , qualcun altro avrebbe scritto al mio posto: Hemingway, Dostoevskij.  La prova di ciò è che ci sono circa tre candidati alla paternità delle opere di Shakespeare. Ma ciò che è importante è che Amleto e Sogno di una notte di mezza estate esistano e che qualcuno le abbia scritte, non chi. 

2. Non c'è niente di sbagliato a chiedere in prestito: lo scrittore, è completamente amorale e non è che responsabile della propria arte. Prende tutto ciò che gli serve, ovunque ha bisogno e lo fa apertamente e onestamente perché si spera che quello che farà sia sufficientemente buono da essere poi a disposizione di chi arriva dopo, come i suoi predecessori hanno fatto per lui 

3. I migliori scrittori sono insaziabili: un novantanove per cento talento... un novantanove per cento disciplina... il novantanove per cento di lavoro. Uno scrittore non deve mai essere soddisfatto di quello che fa. Nulla è mai così buono come avrebbe potuto essere. Abbiate ambizione e mirate sempre più in alto di quanto sapete di poter realizzare. Non accontentatevi di essere migliori dei vostri contemporanei e dei vostri predecessori. Cercate di superare voi stessi. 

4. La storia in sé è più importante dello stile. La storia impone per gran parte il proprio stile tanto che lo scrittore non deve preoccuparsi. Se lo scrittore invece è preoccupato dello stile correrà il rischio di scrivere cose vuote - non necessariamente sciocchezze, magari anche molto belle e molto piacevoli per l'orecchio, ma non ci sarà molto contenuto in esse. 

5. Uno scrittore deve essere un lettore: leggere, leggere, leggere. Leggere di tutto - spazzatura, classici, libri buoni e libri cattivi, e annotare come sono scritti. Proprio come un falegname che lavora come apprendista e studia dal suo maestro. Leggete e assorbite ciò che leggete! Poi potrete scrivere. Se è buono, lo scoprirete. Se non lo è, lo butterete dalla finestra. 

6. Scrivi: ho sentito gente dire : "Beh, se non fossi sposato e non avessi figli, sarei uno scrittore." Ho sentito gente dire: "Se solo potessi smettere di fare questo, vorrei essere uno scrittore.Io non credo al se. Penso che se avete intenzione di scrivere dovete scrivere e basta, nulla vi fermerà.

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