venerdì 12 ottobre 2012

Il giorno di Colombo

Oggi è il Columbus Day - giornata che ricorda lo sbarco di Cristoforo Colombo nelle terre d’America - però non si celebra solo negli Stati Uniti o meglio ancora a New York con la famosa parata, ma in molti altri luoghi del mondo. 

Tanto è vero che una festa più o meno simile, con nome diverso naturalmente, esiste in Costa Rica, in Argentina, in Spagna, in Uruguay, e con la Giornata Nazionale di Cristoforo Colombo anche in Italia

Ora, a dire il vero, in America si festeggia il secondo lunedì del mese di ottobre e mica sempre capita di dodici ottobre, ma non chiedetemi il motivo. Non lo so. So solo che se cose fossero andate come racconta la storia che segue, be’… 

Una mattina tre piccole navi gettarono l’ancora nella baia di fronte alla spiaggia. Dopo alcune ore, fecero sbarcare diversi uomini. 
Vestivano abiti sgargianti e indossavano armature che luccicavano al sole. Alcuni di loro portavano delle strane croci e dei vessilli colorati. 
Sembravano senza paura. 
Gli andammo incontro impavidi. 
Il fatto di presentarci nudi e con tutte quelle piume in testa, li illuse e li rese presuntuosi. Uno di loro – il capo, credo – s’inginocchiò, baciò la sabbia della battigia e recitò una nenia in una strana lingua. 
Mio padre, probabilmente, li avrebbe accolti in pace e con accondiscendenza, ma uno degli uomini stranieri, forse per errore, sguainò una spada e dalle palme partì un raggio laser che disintegrò la testa dello sfortunato. 
Fu la scintilla. 
Nel parapiglia che ne scaturì, facemmo una strage e con le nostre armi superiori li uccidemmo tutti in pochi secondi, tranciando teste e membra. Le navi nella baia cercarono allora la fuga scegliendo un varco nella barriera corallina, ma furono affondate dal nostro sommergibile che controllava la costa. 
Quella sera, noi guerrieri, in preda all’estasi del fumo della pipa sacra divorammo cuori, fegati e cervelli dei cadaveri di quegli sventurati per ringraziare il nostro dio della vittoria. 
Il corpo del loro capo lo imbalsamammo ed è lì ancora come totem. 
Tutto qui. 

Dal diario di un indiano Taino: 12 ottobre 1492

Pagina Facebook del Blog

13 commenti:

  1. Chi lo sa, magari in un universo parallelo le cose sono andate proprio così. ;)

    RispondiElimina
  2. Ricordo le parole di un mio ex professore palesemente contro il modello di vita e i valori americani! ''Perchè cari ragazzi, chi ha scoperto l'America, era un pirla!!!''

    RispondiElimina
  3. Mi ricorda un autore SF che ambienta le sue storie in un futuro ucronico dove le due superpotenze mondiali, grazie a scelte più furbe nel nostro passato, sono i Mexica (nome del popolo azteco) e i Cinesi. Del resto, se gli aztechi avessero opposto resistenza ai 500 uomini di Cortés, se non fossero stati divisi in fazioni, se fossero stati un po' meno superstiziosi... chissà.

    RispondiElimina
  4. Almeno il capo non se lo son mangiati, magari gli hanno tolto solo le frattaglie prima di imbalsamarlo ... :;-)

    RispondiElimina
  5. Me lo ricordo, lo avevi postato una volta.

    RispondiElimina

Questo blog ha i commenti in moderazione.

Info sulla Privacy