Con il passare del tempo, con l’esperienza e con l’esercizio la mia facilità di scrittura migliora. Forse dovrebbe essere naturale, ma io me ne sono reso conto soltanto in questi ultimi due anni. Se una volta potevo bloccarmi dopo due pagine e restare lì a osservare il foglio bianco per ore senza riuscire a proseguire con una semplice parola, adesso posso scrivere quasi sino allo sfinimento e riempire cartelle come si raccolgono ceste di uva durante la vendemmia.
Ciò non sta a indicare che anche la qualità della narrativa sia aumentata, ovvio. Non sta a me giudicarlo. Però anche da questo punto di vista ho notato un certo miglioramento, poiché adesso evito errori che una volta erano all’ordine del giorno.
Quali?
Be’ innanzitutto mi sono accorto di aver fatto sparire, quasi del tutto, dalla mia prosa le parole che finiscono in …mente (se non in qualche caso particolare: in un racconto per esempio ne ho otto di fila). Altro piccolo particolare: ho maggior cura nell’inserire parole di origine dialettale nei dialoghi o nelle storie dove uso la prima persona. Ma soprattutto credo di essere quasi riuscito a liberarmi di quei maledetti punti esclamativi nei dialoghi.
Suppongo che siano presenti molte altre lacune nella mia narrativa, tuttavia questi difettucci letterari sono in fase di superamento.
E voi avete qualche difettuccio letterario che vi assilla durante il vostro lavoro e che malgrado tutto non riuscite a superare?
Quello degli avverbi in mente è un problema che continua a perseguitarmi... Così come quello di ricorrere ad alcune espressioni "fatte" e che magari si può trovare il modo di evitare facilmente (ecco vedi, un altro avverbio in mente!)
RispondiEliminaCiao,
Gianluca
Ehiii bellissima l'header!! :D Quanta eleganza!
RispondiEliminaIntanto grazie per la cosa dei punti esclamativi nei dialoghi. Degli avverbi lo sapevo e facevo attenzione, ai punti esclamativi non avevo ancora pensato, ma è vero :) Buono a sapersi, quando haio qualche altra chicca da distribuire è belvenuta :)
Difetto: io non scrivo.
Quando decido che devo scrivere mi metto lì, magari stacco il wifi per non avere distrazioni, sto con le mani sulla tastiera, fisso la pagina e non succede niente. Capace che sto così anche un'ora, poi mollo perché il tempo è troppo poco per passarlo a non fare niente.
Certo, quando scriverò inizierò ad avere due milioni di difetti da correggere, ma meglio un cattivo lavoro che nessun lavoro.
Sapere che tu hai avuto un miglioramento sotto questo punto di vista è quantomai incoraggiante :)
@Gianluca: terribili LOL
RispondiElimina@ Michela, scrivere e leggere, leggere e scrivere, sempre. E si impara. Io la penso così.
Il trionfo della volontà e dell'esercizio sull'abitudine - soprattutto le brutte abitudini - bravo Ferruccio! :D
RispondiEliminaIo coi 'mente sto molto più attento di prima, a volte però è difficile toglierli senza cambiare senso o tono alla frase. Coi punti esclamativi e i puntini di sospensione (maledetti) è guerra, ormai mi do fastidio da solo quando indulgo nell'uso e abuso di queste sostanze grammaticali illecite (me lo concedo bloggando, ma anche lì cerco di contenere la fame chimica).
Il problema che mi secca adesso è l'allaccio al periodo successivo. Mi scappa un trionfo di "poi", "allora", "così", ecc. che si ripetono in modo fastidioso. Quando me ne accorgo torno sui miei passi e cerco di fluidificare il discorso passando da A a B inventandomi qualcosa in mezzo. Per esempio quando mi scappa: "Lui le sparò. Allora arrivò lo sceriffo", correggo in : "Lui le sparò nell'istante in cui apparve lo sceriffo" (anche perché "sparò" e "arrivò" fanno una rima involontaria che non si può sentire, e pure quelle ti fottono), così il discorso corre e non inciampa.
La vera fatica è stare all'occhio, ricordarsi le cose e notarle quando ti rileggi per la centesima volta, quando ormai tutto è talmente familiare che voli sui tetti delle T invece di camminare tra le righe di testo. Ci vuole esercizio, e bisogna leggere con attenzione per imparare i trucchi da quelli bravi. Ho fatto caso che non leggo più come una volta, adesso penso a come è stata formulata una frase e a come l'avrei scritta io domamdandomi quale sia la versione più efficace.
Sono cose brutte, malattie professionali (be', se lo facessi di mestiere) e non c'è cura. LOL
uno dei difetti maggiori che so di avere è che scrivo troppo. A volte anche due, tre cartelle senza fermarmi. Il che va bene se devo scrivere un romanzo, ma è una sciagura quando ho un articolo di max 2000 battute e ne ho composto uno da 5000...dilemma maggiore: dove e cosa tagliare?
RispondiEliminaIo i punti esclamativi li ho sempre odiati xD da questo punto partivo avvantaggiato :D
RispondiEliminaGli avverbi-mente li uso ancora, ma non ne faccio un dramma ^^ Nel senso che non li uso in maniera ossessiva come all'inizio, ma nemmeno ho intenzione di eliminarli del tutto. Dove servono mi piace usarli :)
Per il resto... non riesco a vedere "quali" miglioramenti ho fatto xD L'unica cosa che riesco a determinare è che sono migliorato un casino dall'inizio (o meglio, mi accorgo di quanto scrivessi male allora XD)
Errori di battitura.
RispondiEliminaChe non è un difetto "letterario" - è semplicemente che ho imparato a scrivere su una macchina per scrivere meccanica, e le tastiere che circolano oggidì non mi danno più la risposta alla quale mi sono abituato all'epoca dell'imprinting.
Ne consegue una battuta diseguale.
(notare che le righe qui sopra, scritte di getto, non contengono errori - un vero miracolo!)
Anch'io penso che scrovere e leggere, leggere e scrivere sia la ricetta giusta. Io cerco sempre di rubare il mestiere all'autore che sto leggendo, anche se poi i risultati sono quelli che sono...
RispondiEliminaTemistocle
Io non penso di fare grossi errori. Più che altro alle volte i miei testi erano un po' "lenti", ma non capivo perché.
RispondiEliminaSimone
Vogliamo parlare anche della d eufonica?!
RispondiEliminaE.
@ giuda: già anche con i puntini di sospensione spesso abuso
RispondiElimina@ liber@discrivere: non è un difetto scrivere troppo :-)
@ Maurizio: piano piano si migliora:-)
@ Davide: nei refusi è meglio che non parli LOL
RispondiElimina@ Tim: la pensiamo allo stesso modo:-)
@ Simone: ora lo hai capito il motivo della "lentezza"?
RispondiElimina@ Emanuele: già Emanuele ne vogliamo parlare?
I punti esclamativi vanno infatti inseriti quando occorre.
RispondiEliminaAnche a me è capitato di migliorare nella scrittura, nel senso della forma ovvio, per la qualità è ancora prematuro dirlo.
Mi è più facile scrivere un racconto di prima, grazie all'allenamento continuo (USAM, GP, ecc.), i dialoghi mi sembrano migliori, perché cerco di immaginarmeli nella mente per renderli reali.
Ferruccio: secondo me un racconto è scritto male se fa descrizioni inutili, se le immagini trasmesse non sono chiare, se i personaggi non sono ben definiti, se le parole usate sono banali e se è pieno di frasi fatte.
RispondiEliminaPenso che queste cose contribuiscano a "rallentare" la lettura, o a renderla tediosa. Credo comunque che intanto le parole in -ente ci stiano e non siano errori, e che le "regole" di scrittura siano ampliamente sopravvalutate. Quello che dovrebbe contare è l'autore (il suo vissuto e la sua cultura) ma qui ormai fuori da raccolte di centinaia di sconosciuti non si pubblica più nulla e l'autore non esiste.
Simone
Io abuso delle parentesi.
RispondiEliminaInizio una frase e poi ci attacco attorno roba che manco un albero di Natale, usando le parentesi come gancetti... e poi, più in generale, i periodi. Troppo lunghi. A rileggermi, resto senza fiato, e non perché scrivo come Joyce.
@ Daniele, sono delle ottime palestre i concorsi di cui parli:-)
RispondiElimina@ Simone: chiaro, ti sei spiegato benissimo, grazie:-)
@ Luca: può darsi, ma i tuoi post, anche quando non si tratta di immagini o provocazioni, sono sempre godibili:-)
RispondiEliminaho una mia idea anarchica circa la punteggiatura. Virgole, sopratutto ^_^
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