“Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto”.
Se, come immagino, siete appassionati di un certo genere di fantascienza, avrete sicuramente riconosciuto, nella frase tra virgolette, l’incipit di Neuromante, una tra le opere di William Gibson. Un romanzo pubblicato nel 1984 che ha imposto al mondo, grazie anche al supporto di un’elaborazione teorica sviluppata da Bruce Sterling, il genere cyberpunk.
Un libro sensazionale per i tempi, capace di vincere per la prima volta tutti i principali premi nordamericani di genere. Insomma una nuova strada della fantascienza dove non è affatto difficile, in un’opera costruita secondo i canoni tradizioni di un noir, incontrare termini diventati poi di uso comune nel gergo informatico.
Ora, sembrerà strano, ma pare che l’inventore di questo assurdo mondo futuristico legato indissolubilmente al computer, in realtà di informatica non ne masticasse tanta. Infatti, si dice, che soltanto quando è diventato famoso l’autore abbia imparato a usare un computer, navigare in Internet e a destreggiarsi con le nuove tecnologie.
Non so se sia vero. Mi sembra molto difficile da accettare. Molto difficile. Tuttavia, trovo, in questa curiosità, una strana assonanza con i deliziosi post proposti in questi ultimi giorni sul blog di Davide Mana.
Non so se sia vero. Mi sembra molto difficile da accettare. Molto difficile. Tuttavia, trovo, in questa curiosità, una strana assonanza con i deliziosi post proposti in questi ultimi giorni sul blog di Davide Mana.
Ed ecco un nuovo libro da leggere :)
RispondiEliminaDaniele: ti è nuovo Neuromante?
RispondiEliminaCi sono anche delle ottime raccolte di racconti di Sterling :-)
Io sono uno di quelli che ha un rapporto col computer ... equidistante, nel senso che è meglio che ognuno se ne stia dalla sua parte e non rompa. Quando c'è qualcosa che non riesco a fare, o mi ritrovo in qualche situazione strana, chiudo e riaccendo, nella speranza che tutto torni come prima. Se si aggiunge poi il fatto che non capisco niente di inglese, la frittata è completata. Ho il terrore che ogni tanto mi compaia qualche scritta strana e per di più in lingua anglosassone, sarebbe la fine.
RispondiEliminaPer quanto riguarda Neuromante, è un libro che ho sempre avuto la tentazione di prendere (al mercatino, s'intende), perché è relaticamente facile trovarlo per qualche euro, ma ho sempre rinunciato perché le poche cose di cyber lette non mi hanno per niente entusiasmato.
Temistocle
@Tim: a parte i primi anni con cui ho avuto a che farci, ora sono più rilassato, ma non passa giorno senza che qualche bit mi faccia incavolare:-)
RispondiEliminaSì, Neuromante mi è nuovo e anche Sterling :P
RispondiEliminaIo ho letto praticamente solo Asimov, oltre a Herbert, Hubbard e pochi altri.
Di Gibson ho letto solo Luce virtuale e Monna Lisa ciberpunk - che mi sono anche piaciuti - ma Neuromante (anche se credo di averlo in casa) ancora no, perciò questo post può essere un buon promemoria. :)
RispondiElimina@ Daniele, Neuromante lo possedevo doppio, ma l'ho regalato con un concorso relativo agli incipit.
RispondiElimina@ Giuda: a parte qualche frase ad effetto (incipit) trovo Gibson un po' ostico. preferisco i racconti di Sterlin contenuti in:
"Cronacha del basso futuro" o un "Futuro all'antica"
Gibson non posedeva un computer, e scrisse Neuromante su una macchina da scrivere meccanica, questo egli stesso ha dichiarato.
RispondiEliminaGibson fu estremamente abile nel cogliere lo spirito dei tempi, e condensarlo in un libro che (a mio modesto parere) è invecchiato malissimo.
Molto meglio La Notte che Bruciammo Chrome.
Ma lì, è questione di gusti.
E grazie per il link!
@ Davide, grazie a te per l'integrazione:-)
RispondiEliminaNeuromante, uno dei libri più fichi che ho mai letto! :D
RispondiEliminaChe meraviglia...
In effetti suona quasi impossibile che conoscesse l'informatica più per sentito dire che per esperienza diretta... che dire, si vede che è proprio un grande.
Io non ho letto nulla di William Gibson ne di Sterling e ogni volta che leggo i tuoi post ed i commenti mi sento sempre più ignorante ... bene! :-) Per me è uno stimolo a leggere di più! Da quando ho conosciuto il tuo blog mi è venuta una gran voglia di leggere ancora, come facevo anni fa (quando avevo più tempo) per puro diletto. Ultimamente invece leggevo solo libri "utili" ma l'altro giorno, dopo aver letto i 9 capitoli del tuo romanzo, sono andata a spulciare nella libreria di famiglia. Ho trovato un romanzo comprato il 27/03/07 e mai letto .. da buona maniaca :-) scrivo data e nome nei miei libri. L'ho subito cominciato. Si tratta di "Viaggiatore del tempo" di Ray Bradbury di cui avevo letto nello stesso periodo "Faranheit 451", bellissimo il libro ed anche il film di Truffaut! Viaggiatore del tempo è composto da racconti brevi e prende il titolo dalla prima storia, quella che finora mi è piaciuta di più. Grazie a te Ferruccio e ai tuoi commentatori per avermi stimolata! Continuate a farmi sentire ignorante per favore, mi fa un gran bene!!! :-)
RispondiElimina@ michela: bene i guisti di dipanano:-)
RispondiElimina@Eva: tra "ignoranti" ci si intende:-)
A mio avviso Neuromante è un capolavoro assoluto e, paradossalmente, il romanzo è più attuale (e comprensibile) oggi rispetto a quando fu inizialmente pubblicato, a testimonianza della potenza evocativa di Gibson.
RispondiEliminaPer quanti si accingessero a leggerlo per la prima volta, consiglio vivamente le ultime edizioni (stampate, diciamo, dal 2000 in poi) per una questione di qualità della traduzione (fondamentale per capire e gustarsi a meglio Neuromante).
In merito all'ignoranza di Gibson in fatto di computer, vi riporto uno stralcio di una sua vecchia intervista sull'argomento (rilasciata dopo aver scritto il romanzo).
Sto cercando delle immagini che possano fornire una certa atmosfera. Mi sembra che al giorno d'oggi la scienza e la tecnologia siano fonti utili per questo genere di cose. Diciamo che mi interessa di più il linguaggio dei computer che non gli aspetti tecnici, la maniera in cui realmente operano. Fondamentalmente nei miei libri i computer sono semplicemente una metafora della memoria umana. Mi interessano i come e i perché della memoria, i modi in cui essa definisce chi e che cosa siamo, e come essa possa essere facilmente soggetta a revisione. Quando stavo scrivendo Neuromante è stato meraviglioso riuscire a collegare molti di questi interessi alla metafora computer, ma lì la memoria del computer è molto più simile alla memoria umana di quanto non sia in realtà. Quando ho scritto Neuromante non sapevo che i computer avessero i disc-drive. Fino allo scorso Natale non avevo mai avuto un computer, non potevo permettermelo. Se la gente cominciava a parlarne mi veniva sonno. Poi mi sono comprato un Apple II a una svendita, l'ho portato a casa, l'ho messo su e ogni volta che il disc-drive entrava in funzione cominciava a fare un rumore orribile, come di un tostapane che scoreggia. Quando ho chiamato il negozio e ho chiesto cosa era che faceva quel rumore mi hanno risposto: "Oh, è solo il meccanismo del drive, quell'affarino dentro che gira". Io mi ero aspettato una cosa esotica e cristallina, una tastiera per ciberspazio o roba del genere; e invece dentro c'era questo pezzettino di motore, quasi vittoriano, come in un vecchio giradischi (che oltretutto scricchiolava!). Quel rumore ha tolto un po' di fascino, ha reso tutto un po' meno sexy. Solo la mia ignoranza l'aveva reso romantico.
@ Phant: splendido! Apprezzo moltissimo l'intervento e ti ringrazio per il prezioso stralcio d'intervista:-)
RispondiElimina