mercoledì 16 febbraio 2011

Far udire, far sentire, far vedere

La massima formulata nel titolo appartiene a Joseph Conrad e forse ha in parte ispirato l’esperienza giornalistica di   Ernest Hemingway che lo aveva condotto a narrare, ricreandolo, solo quello che aveva visto di persona. 

Tuttavia, i suoi affezionati fan, sanno che sono state il gruppo di norme letterarie  del “Kansas City Star a forgiarne maggiormente lo stile.

Sono, infatti, le centodieci norme che guidavano la prosa del quotidiano, dove Hemingway lavorò un anno, ad aver inculcato nell’autore  quella sua esattezza descrittiva che ne ha fatto un marchio personale.

Regole che l’autore mai dimenticò e alcune di esse rimasero fondamentali durante tutta la sua carriera letteraria. Forse, ora, non tutte sono degne di nota, ma quelle che seguono, evidenziate pure nella biografia sull'autore realizzata da Fernanda Pivano, sono alla base del suo stile letterario. Sono poche, ma buone.

1 – Usa frasi brevi, paragrafi brevi e un linguaggio energico, ma sii positivo e non negativo.

2 – Non usare vecchi slang. Gli slang per essere divertenti devono essere freschi.

3 -  Eliminare ogni parola superflua.

4 – Evitare l’uso di aggettivi stravaganti ed esagerati: splendido, grandioso, magnifico.

5 – La pura scrittura oggettiva è l’unica vera forma di narrazione.

12 commenti:

  1. Le prime 4 regole valgono anche bek copywriting.

    Non ho ben chiaro che intende con "sii positivo e non negativo" e nemmeno la 5°.

    Comunque vedo di rimediare tutte quelle regole :)

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  2. Daniele: penso di averle capit ma non sono in grado di spiegarlo:-9

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  3. Forse il n. 5 significa che bisogna essere oggettivi in ciò che si scrive, cioé cercare di essere il più possibile distaccati dal fatto narrato, far parlare la realtà così com'è e non come la vedo (anche se mi sembra impossibile, visto che descrivo quello che 'io' vedo). Questo può collegarsi ai n. 3 e 4: eliminando parole superflue ed aggettivi stravaganti, si evitano anche indirettamente commenti molto personali.
    Temistocle

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  4. @ Tim: anche io la vedo in questo modo tale norma, l'hai spiegata benissimo, grazie, mi hai solelvato da un peso.

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  5. Sembrano le norme che ripeteva sempre Montanelli :-) Nulla da dire, una buona scrittura è sempre una buona scrittura.

    E.

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  6. @ Emanuele: eh sì mostri sacri della cultura:-)

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  7. A me sembrano semplicemente regole di buon senso. Le condivido tutte.
    Quasi di buona educazione.
    Da seguire sia nella scrittura di un libro che nel raccontare oralmente qualcosa.
    Scrittura oggettiva, credo, nel senso di dire cose il più possibile vere e comprensibili dalla maggior parte delle persone.
    Ciao.

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  8. @ Gianni, grazie, anche il tuo commento è pieno di buon senso:-)

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  9. Sul punto 1 sono d'accordo parzialmente....Cioè..posso usare frasi brevi,chiare,lineari ed efficaci. Sarò positivo se devo esserlo, ma negativo se devo fare capire un concetto con un controesempio ( capito? )
    Punto 2: pienamente d'accordo. Slang datati annoiano
    Punto 3: Le parole superflue appesantiscono lo scritto rendendo il discorso più complicato
    Punto 4: Utilizzare aggettivi stravaganti non va bene, altrimenti si potrebbe finire troppo " sul personale" ( d'accordo con TIM )
    Punto 5: La scrittura oggettiva è quella che dovrebbero adottare anche i giornalisti. Documentare la realtà così com'è..senza influenzare un fatto, un discorso o un evento con il proprio parere. Così diventerebbe soggettivo, di parte e si creerebbero diverbi.

    Però posso dire che i tuoi post rispecchiano tutte 5 le regole. Yeah! ;-)
    Giacomo

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  10. Buone regole.
    Quando togli tutto ciò che è falso, ciò che rimane è una buona storia.

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