Se avete difficoltà a commentare potete inviare tutto quello che serve per il concorso al seguente indirizzo email:
ferrugianola@hotmail.com
altrimenti,con un semplice commento a questo post sarà possibile, sino alla mezzanotte di domenica 4 marzo 2012, inserire il vostro racconto partecipante al concorso letterario Dedica un racconto al tuo autore preferito due. Le regole per poter partecipare le trovate scritte nel bando.
Vi prego di inserire il vostro racconto rispettando le modalità che seguono, lo stesso vale naturalmente anche per chi invia per Email:
Titolo del racconto (nome e cognome autore scelto).
Racconto
Nome cognome dell’autore (voi in questo caso) con l’aggiunta, se lo desiderate del vostro nick e di un link di collegamento al vostro sito.
Non si può scrivere un racconto con lo stesso autore. Il primo che posta annulla i successivi.
Usate questo post soltanto per i racconti, per ulteriori chiarimenti sul concorso potete ricorrere con commenti nel post relativo al bando.
In aggiunta al post verranno inseriti i nominativi dei partecipanti man mano che commentano o inviano per posta.
Che la festa abbia inizio.
1 - Luigi Pirandello di Romina Tamerici
1 - Luigi Pirandello di Romina Tamerici
2 - Dante Alighieri di Donata Ginevra
3 - Giovanni Verga di Melinda
4 - Edward Bunker di Claudia Garage
5 - Neil Gaiman di Domenico Attianese
6 - Tommaso Landolfi di Alessandro Forlani
7 - Totò di Gennaro Langella
8 - Milan Kundera di Ariano Geta
9 - Bram Stoker di Arcamallon
10 - Ugo Foscolo di Mathias Ricci
11 - Italo Calvino di Gian DeSteja
12 - Charles Dickens di Marco Bango Siena
13 - Stephen King di Francesca di Gregorio
14 - Gianni Biondillo di Tea Provini
15 - Virginia Woolf di Lucrezia Polito
16 - Isaac Asimov di Temistocle Gravina
17 - AA.VV di Frank Spada
18 - Anne Rice di Nicola Parisi
19 - Julio Cortazàr di Antonio Anastasia
20 - Jorge Luis Borges di Flavio D'ippolito
21- Lois Lovry di Paolo Ungheri
22 - Raymond Carver di Furio Ombri
23 - Stefano Benni di Rossana Rotolo
24 - Joseph Conrad di Chiara Prezzavento
25 - Ken Follett di Massimo Bencivenga
26 - Philip K. Dick di Matteo Sorrenti
27 - Paulo Coelho di Carlo Scaini
28 - Charles Bukowski di Emanuele Secco
29 - Ernest Hemingway di Michela Zangarelli
30 - Alexandre Dumas di Davide Guerrieri
31 - Fritz Leiber di Salomon Xeno
3 - Giovanni Verga di Melinda
4 - Edward Bunker di Claudia Garage
5 - Neil Gaiman di Domenico Attianese
6 - Tommaso Landolfi di Alessandro Forlani
7 - Totò di Gennaro Langella
8 - Milan Kundera di Ariano Geta
9 - Bram Stoker di Arcamallon
10 - Ugo Foscolo di Mathias Ricci
11 - Italo Calvino di Gian DeSteja
12 - Charles Dickens di Marco Bango Siena
13 - Stephen King di Francesca di Gregorio
14 - Gianni Biondillo di Tea Provini
15 - Virginia Woolf di Lucrezia Polito
16 - Isaac Asimov di Temistocle Gravina
17 - AA.VV di Frank Spada
18 - Anne Rice di Nicola Parisi
19 - Julio Cortazàr di Antonio Anastasia
20 - Jorge Luis Borges di Flavio D'ippolito
21- Lois Lovry di Paolo Ungheri
22 - Raymond Carver di Furio Ombri
23 - Stefano Benni di Rossana Rotolo
24 - Joseph Conrad di Chiara Prezzavento
25 - Ken Follett di Massimo Bencivenga
26 - Philip K. Dick di Matteo Sorrenti
27 - Paulo Coelho di Carlo Scaini
28 - Charles Bukowski di Emanuele Secco
29 - Ernest Hemingway di Michela Zangarelli
30 - Alexandre Dumas di Davide Guerrieri
31 - Fritz Leiber di Salomon Xeno
Luigi Pirandello
RispondiEliminaPioveva.
Il ragazzo aspettava.
Non doveva essere lì. Lui osservava, però, quella porta ancora chiusa.
Eppure sapeva come sarebbe finita. Lui avrebbe atteso. Lei, però, sarebbe uscita da scuola e, come sempre, l’avrebbe ignorato, passandogli a meno di un metro, ma con la testa distante, persa tra un SMS, le cuffie con la musica, …
Poi, la porta si aprì, lei uscì, tenendo stretto l’ombrello e, quel giorno per la prima volta, notò il ragazzo madido di pioggia. Un breve istante.
Pioveva.
Il ragazzo amava.
Naturalmente doveva essere lì. Lì, ove quel giorno poté finalmente elemosinare un sorriso.
Romina Tamerici (http://tamerici-romina.blogspot.com)
Ma sono una SFIGATA! Anche a me era PIRANDELLO :(
EliminaMa va Melinda non è vero, però in questo post dovremo lasciare lo spazio ai commenti con i racconti... ma tu puoi fare quello che vuoi :-*)
EliminaDante Alighieri
RispondiEliminaSe mai potessi incontrarti un giorno, che mai potrei dirti? Dovrei solo ammirarti, notare la tua immensa grandezza, espressa asttraverso la lingua inusitata, quel volgare così graffiante che hai avuto l’ardire d’usare nella tua immensa opera. Dovrei ammirare la tua forza e il tuo coraggio, espresso evadendo dai canoni trecenteschi, ripudiando lo stile aulico che allora si doveva usare. Tu, controcorrente, ardimentoso, prendesti un’altra strada, impervia ma unica. Immenso Poeta.
LadyGhost (pensierospensierato.blogspot.com
Giovanni Verga
RispondiEliminaMary era entrata in cucina per prendere il solito bicchiere d’acqua per la notte. Mentre apriva il rubinetto, sentì dei forti brividi alla schiena. La luce andò via. Si respirava un odore strano e Mary non osava muoversi. Raccolse tutto il coraggio e guardò alle sue spalle. Sbarrò gli occhi. La cucina, illuminata solo dalla luce dei lampioni esterni, nascondeva tra le sue ombre una presenza inquietante: un essere con due occhi rossi, luminosi, si faceva sempre più vicino. Mary poteva sentire il suo respiro addosso, era su di lei ormai e le affondò una lama nell’addome. Poi suonò la sveglia.
Melinda dreamingonmyown.blogspot.com
RispondiEliminaEDWARD BUNKER
Il barista stava sdraiato dietro al bancone, tra le schegge del vetro che proteggeva la foto della Fiorentina, foto che fino a due minuti prima stava orgogliosamente alle sue spalle, incorniciata dalle bottiglie di amari; teneva schiacciata contro il pavimento la cuoca, che aveva il grembiule sporco di sangue, e cominciava a rantolare penosamente e a roteare gli occhi. Il barista pensava che avrebbe dovuto tenere anche le pallottole come gli aveva detto quello stronzo di suo cognato, invece di tenere sotto al Bancone soltanto una pistola scarica per spaventare qualche ubriaco molesto il sabato sera.
Il vecchio Cosimo era seduto al suo solito posto, di fronte al televisore, con due giornali ed un bicchiere di spuma sul tavolino rotondo di fronte a lui, pietrificato dal terrore come un statua di sale in quell'abituale attimo di indecisione tra la Gazzetta e l'Unità.
I due rapinatori in passamontagna Neri avevano ormai finito di urlare come scimmie e scaricare raffiche di pallottole all'interno del bar, e stavano finendo di raccogliere il magro bottino. Il barista stava cominciando a tirare un sospiro di sollievo. Dovevano essere due sfigati se si accontentavano di rapinare un circolo Arci di paese frequentato da vecchietti e operai, e pazzi furiosi se lo facevano con un Kalashnikov e i passamontagna neri, neanche dovessero rapinare la banca nazionale. Forse avevano sbagliato indirizzo, chissà, ed Erano finiti a Rapinare il suo circolo credendo di rapinare il Gambero Rosso. O forse il circolo nascondeva un incredibile tesoro segreto e lui non lo sapeva neanche, come al solito.
I due stavano giusto voltandosi per uscire finalmente dalla porta quando alle loro spalle sentirono un rumore improvviso e sinistro, e il rapinatore alto e magro ruotò di scatto sparando un ultimo colpo indirizzato alla fonte del rumore. Era il vecchio Cosimo, che non ce l'aveva fatta a trattenere un colpo di tosse con strascicamento di catarro. Gliel'aveva sempre detto la buon'anima di sua moglie, che quelle cazzo di Nazionali l'avrebbero spedito nella tomba.
Claudia garage http://cellulosaecelluloide.blogspot.com
Claudia, grazie, ma il racconto non deve superare i 600 caratteri, non ti arrabbiare ma non posso ammetterlo, mi spiace:-(
Eliminachiedo umilmente perdono per non aver capito una mazza ed aver scritto meno di 600 parole invece che caratteri :-D ecco la versione brevissima!
Eliminauhauahauahuahauaha uha, sempre la solita cazzona!
EliminaTi aspetto Valentina:-)
Elimina
RispondiEliminaIl Barista dietro al bancone tra le schegge della foto della Fiorentina avrebbe dovuto dare retta a quello stronzo del cognato e tenere la pistola carica.
Il vecchio cosimo era pietrificato dal terrore in quel suo solito attimo di indecisione tra Gazzetta e Unità.
I rapinatori in passamontagna Neri non sparavano più nel bar e raccoglievano il bottino. Erano sfigati per accontentarsi di rapinare un circolo Arci di paese, e pazzi per farlo coi Kalashnikov.
E mentre uscivano un Rumore fece girare di scatto uno dei due che sparò. Era Cosimo, che non aveva trattenuto un colpo di tosse con catarro.
Claudia garage http://cellulosaecelluloide.blogspot.com
Neil Gaiman
RispondiElimina(G)ray era (A)ppena rientrato (I)n casa. (M)ise le due prede sul tavolo e (A)ppoggiò il fucile al muro.
(N)on era affatto sorpreso della tenacia delle sue due vittime, sapeva che quelli di montagna erano i più pericolosi.
Si andò a guardare allo specchio, aveva il polso della giacca strappato e un graffio sul muso, da cui scorreva un rivolo di sangue che gli macchiò il pelo grigio.
Si sedette a tavola e guardò le sue due prede. Glabre, minute, bianche, senza artigli.
Prese quella più giovane e la addentò.
Sapeva che gli esseri umani non erano un alimento sano per un orso, ma ne andava matto.
Attianese Domenico http://helldoom92.blogspot.com/
Ps: Non sono riuscito a mettere l'html, quindi le iniziali sono tra parentesi. Spero vada bene lo stesso.
TOMMASO LANDOLFI
RispondiElimina(L)enta (A) (N)otare (D)ettagli (O)sé, (L)aura (F)aceva (I)n fretta i bagagli: fuggiva la casa, la stanza, l'alcova e il cadavere del mascalzone che l'aveva cornificata.
Sgozzato con le forbici.
Lo aveva trovato nell'amplesso con l'altra: che azzittita, insanguinata e inerme se ne restava fra le lenzuola gualcite.
Laura, già miope, cieca d'ira aveva dato di matto: «Dio mio, cos'ho fatto?»; malediva la puttana, «Tu me l'hai rubato, e taci! Te ne stai lì così!»
Ma gettava le forbici, s'affrettava con le valigie: scappare bisognava! Chiuse l'uscio, precipitava le scale.
Lasciava lì sul letto la bambola gonfiabile.
Alessandro Forlani (grandeavvilente.blogspot.com)
P.S. non so come mettere in neretto le iniziali dell'autore, quindi le metto fra parentesi. E' ovvio che le suddette parentesi non vanno contate nel numero di caratteri, sbaglio? (il racconto è di 599 caratteri + parentesi)
Eccomi. Voto per Romina Tamerici. Grazie
RispondiEliminaaspetta è ancora presto, bisogna aspetta dopo il quettro marzo
Eliminascusate...quindi scheda nulla...ora mi appello al TAR!!!
EliminaE magari il voto doveva pure essere segreto?!?!?
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaTotò
EliminaUno sposo tormentato dalla gelosia mostra alla sua metà, giovane oltre che ingenua, una tela ad olio che ritrae un uomo con due corna sulla testa nell'atto d'ammazzar la moglie. Ecco cosa accade ad una donna si fa toccare da un uomo che non è suo marito. Lei gli scruta la fronte e dice: però a te non son cresciute quando il dottore mi ha toccata per vedere se ero incinta. Questo non basta!
La ragazza ha voglia di veder nascere quei bei strumenti al marito. Si reca dal dottore e chiede a questi spiegazioni. Il medico non se lo fa ripetere due volte e le indica come fare.
Tornato il marito dal lavoro lei gli va incontro. Rammaricata nel vedere il capo dello sposo senza ornamenti, esclama: Non ci si può fidare di nessuno!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMilan Kundera
RispondiEliminaKlara Udiva Numerose Dicerie sul conto di Emil, ma lo Rendevano Ancora più amabile.
Perché per lei un seduttore incallito era il prestigiatore capace di incantare, colui che porta magia nella vita di una donna. Ogni giorno sarebbe stata corteggiata. Anche tradita, ovvio, ma se lo avesse voluto tutto per se avrebbe peccato di egoismo.
Fino a quel maledetto martedì.
“Ti sei decisa a lasciarlo” esultava sua madre.
“Colpa sua” spiegò Klara. “Ha detto che per me sarebbe cambiato, sarei stata la sua unica donna. Mi sono vista fra dieci anni, una moglie impolverata accanto a un manichino sulla poltrona”.
Ariano Geta
http://arianogeta.blogspot.com
Bram Stoker
RispondiEliminaSteve aveva toppato l’organizzazione della serata, Kathrine ne faceva l’ennesima sciarada dalla pessima regia.
<< Stronzo, ci perderemo New Moon per colpa tua!!! >>
Giunsero tardi alla prima, trovarono tutto esaurito. Partirono alla ricerca di un altro cinema, scoprirono che lo proiettavano anche al Demeter.
Giunti al piccolo cinema, un anziano custode li accolse: baciò la mano alla ragazza, fece un amabile sorriso a lui. Parlò con accento straniero.
<< Benvenuti in mio cinema. Vi siete entrati liberamente e di vostra volontà.>>
Mentre entravano, l’anziano sorrise con zanne da predatore.
Alberto Acunzo (http://ilrescarlatto.blogspot.com/)
Ugo Foscolo
RispondiEliminaUn Giorno Oscuro, Fremente Osservavo Sepolcri. Cercavo, Ostinato, Latenti Oblii. I suoi occhi, gli unici a darmi pace,vagavano leggeri su di me. Le sue labbra dischiuse sorridevano. Il fantasma apparve, materia e incanto. Lei amorevole sorrise. Il fantasma scomparve. LadyGhost non teme i fantasmi. Sono i fantasmi a temerla.
Mathias Ricci http://mathiasricci.blogspot.com/
scusa Ferru, ma...sono rimasta no interdetta, di più...sacripante... O_O
Elimina(Mi riferisco, ovviamente a quanto scritto dal pazzoidescatenato qui sopra...)
*O*
EliminaTroppo modesta la Lady, non è abituata che le si dedichino post...diventa tutta rossa! Pensa che qua da Boston io SO che è arrossita, e mugugna che me la farà pagare cara. XD
EliminaEcco il mio omaggio al mio scrittore preferito (spero non si rivolti nella tomba).
RispondiEliminaITALO CALVINO
Marcovaldo per l'occasione prese il primo giorno di ferie della sua vita. La neve era caduta copiosa e aveva ammantato tutto in una coltre di delicato candore. Seduto su una panchina a bordo di una grande strada normalmente trafficata, si mise ad ammirare il goffo spettacolo dei suoi concittadini alle prese con la propria impotenza, di fronte alla grandezza della natura. Mentre la neve continuava a scendere, Marcovaldo rimboccò la morbida coperta di fiocchi gelati e si addormentò felice come un infante. Lo ritrovarono parecchi giorni dopo, con un ampio sorriso congelato sul volto.
Charles Dickens
RispondiEliminaDormire tutto il giorno, ecco cosa facevo. In quei giorni sembrava fosse la mia unica attività possibile. Che lo volessi o no, crollavo ovunque, risvegliandomi di soprassalto e ricadendoci dopo pochi attimi. Kate, la mia vicina premurosa, bussava ogni volta che rientrava a casa, temendo che prima o poi non mi sarei più svegliato. E vi assicuro, che insisteva finché non le andavo ad aprire e la rassicuravo, dicendole che tutto era a posto. Non andavo neppure più al lavoro, nonostante mi chiamassero e promettessi di ripresentarmi al più presto. Sonno: l'unica cosa che provavo di fronte al mondo.
Scusa, ma non so evidenziare le parole, nonostante fossero in neretto nell'originale...
EliminaA posto, sei in regola
EliminaStephen King
RispondiEliminaMi sveglio sudata e stravolta, il libro che stavo leggendo è caduto a faccia in su sul pavimento. Duma Key. Fermo accanto a me, osservo lui che, inerme, dorme come un angioletto.
Non ho più sonno. In cucina, il computer acceso attira la mia attenzione.
Sullo sfondo, un groviglio confuso di parole, come quello che alcuni blog impongono di decifrare per poter commentare. “Show me that you’re human”…
Osservandolo bene, mi accorgo che è un messaggio per me. Scorre velocemente, ma vi leggo distintamente il mio nome. Lì, sullo schermo, nero su bianco.
E poi, due parole compaiono sullo schermo.
Scappa. Subito.
D'un tratto, un rumore attira la mia attenzione.
Si è svegliato.
Francesca Di Gregorio
(paroleperaria.blogspot.com)
p.s. ho evidenziato le lettere con il tag , ma non mi sembra che si vedano benissimo...
Gianni Biondillo
RispondiElimina(G)emevo (I)nvano, (A)gonizzante (N)ella (N)ebbia (I)nvernale.
(B)ramavo (I)ncessantemente (O)ssigeno, (N)el (D)ilaniarmi (I)ncontravo (L)a (L)etale (O)mbra
Tea Provini
VIRGINIA WOOLF
RispondiElimina“(V)eramente preferirei che non (i)ngigantissi..:”
“(R)esta fermo dove sei”
“(G)ira, dai, accosta, (i)o…
“(N)on farmi girare i coglioni (I)an, (a)bbiamo chiuso”
“(W)yna…(o)ra sei arrabbiata”
“(O)ra (l)ascia questa macchina, (f)ottuto stronzo, o dimmi chi è sta cazzo di Linda”
“Ma…”
“Vuoi che ti scaraventi fuori?”
“E’ la segretaria della ditta dove ho fatto il consulente un anno fa”.
“Linda la racchia?”
“S…si”
“Scendi” disse inchiodando. Lui scese, orecchie basse e volto stralunato.
Lei ripartì sgommando, direzione Linda.
“Buongiorno, in cosa posso esserle utile?”
“Buongiorno Linda”. Suoni umani si confondevano con il sibilo mazza di legno e del cranio fratturato. Ne usciva di sangue, ma non tanto quanto desiderava.
Peccato.
Lucrezia Polito – Lady Simmons
http://simmonscottage.blogspot.com/
ISAAC ASIMOV
RispondiElimina(A)lberi, (s)ono solo alberi, (i)mprecava (M)ike (o)gni (v)olta che si girava indietro, per farsi coraggio. Ma rumori e fruscii non smettevano in quel bosco che pareva senza uscita. E ora era certo che qualcuno si stava avvicinando. Poi sorrise, quando vide che era Frida, la sua Frida. Le tese la mano e scacciò dalla mente i timori e le paure. Però che strana quella mano così fredda…
Temistocle Gravina (http://ilgaragedidemetrio.blogspot.com/)
AA.VV.
RispondiEliminaL’inizio non può essere che impersonale e di routine, con i sobbalzi (a)llentati dai dissuasori trasversali e un taxi che si ferma (a) lato di un coperto; mentre in uno scalo scatenato come fosse un boogie woogie senza sosta, tra gli arrivi e le partenze che incorniciano l’immagine di un Mondrian, qualcuno attende l’arrivo del pilota.
Se poi i protagonisti questa volta brinderanno con una Clover dietro l’altra a bordo di una Olds sintonizzata a radio accesa su Jazz-it o innalzeranno il Gran pavese in memoria di un’epoca alle spalle con una (v)edovella fresca di giornata… (v)edetevela Voi.
Julio Cortazàr
RispondiEliminaSogno d'essere anni addietro, sull'Ile de la (C)ité, e ti (o)sservo, ti rincorro, finalmente posso parlarti. L'argentino e l'italiano, la puntina su un vinile ed il (r)ito del caffé, le donne in seta e lino.
Scorre la Senna, "monsieur, deux baguettes".
Poi su al primo piano, a parlare della vita; odore di (t)abacco,(a)rsura di caña,"una (z)olletta nel mate per me".
Tenue luce di candela: sto vivendo in un Rembrandt.
Ma ecco NO!, mi sto svegliando...
(A)troce inganno,
vile sogno!
Mio scrittore, mio labirinto,
in te mi ci ero perso, smarrito per una notte, senza (r)otta, col destino.
Antonio Anastasia
JORGE LUIS BORGES
RispondiEliminaE se, al baluginare delle prime luci dell’alba, sbandando tra gli olmi e i labirintici intrecci dei giardinetti sotto casa, ci si ritrovasse a scorgere lo scrittore mattutino che redige appunti sparsi con foga selvaggia e divina, si riuscirebbe nella prodigiosa certezza che, poco più in là o definitivamente altrove in questo grigio mattino, un’inconcepibile medesima volontà, anch’ella scomposta nell’ansia della creazione, stia buttando giù una storia che è la nostra storia.
Quel dì m’adoperai con diligenza affinché non vi fosse nessuna resistenza alla vertigine che puntualmente mi colse.
Flavio D’ippolito
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RispondiEliminaLois Lowry
RispondiEliminaÈ la (l)egge sacra. Non puoi curarla, (o) incapperai nelle ire della Dea.
Lo avevano ripetuto, talmente tante volte che (W)endy aveva quasi iniziato a crederci, ma col (r)isveglio, quel mattino, la verità le era apparsa. Non poteva abbandonare (Y)ara, l’unica famiglia che le era rimasta.
Così partì, a dispetto di tutti i pareri, delle profezie di sventura e dei moniti lanciati dalle Anziane.
“Porterai la sventura con te!”
“Vattene e non tornare!”
“La Dea ti punirà!”
Ma Wendy, stringendo la radice di doralia nella mano, sapeva che quel piccolo rametto avrebbe cambiato il suo mondo e quello degli altri.
Per sempre…
Non sono riuscito ad evidenziare le lettere, perciò ho usate le parentesi... :P
Narratore
Raymond Carver
RispondiEliminaC’era quest’americana, oggi una ragazza, una vecchia di trent’anni ai nostri occhi di allora, era la madre di Leo, un nostro compagno di scuola.
Leo era bilingue, dicevano le nostre mamme, ma poi stava sempre zitto. Ne sapesse pure tre di lingue, manco una ne parlava.
Sua madre ci terrorizzava: era quasi senza naso. Non si poteva guardare e nemmeno riuscivamo a guardare da un’altra parte.
Date retta a me, se vorrete essere ricordati per ciò che fate in vita, un naso dovreste avercelo. Se girate senza un naso, potete essere pure madre Teresa di Calcutta, sempre quella senza naso sarete per tutti.
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Furio Ombri
La Linea d'Hombre
Stefano Benni
RispondiEliminaLa Signorina Nina, tutta rughe e ricordi, una sera Trovò un Elefante Fucsia dentro l’Armadio. Il pachiderma era alto quanto un Nano da giardino, sulla capoccia portava un cilindro, all’occhio destro un monocolo, e nel panciotto un Orologio d’oro.
Ella non ebbe dubbio alcuno, quello doveva essere lo spirito del Barone di Saltafosso, antico amore Epistolare, tornato per tenerle un poco di compagnia. La signorina Nina lo fece accomodare sul sofà, gli offrì delle Noccioline, e versò un bel bicchierone di Cognac anche a lui. Cin cin fece il cristallo: “A voi, mia adorata”, barrì Il Barone.
Rossana Rotolo
Philip K. Dick
RispondiEliminaIl 14 di Maggio, in tarda mattinata, Fat raggiunse la completa e definitiva pazzia. Imputare il fatto alla sua improvvisa, perfetta consapevolezza metafisica che, celato all’interno della confezione di Korn Flakers appena svuotata, vi fosse niente meno che l’Onnipotente, o piuttosto alla chiacchierata che poi ebbe con Cristo suo figlio (che per amor di cronaca era alla guida del bus numero 23) mi pare fin troppo oltre le mie possibilità. Ma rievoco con lucida ammirazione la pulizia con cui egli si discostò dalla vita. E Le farfalle, che nel giorno della sua scomparsa, affollarono il paese.
Matteo Sorrenti
CHARLES BUKOWSKI
RispondiEliminaEntrai nella stanza sbattendo la porta. Senza nemmeno pensarci buttai sul letto l’ultimo pagamento ricevuto. Una bella somma. Tante volte avevo pensato di cambiare lavoro, ma così facendo mi sarei certamente tagliato le palle nell’ultimo karakiri della mia vita. Diciamolo: ero solo un po’ stanco degli occhi spaventati dei miei clienti, ma per quelli esisteva il whisky.
Controllai l’agenda e trasalii: avrei dovuto partire subito per l’appuntamento Kurosawa. Non esitai. Partii e basta, senza riposare. Quando ricapita che pochi innocenti proiettili valgano la speranza di una vita migliore?
Emanuele Secco http://emanuele-secco.blogspot.com/
Fritz Leiber
RispondiEliminaSaettò fuori all'improvviso, con un balzo dall'ombra dove era appostata. Adesso la preda si trovava fra le sue grinfie.
Lei era irrimediabilmente bella e rotonda, come una palla avvoltolata in una pelliccia, e graziosa a tal punto da dimenticare i suoi istinti predatori. Ma quando attaccava, era inesorabile. E letale.
«Mollala, Tigre! Via di lì!»
Lei alzò lo sguardo, artigliando il trofeo. Mi fissava da due terribili fessure. Cominciò a fare le fusa.
Con un sospiro, mi arresi e l'accarezzai sulla testa.
Tigre si adagiò comodamente sulla pantofola, eliminandomi dal suo mondo felino.
Hanno esplorato mondi immensi, navigato galassie; “Wolf and Yao - Sky Scouts”. Spalla a spalla in ogni pericolo.
RispondiEliminaOra Yao scivola a sedere con l’eRaser ancora in mano. «Vai, forza. Li fermo io». È sempre più pallido. Cerca di sorridergli; Wolf si sforza di ricambiare, poi si chiude il portello alle spalle.
Mentre decolla pensa che hanno avuto entrambi quello che volevano: quel pomposo imbecille di Yao una morte da samurai, lui una brillante svolta di carriera. Pregusta un bell’ufficio, una poltrona, nuovi biglietti da visita: «Wolf – Problem solving», cominciando dai propri. Gli scappa da ridere.
Ho dimenticato il titolo... Scusa Ferruccio!
EliminaErnest Hemingway
A posto Michela:-)
EliminaPiccolo errore: Bukowski si scrive con 'i' finale.
RispondiEliminaCiao caro!
E.
corretto, grazie Emanuele
EliminaDi nulla.
EliminaE.
Giusto un parere sul sistema di voto:
RispondiEliminaSi sarebbe potuto far votare primo, secondo e terzo posto a ciascun votante, assegnando rispettivamente tre punti, due o uno ai racconti scelti. In tal modo sarebbe diminuita drasticamente la possibilità di fastidiosi pareggi.
Saluti :)
Matteo non è sbagliato il tuo ragionamento. Nella prima edizione avevo seguito questo criterio. Ora considerando però che ci sono 31 racconti mi sembrava più semplice dare una mano ai partecipanti invitandoli a sceglierne soltanto uno... parere
Eliminacasomai faremo un ballottaggio, vedrai che ce la caveremo
grazie
:-)