Ecco la lista dei racconti da votare. Sono racconti deliziosi a prima lettura. Votateli e invitate chiunque desiderate a leggerli e a votarli, rispettando, però, queste regole.
C’è tempo sino alla mezzonotte del 31 Dicembre 2012. Mettete soltanto i primi tre che preferite con il vostro nome e nick. Se volete aggiungere qualche commento, ricorrete a questo post.
C’è tempo sino alla mezzonotte del 31 Dicembre 2012. Mettete soltanto i primi tre che preferite con il vostro nome e nick. Se volete aggiungere qualche commento, ricorrete a questo post.
J.R.R. Tolkien di Neri fondi
(T)emevo che sarebbe arrivato, prima o poi, questo (O)rribile momento, ma non avevo idea che sarebbe stato così terribile. (L)a mente è chiusa ad ogni stimolo, come quel giorno in cui, durante un incontro di (K)endo, ricevetti una botta alla testa che mi fece perdere i sensi. È una sensazione (I)mpossibile da dimenticare, ma nonostante tutto durò solo qualche giorno.
Ora invece sono mesi che mi sento (E)sattamente così, vuoto e leggero, senza speranza di risollevarmi, ma stavolta non ho preso (N)essuna botta alla testa. Forse una botta all'anima, chi può dirlo.
Non riesco più ad immaginare nulla, è finito il tempo delle fate e dei folletti, il tempo delle nuvole e delle aurore colorate. La mia penna è ferma quanto la mia mente, e il mio cuore batte ancora solo perché una volontà diversa dalla mia lo governa, altrimenti anche lui si conformerebbe a quella morte apparente. E forse mi darebbe sollievo, perché la renderebbe vera.
Ora invece sono mesi che mi sento (E)sattamente così, vuoto e leggero, senza speranza di risollevarmi, ma stavolta non ho preso (N)essuna botta alla testa. Forse una botta all'anima, chi può dirlo.
Non riesco più ad immaginare nulla, è finito il tempo delle fate e dei folletti, il tempo delle nuvole e delle aurore colorate. La mia penna è ferma quanto la mia mente, e il mio cuore batte ancora solo perché una volontà diversa dalla mia lo governa, altrimenti anche lui si conformerebbe a quella morte apparente. E forse mi darebbe sollievo, perché la renderebbe vera.
Giacomo Leopardi di Jennaro
Un piccolo passero, solo e malinconico, andò a posarsi sopra il tetto di una casa. In quella abitazione ci stava un bimbo che era appena nato. Tanto che strillava che il passero sobbalzò; ansimando, morto di paura, *lasciò la casa *e se ne andò. Mentre vagava per la campagna cinguettando, che fragranza e quanti *odori, che solo a guardarla ti tocca il cuore, vide *prima un uomo e poi una sottana. L'uccellino *aveva sì capito qualche cosa, ma quando gli dissero: Vai altrove! Sfrecciò via lasciando a terra qualche piuma. Più tardi andò a posarsi sul campanile di una Chiesa, sotto c'era tanta gente, *raffinata e ben vestita. Si stavano sposando un Conte ed una Marchesa. Erano tutti felici, lo sposo e pure la sposa. Come mai? Pensò il pennuto: guarda un po' quanta allegria! Stizzito, lasciò la Torre e se ne andò a cercare altra compagnia. Quando fu all'ultim'ora trovò una capanna solitaria, mesta, silenziosa e abbandonata. *Dentro giaceva esanime *il corpo di una vecchietta, vissuta sola e senza aver conosciuto amore. Su questa capanna, acquietato, il passero passò tutta la nottata.
Luigi Pirandello di Ariano Geta
Pittore Intenso, Romanticamente Anarchico, Nicola Dionisi Era Lucido, Lucidissimo. Ormai aveva deciso, senza indugi, di compiere quel gesto che pareva folle e invece era stato coscientemente meditato.
"Sono stanco di vendere quadri solo perché le mogli di pasciuti borghesi invocano la presenza della mia bella faccia nei loro asettici salotti, inseguendo seduzioni di cui vantarsi con le loro simili. Non so cosa farmene di mecenatesse in calore che apprezzano i miei lineamenti e schifano quel che dipingo".
E con un colpo di rasoio netto aveva sfregiato la sua avvenenza. Un taglio obliquo sull'angelico volto colava sangue, appena tamponato da una benda intrisa di rosso. "Adesso scoprirò se qualcuna d’esse realmente ama la mia arte"
"Sono stanco di vendere quadri solo perché le mogli di pasciuti borghesi invocano la presenza della mia bella faccia nei loro asettici salotti, inseguendo seduzioni di cui vantarsi con le loro simili. Non so cosa farmene di mecenatesse in calore che apprezzano i miei lineamenti e schifano quel che dipingo".
E con un colpo di rasoio netto aveva sfregiato la sua avvenenza. Un taglio obliquo sull'angelico volto colava sangue, appena tamponato da una benda intrisa di rosso. "Adesso scoprirò se qualcuna d’esse realmente ama la mia arte"
Francesco Petrarca di Alessandro Forlani
(P)er (E)ttari di (T)erra (R)orida di rugiada, (A)ll’alba, (R)amingo, nei (C)ontadi lo si vide (A)ggirarsi lamentando l’inquieta giovinezza, i patemi di un amore che fu; sorridere e vergognarsi, con il volto fra le mani, dei ridicoli atteggiamenti che tenne in quegli anni. Implorava lo perdonassero.
«Accadde a Lione, e la ragazza morì di parto: consolati», gli amici lo confortavano. Non sapevano serbasse in un cassetto un’ampolla d’acqua dolce, fresca, ed una ciocca dorata.
A sera rientrò, pregò la Vergine e si sedette. Ridusse in frammenti quei volgari ricordi.
Claudio Monteverdi, seduto al davanzale, accordava la viola ai suoi rantoli di vegliardo.
«Accadde a Lione, e la ragazza morì di parto: consolati», gli amici lo confortavano. Non sapevano serbasse in un cassetto un’ampolla d’acqua dolce, fresca, ed una ciocca dorata.
A sera rientrò, pregò la Vergine e si sedette. Ridusse in frammenti quei volgari ricordi.
Claudio Monteverdi, seduto al davanzale, accordava la viola ai suoi rantoli di vegliardo.
Orson Scott Card di Mac
(S)olo, a(c)quattato dietr(o) ad un grosso vaso stava; nel silenzio assoluto, sulla terrazza di un vecchio a(tt)ico abbandonato. Rifletteva, da qualche ora, su com'era la vita, prima, quando la voce, in (c)uffi(a), lo riportò alla realtà: “to(r)re 4 a torre 5, ne viene uno verso (d)i te, m'è uscito dal campo visivo, occhio”. “Ricevuto”, rispose con un filo di voce, rassegnato, quasi annoiato. E così, scarrellò, appoggiò il fucile in spalla, trattenne il respiro, ed appoggiò la fronte sull'ottica. Ecco, su via salaria, su quanto ne rimaneva, tra due cepusgli, una chiara figura umana che si muoveva a sbalzi; calcolò rapidamente la distanza, la leggera brezza da est, e sparò. La figura cadde, ed il rumore risuonò nella piccola conca sottostante. La libera città di Tre Case, ed i suoi centoedue abitanti, sarebbe stata al sicuro, per qualche tempo, almeno... Tornò a pensare al mondo di prima, mentre torre 4, chiedeva via radio com'era andata; non rispose... La sera, la Sora Nina, avrebbe cucinato qualcosa di buono, sicuramente; altre due ore, e poi smontava. Ipotizzò il menù, scarno ma genuino, mentre torre 5, alla radio inveiva e bestemmiava.
A Trilussa di Patrizia Benetti
Romano, ardito, sagace e veritiero. L'ipocrisia tu hai condannato col sorriso e l'ironia. Autentico, mai banale. Di te parlò anche quel grande, umile montanaro che fu Papa Luciani.
Pure lui riuscisti ad incantare, caro Trilussa, portatore sano d'allegria, di scanzonato amore e di bei versi, preziosi e sempre attuali.
Dipingesti ad arte le mille sfumature dell'animo umano, i vizi e le virtù di noi mortali. Scrivesti di stoltezza, invidia, furbizia, gelosia, odio ed amore. Perciò il tuo talento diletterà in eterno, una nutrita schiera di fervidi ammiratori.
Pure lui riuscisti ad incantare, caro Trilussa, portatore sano d'allegria, di scanzonato amore e di bei versi, preziosi e sempre attuali.
Dipingesti ad arte le mille sfumature dell'animo umano, i vizi e le virtù di noi mortali. Scrivesti di stoltezza, invidia, furbizia, gelosia, odio ed amore. Perciò il tuo talento diletterà in eterno, una nutrita schiera di fervidi ammiratori.
Honorè De Balzac di Silvia Lazzarini
Ero una liceale romantica quando mi sono imbattuta nelle "Sollazzevoli Istorie" di Balzac. Il mio metodo per scegliere un libro nella vasta libreria di casa era semplice: sfiorare i libri con le dita, chiudere gli occhi, prendere quello su cui si fermava la mia mano, aprirlo a caso e leggere una frase della pagina aperta. Bastava Almeno una parola, La parola magica, lo Zenzero che Agganciasse come una Calamita la mia curiosità. Fu così che lessi per la prima volta "Le burle di Re Luigi Undecimo". Fui letteralmente trascinata alla cena che il Re aveva dato per i commensali con la complicità della sua amante, tale Belbuco e io con loro rattoppai lo stomaco, festeggiai le trippe, attaccai pasticci, sgranai a quattro palmenti, limai i denti, compulsai i piatti e risi fino alle lacrime, perché io non avevo ingerito il lassativo che il Re aveva messo nelle pietanze e come il capitano scozzese, non mi ero smerdata le “braghe”, credendo di aver fatto un solo peto.
Richard Matheson di Max
*Mi *accorsi che il *tetto sussultava, uno sbuffo di polvere si staccò dalle assi e svolazzò, leggero, per l'aria stantia della cantina.
«*Herman, ne abbiamo un altro di sopra.» sussurrai.
«*E allora?»
«E allora questo tocca a te.»
Un grugnito di frustrazione, poi il ragazzo *si alzò dalla sua tana.
Prese il pezzo di tubo innocente e si avviò per le scalette malferme.
Tolse il paletto della porticina e uscì nel disimpegno.
I passi di Herman risuonarono cupi, mentre si avvicinavano sopra alla mia testa.
*Origliai.
Ecco un ringhio e un'esclamazione di sopresa, poi i passi di due persone, malfermi, che tornavano alla porticina.
Uno scricchilio, ansiti, grugniti, vestiti che si laceravano.
Poi *niente di vivo ruzzolò per le scalette, fino ai miei piedi.
William Gibson di Shineku
Tocco il mio innesto orbitale Wave-Tek. Fischietto nell'aria una dolce canzone, trascino il mio corpo avvolto in un pastrano logoro per le strade di Praga. L'inverno immanente ed il cielo senza sole del nostro secolo sembrano stemperare i colori del mondo, adombrando gli occhi in una visione estemporanea.
Quella canzone, la nostra. Eri bella, calda, (g)ioiosa, (i)nnocente. Poi (b)asta, hai detto, (s)trappando il tessuto della mia realtà come la carta da parati di quel locale anni ’50 sul fiume. Che memorie romantiche. Ricordi i lampioni che immergevano la propria luce nel freddo scorrere della Moldava? No, non lo ricordi: il programma di simulazione neuronale del Wave-Tek era terminato, entrambi ci ritrovammo nella fredda palta di un vicolo cieco, stesi su una composizione di residui (o)rganici cristallizzati e lamiere ammuffite.
Basta dicevi? Ti ho odiato, ti ho odiato forte con una spranga di ferro. (N)on potevi andartene così, dopo tutto quello che avevamo simulato insieme.
Erica Leonard James di Ladyghost
(E)ra stata costretta a leggere le tre sfumature. (R)accapriccianti. Ma lui aveva (I)nsistito. Per metterle in pratica. Da annientare con un (K)alashnikov il suo (A)guzzino. Ma ora basta. (L)a poveretta (E)strasse la pistola, la (O)liò, la (N)ascose sotto il cuscino, (A)scoltando i passi nel corridoio. (R)imase in ascolto, il (D)esiderato/odiato marito rincasò. (J)ack, simile all'odiato Christian Gray, (A)prì la porta, le (M)anette pronte. Ignobile pervertito, pensò lei. (E)splose il colpo. Un tonfo. Poi (S)ilenzio. Era libera.
Carlo Collodi di Giorgia
“Toc, toc”
“Chi ll’è?”
“Un povero ragazzo senza babbo né mamma e che gira il mondo senza un tozzo di pane da mangiare e un tetto dove ripararsi . O che mi farebbe la carità cristiana di un briccico di minestra e di un cantuccio vicino al fuoco in questa nottataccia di temporale?”
“I ragazzi per bene non vanno in giro la notte a disturbare gli scrittori”
“Lasciatemi dire che sono un di quei disgraziati che hanno tutte le sventure solo a nascere …”
“ La, la, la. Quelli come te non sono altro che scansafatiche e birbe matricolate. Che neppur ti figuri la fatica d’inferno che si dura a scrivere per dei ragazzi con la testa di legno e peranco delinquenti “
“ O che vorrebbe farmi credere sor Carlo? Che lei i ragazzi li ha in uggia dal primo all’ultimo? Lei che ha scritto “Minuzzolo” e “Giannettino”?”
“Dai e dai ci siamo arrivati. E’ qui che ti volevo. Di’ la verità che ti manda il tale a cui devo quattrini per tiranneggiarmi e darmi la baia … e se è così sappi che sei cascato male visto che proprio per sua causa sono martoriato dai nervi, costretto a spremermi le cervella per scrivere un’altra di quelle bambinate…”
“Cucù …intanto la c’è cascato ”
“Delinquente!”
“Marameo!”
“Essere malnato! Aborto equivoco!”
“E poi?”
“Pidocchio!”
“Chi ll’è?”
“Un povero ragazzo senza babbo né mamma e che gira il mondo senza un tozzo di pane da mangiare e un tetto dove ripararsi . O che mi farebbe la carità cristiana di un briccico di minestra e di un cantuccio vicino al fuoco in questa nottataccia di temporale?”
“I ragazzi per bene non vanno in giro la notte a disturbare gli scrittori”
“Lasciatemi dire che sono un di quei disgraziati che hanno tutte le sventure solo a nascere …”
“ La, la, la. Quelli come te non sono altro che scansafatiche e birbe matricolate. Che neppur ti figuri la fatica d’inferno che si dura a scrivere per dei ragazzi con la testa di legno e peranco delinquenti “
“ O che vorrebbe farmi credere sor Carlo? Che lei i ragazzi li ha in uggia dal primo all’ultimo? Lei che ha scritto “Minuzzolo” e “Giannettino”?”
“Dai e dai ci siamo arrivati. E’ qui che ti volevo. Di’ la verità che ti manda il tale a cui devo quattrini per tiranneggiarmi e darmi la baia … e se è così sappi che sei cascato male visto che proprio per sua causa sono martoriato dai nervi, costretto a spremermi le cervella per scrivere un’altra di quelle bambinate…”
“Cucù …intanto la c’è cascato ”
“Delinquente!”
“Marameo!”
“Essere malnato! Aborto equivoco!”
“E poi?”
“Pidocchio!”
Gianni Rodari di Romina Tamerici
Risuonano, oscillano, dardi ancora raminghi, implacabili.
Sono le parole che ti ho lanciato contro per farti del male.
Rimangono odori di altri ricordi incancellabili. Sono le parole che non dimenticherai, quelle che ti ho regalato perché ti volevo bene.
Riempiono otri di acqua rigagnoli improvvisati. Sono le parole che si distillano in lacrime di dolore o di gioia.
Rami ombreggiano degli attimi rimasti inascoltati. Sono le parole che ti do perché ti proteggano per sempre.
Rosse orme dipingono ancora rive indimenticabili. Sono le parole che ho lasciato perché tu ritrovassi sempre la strada per tornare.
Rimangono odori di altri ricordi incancellabili. Sono le parole che non dimenticherai, quelle che ti ho regalato perché ti volevo bene.
Riempiono otri di acqua rigagnoli improvvisati. Sono le parole che si distillano in lacrime di dolore o di gioia.
Rami ombreggiano degli attimi rimasti inascoltati. Sono le parole che ti do perché ti proteggano per sempre.
Rosse orme dipingono ancora rive indimenticabili. Sono le parole che ho lasciato perché tu ritrovassi sempre la strada per tornare.
Ken Follett di Ape Regina
"Kiama qnd t va".
Era letteralmente inquietante. Nemmeno Fosse stata una ragazzina che smanettava col cellulare. Ma pure lui, Ora, come parlava? Subito Lascio' che Le proprie dita vagassero sui tasti del telefonino, meditando bene sul significato delle parole che aveva a lungo scelto per concludere quella relazione stagnante, fatta di ripicche E silenzi, di passione Travolgente e di noia, di scenate infantili e di grandi discorsi che non portavano da nessuna parte.
Lesse il messaggio numerose volte, correggendolo in continuazione, poi poso' il dito sul tasto di invio. Come folgorato cancello' Tutto quanto e le spedi', infine, tre semplici, gelide parole "Non mi va"
Lesse il messaggio numerose volte, correggendolo in continuazione, poi poso' il dito sul tasto di invio. Come folgorato cancello' Tutto quanto e le spedi', infine, tre semplici, gelide parole "Non mi va"
1) Luigi Pirandello
RispondiElimina2) Giacomo Leopardi
3) Francesco Petrarca
J.R.R. Tolkien
RispondiEliminaA Trilussa
William Gibson
Orson Scott Card
RispondiEliminaCarlo Collodi
Gianni Rodari
Carlo Collodi
RispondiEliminaJ.R.R. Tolkien
Ken Follett
J.R.R. Tolkien
RispondiEliminaGianni Rodari
Luigi Pirandello
1)Tolkien
RispondiElimina2) Leopardi
3) Pirandello
J.R.R. Tolkien
RispondiEliminaTrilussa
Erica Leonard James
1)Giacomo Leopardi
RispondiElimina2)Orson Scott Card
3)Francesco Petrarca
1)Richard Matheson
RispondiElimina2)francesco petrarca
3)carlo collodi
laura g.
Matheson
RispondiEliminaLeopardi
Gibson
Mac
Tolkien
RispondiEliminaKen Follet
Erica Leonard James
1) William Gibson di Shineku
RispondiElimina2) Richard Matheson di Max
3) Erica Leonard James di Ladyghost
1)Giacomo Leopardi
RispondiElimina2)Luigi Pirandello
3)Gianni Rodari
1. Luigi Pirandello
RispondiElimina2. Erica Leonard James
3. Ken Follet
Tolkien
RispondiEliminaCollodi
Leopardi
Gabriella P.
Tolkien
RispondiEliminaCollodi
Honorè De Balzac
Gibson
EliminaJames
Follett
Tolkien
RispondiEliminaLeopardi
Petrarca
Tolkien
RispondiEliminaPirandello
Collodi
1 Orson Scott
RispondiElimina2 Petrarca
3 Richard Matheson
Tolkien
RispondiEliminaScott Card
Collodi
Tolkien
RispondiEliminaCollodi
Leopardi
Tolkien
RispondiEliminaGianni Rodari
Ken Follett
William Gibson
RispondiEliminaHonorè de Balzac
Ken Follett
William Gibson
RispondiEliminaGiacomo Leopardi
Ken Follet
Vito
RispondiElimina1)William Gibson - Shineku
2)Luigi Pirandello - Ariano Geta
3)Ken Follet - Ape Regina
1) Leopardi
RispondiElimina2) Pirandello
3) Tolkien
1)Erica Leonard James
RispondiElimina2) Francesco Petrarca
3)Gibson
1)Matheson
RispondiElimina2)Pirandello
3)Tolkien