Negli anni novanta - nei primi anni novanta, mi recavo spesso in una libreria gestita da un signore in carrozzella che ti faceva passare dei bei momenti discutendo di libri e quant’altro.
Fu a lui che feci leggere i primi racconti che ho scritto e fu lui a consigliarmi qualche anno dopo di provare a leggere Bruce Chatwin.
Un pomeriggio che mi trovavo nella sua libreria mi raccontò la storia di questo sfortunato autore che abbandonò il lavoro da Sotheby’s quando gli fu consigliato di smettere di osservare i quadri così da vicino e di rivolgere piuttosto lo sguardo verso l'orizzonte: fu così che per recuperare la vista se ne andò in Patagonia e scrisse il suo libro e fu così che io acquistai In Patagonia.
È il primo libro che ho letto dello scrittore viaggiatore britannico, un libro che mi piacque parecchio, non lo nego anche perché a quel libro è legato un episodio molto strano: un fatto che mi è accaduto nel 1994.
Eravamo d’estate e un giorno andai a fare un giro in montagna in alta quota. Non c’era nessuno sui sentieri e a un tratto scorsi un’aquila volteggiare sopra la mia testa. Nulla di particolare se non fosse che dopo un poco l’aquila inizio ad abbassarsi come se volesse interessarsi del sottoscritto. Non mi spaventai in modo preoccupante però convenni che fosse meglio tornare in paese.
Be’ la sera stessa leggendo In Patagonia lessi un brano più o meno simile. La sola differenza era dovuta al fatto che Chatwin se la dovette sbrigare con un avvoltoio invece che con un’aquila.
In Patagonia, tuttavia, non è la sola opera che apprezzo. Provate a leggere Che ci faccio qui, anche se il top e il meglio per il sottoscritto rimane La via dei canti, per lo stile di scrittura e anche per il tipo di storia raccontata. Non saprei.
Certo Chatwin fa parte di quella categoria di scrittori che non hanno una via di mezzo, o si ama o si odia. Ma vorrei sentire anche voi a tal proposito.
Mai letto a dire il vero, ma l'ultimo che hai linkato, sono andato a controllare u.u, sembra proprio che faccia per me :D
RispondiEliminasplendido libro per conto mio:-)
EliminaLetto Ritorno in Patagonia che ritengo sia un piccolo capolavoro di sensibilità creativa nell'arte dello scrivere e nella capacità di trasmettere emozioni,di indurre a riflettere ciascuno sul proprio viaggio,quello soprattutto interiore attraverso immagini,situazioni
RispondiEliminaparole che Chatwin così sapientemente proietta sul lettore,mai lasciato solo a viverle.
È vero o si odia o si ama, io lo amo!! Buona serata Ferruccio!
RispondiEliminaAnch'io sono un suo fan
EliminaGrazie Anna