sabato 6 novembre 2010

Racconti, romanzi e un bel quadro d’autore.

Confesso di essere cresciuto  mantenendo una certa freddezza nei confronti della letteratura italiana. Colpa dell’educazione scolastica ricevuta che mi ha fatto odiare, Manzoni, Foscolo, Dante e  un considerevole gruppo di altri poeti e scrittori. 

Naturalmente negli anni ho rivalutato tutto l’insieme: non posso essere uno scrittore, dicevo a me stesso, senza conoscere e apprezzare la letteratura che mi ha insegnato a leggere e scrivere. 

Certo, ultimamente, non leggo quasi altro e l’esterofilia l’ho posta in secondo piano. Alcuni lavori di Valerio Evangelisti mi hanno letteralmente entusiasmato ed inoltre ho scoperto una miriade di emergenti nostrani che vale la pena affrontare.

Ci sono però autori che pur appartenendo a una certa cultura scolastica ho apprezzato anche in tempi lontani. Calvino per esempio, un pochino Gadda, ma soprattutto Buzzati.

Buzzati l’ho sempre ammirato. Ho adorato da giovincello il “Deserto dei Tartari” e continuo ad essere  affascinato dai suoi racconti: la sua antologia la tengo, infatti, sempre a portata di mano, e mi diverte sempre leggere qualche sua pagina. Che poi siano Facoceri, Messaggeri, borghesi stregati o altro non ha importanza.

Di Buzzati tuttavia mi piacciono anche alcuni aspetti privati della sua vita. Come la passione che lo scrittore e giornalista aveva per la pittura. Certo, forse dipende dal fatto che di questo particolare, ogni tanto, me ne parlava mio padre (pittore anche lui). Non lo so. Però a volte mi chiedo che cosa lui adorava maggiormente e trovava più utile al suo spirito.

Insomma la pittura era soltanto un hobby o era qualcosa di più?
A me piace pensare che fosse  un diversivo a cui l’autore ricorreva nei momenti in cui avvertiva magari qualche “blocco da pagina bianca”.

Io per esempio, quando proprio la scrittura non funziona e qualche volta succede,  mi rilasso suonando il sassofono soprano  o leggendo i fumetti di Tex Willer. Non so. Probabilmente sono soltanto delle semplici supposizioni.  

Però vi chiedo, anche voi avete degli hobby o dei diversivi a cui appoggiarvi nei momenti in cui all’orizzonte compare qualche piccola crisi a livello creativo?

5 commenti:

  1. Io per creare ho bisogno dell'ispirazione, ma per ispirazione intendo principalmente la voglia.

    Parecchi scrittore, comunque, erano artisti in altri campi, pittura specialmente. Vedi Leonardo Da Vinci, per esempio.

    Comunque io disegno vignette, da sempre. E oltre a tentare di creare storie, mi piace scrivere articoli.

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  2. @ Daniele: voglia e volontà.
    A Leonardo non avevo pensato
    Le tue storie e i tuoi articoli non mi sembrano tanto tentativi (perdonami il gioco di parole) c'è dietro passione e si coglie.
    :-)

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  3. Sì, giusto, voglia e volontà: ossia sacrificio.

    A Leonardo aggiungo anche Michelangelo :)

    Sì, la passione c'è, e grazie per il complimento, ma mi risulta più facile scrivere un articolo che un racconto :)

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  4. e noi che non siamo artisti...dove non c'è già a prescindere creatività, come superare una momentanea situazione di crisi? me lo chiedo spesso e non trovo la mia risposta. Forse leggendo un libro, ma a volte fa veramnte schifo. E allora non saprei proprio

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  5. @ Tigre: nel commentare un blog c'è dell'arte, immagino che a volte non te la senti e cosa fai allora... magari vai a correre o chissà :D

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