venerdì 23 novembre 2012

Il mio amico Joseph Anton in fuga

Una volta nella vita devo ringraziare un telegiornale della rete nazionale. Già, questa curiosità mi è stata suggerita da un servizio giornalistico presentato ieri nel tg di mezzogiorno su Rai 3

Magari non è neanche una curiosità e ne sono tutti a conoscenza ma io non lo sapevo e vi confesso che mi sembra una chicca mica male da inserire nella mia rubrica.  Dunque riguarda Salman Rushdie. Credo sappiate tutti chi sia! 

Lo scrittore – 65 anni, nato a Bombay, figlio di un uomo d’affari musulmano, trapiantato in Inghilterra (scrive in inglese) - è entrato nella leggenda letteraria con la pubblicazione nel 1988 del libro I versi satanici

Il libro, per chi non lo ricorda, provocò nel febbraio 1989 una fatwa di Khomeini che decretò la condanna a morte del suo autore, reo di bestemmia. Allora un privato cittadino offrì una taglia per la morte dello scrittore, tollerata dal regime khomeinista, tanto che lo scrittore riuscì a salvarsi rifugiandosi nel Regno Unito e vivendo sotto protezione. 

Ora è proprio a questa vita in fuga e al titolo della sua autobiografia Joseph Anton uscita qualche mese fa la chicca letteraria suggerita dai giornalisti Rai. Il nome del titolo deriva dalla combinazione dei nomi dei suoi scrittori preferiti Joseph Conrad e Anton Checov: nome che Salman si è portato addosso per i successivi undici anni da uomo braccato.

14 commenti:

  1. Lettura obbligatoria per chi crede nella Libertà di Espressione, degli Artisti e non solo.

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  2. Avevo sentito la storia, poveraccio. Simbolo vivente dell'intolleranza che c'è ancora in troppa parte del mondo.

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  3. Ero troppo gggiovane, la prima volta che ho tentato di leggere I versetti satanici. Ho chiuso dopo poche pagine. Però ultimamente mi è tornata voglia di leggerlo...
    Della situazione di Rushdie ne parla molto Kureishi in The Black Album, però non sapevo - o ricordavo - che a pronunciarsi contro di lui fosse stato Khomeini ò_ò

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  4. Pare mi debba trovare in contrasto con alcuni commenti, qui, di autorevoli sostenitori di Rushdie, il quale, a pelle, ammetto che non mi è mai stato simpatico, al pari di Saviano. Oggi sembra sia di moda fare della retorica speculando su di una religione o un qualsiasi tipo di comportamento o folklore insito in una parte della popolazione e fare "presa" in altri Paesi in quanto praticanti diversi costumi ed usanze. E' un po' come mettere alla gogna i propri panni, sporchi, o apparenti tali. Insomma, per me: chi veramente ama la sua gente viene riamato, non condannato!!

    :-)

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  5. Diciamo che mi trovo a mezza strada tra Jennaro e gli altri commentatori, indubbiamente Rushdie è uno di quegli scrittori che sa scrivere, indubbiamente ha vissuto coraggiosamente sulla sua pelle una comdanna ingiustace retrograda. Però anche le considerazioni di Jennaro hanno un loro fondamento.
    Insommw, la veritá sta nel mezzo. :)

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    1. Troppo buono, Nick, grazie: avevo paura di essere perseguitato per ciò che ho scritto ... :-)

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    2. Le persecuzioni sul mio blog non esistono

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  6. Anzi scusate voi per gli errori compiuti nel mio commento precedente: maledetti tasti mignon dell' Ipad.Lol

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