Ken Follett ha pubblicato ventisei libri, vendendone centoventi milioni di copie nel mondo, tredici delle quali in Italia. Forse, già questo dettaglio potrebbe essere una curiosità non da poco.
Tuttavia potremmo aggiungere che prima di arrivare al successo con il romanzo “La cruna dell’ago”, lo scrittore si è allenato al grande balzo scrivendo romanzi, nei fine settimana e alla sera, con l’utilizzo di vari pseudonimi: Simon Myles, Bernard L. Ross, Zachary Stone e Martin Martinsen.
Altre curiosità potrebbero essere quelle che per qualche anno ha lavorato come giornalista dell’Evening News e che adora Shakespeare, tanto che è possibile incontrarlo alle rappresentazioni tenute dalla Royal Shakespeare Company di Londra. Scriviamo inoltre che adora la musica e che suona il basso in una band dal nome “Damn Right I Got the Blues”.
Tuttavia potremmo aggiungere che prima di arrivare al successo con il romanzo “La cruna dell’ago”, lo scrittore si è allenato al grande balzo scrivendo romanzi, nei fine settimana e alla sera, con l’utilizzo di vari pseudonimi: Simon Myles, Bernard L. Ross, Zachary Stone e Martin Martinsen.
Altre curiosità potrebbero essere quelle che per qualche anno ha lavorato come giornalista dell’Evening News e che adora Shakespeare, tanto che è possibile incontrarlo alle rappresentazioni tenute dalla Royal Shakespeare Company di Londra. Scriviamo inoltre che adora la musica e che suona il basso in una band dal nome “Damn Right I Got the Blues”.
Potremmo segnalare che ha abitato nel Surrey, ma anche in Costa Azzurra e che adesso privilegia Londra e lo Hertfordshire,
In più mettiamo che si è sposato diverse volte e che al momento vive con Barbara Broer, deputato del Parlamento nelle file dei laburisti.
Insomma uno scrittore al top delle vendite e pieno di particolari curiosi, dotato tuttavia di una notevole modestia. Ai tempi del successo de “La cruna dell’ago” affermò di essere piuttosto rozzo e grezzo nello stile della sua narrativa troppo giornalistica e che doveva migliorare parecchio.
Comunque, la sicurezza in sé non ha mai latitato perché già allora aveva l’ambizioso progetto di pubblicare un best seller all’anno.
Che dite c’è riuscito o è sopravvalutato? E il suo stile lo trovate giornalistico? Comunque, la sicurezza in sé non ha mai latitato perché già allora aveva l’ambizioso progetto di pubblicare un best seller all’anno.
Per me è bravo a momenti. I suoi romanzi di spionaggio sono nella media, paragonabili ai libri Clusser, Clancy e quant'altro. Le sue saghe famigliari, come I pilastri della terra, sono eccezionali!
RispondiElimina@ Glauco, ho letto "La cruna dell'ago" e qualche altro spystory, carini nulla da dire, ma non ho svolto un'accurata analisi critica.
RispondiEliminaPer il resto sono piuttosto ignorante e mi fido dei vostri commenti:-)
Premetto che non ho ancora letto nulla di lui. Tempo fa lessi qualche passo de I pilastri della Terra di mia sorella e la scrittura mi aveva preso, tanto che quando è uscito Mondo senza fine li ho ordinati entrambi. Ieri ho ordinato anche La caduta degli eroi. Insomma io come vedi vado un po' a intuito, ma finora ho sbagliato pochissime volte :)
RispondiElimina@ Daniele: dovrò chiarirmi le ideee in merito a questo scrittore, lo conosco poco:-)
RispondiEliminaRagazzo mio, sfondi una porta aperta!
RispondiEliminaDi suo ho letto tutto (credo) quello che è stato pubblicato in Italia fino a Il volo del calabrone, che ho trovato troppo simile a quello appena precedente, Le gazze ladre, due storie di resistenza durante la Seconda guerra mondiale, una in Danimarca (il Volo) e l’altra in Francia (le Gazze) e con una struttura – se ricordo bene – troppo simile, particolare che – di quando in quando – lo rende un tantino ripetitivo (anche altri suoi romanzi di spionaggio mi hanno dato quell’impressione).
Non gli posso comunque negare – come potrei? – lo stile fluido e in grado di catturare l’attenzione del lettore, che poi è il motivo per cui ho letto tutto il resto. L’ultimo su cui ho affondato gli occhi è stato Nel bianco, che però ho lasciato lì neanche a metà per passare ad altro (diversamente dal suo solito, non è riuscito a catturarmi), mentre I pilastri della terra e Una fortuna pericolosa (concordo con Gloutchov, le saghe famigliari sono il meglio della sua produzione) li ho adorati. Non ho ancora letto Mondo senza fine, ma prima vorrei rileggermi I pilastri, quindi dovrò trovare il tempo – molto tempo – per farlo per bene.
Non so dirti se sia sopravvalutato o sottovalutato, io l’ho sempre considerato un abile narratore in grado di tenermi incollato alle pagine e divertirmi, ma non uno di quegli autori che mi hanno cambiato la vita o insegnato qualcosa di particolare sullo scrivere e/o il pensare. Sicuramente è un autore da best seller, ma non basta per farne un mio idolo o un maestro. Per dire, anche la Meyer (perdonami Ken!) è da best seller, ma da lei non imparerei neppure ad attraversare la strada... però a Follett devo dire che invidio la capacità di costruire una trama complessa ma sensata, di sfornare un libro dietro l’altro e restare appassionato a quello che fa. Quindi diciamo che lo stimo, ecco.
@ Giuda: Dio mio, a un commento del genere dovrei dedicare un post intero (a breve, comunque, ho intenzione di realizzare qualcosa riferito a commentatori dei miei post). I suggerimenti che dai li trovo molto preziosi.
RispondiEliminaA questo punto risulta lampante che devo recuparare al più presto le saghe. Poi per quanto riugarda l'imparare o meno qualcosa riguardo alla vita ed alla scrittura, be'...
Mi piace molto la frase che da qualcuno non ti faresti neppure guidare nell'attraversare la strada, ma sapere che Follett ha la stima di un lettore scrittore critico e abile non può che veicolare le mie scelte nella maniera migliore:-)
grazie:-)
Sto leggendo "La caduta dei giganti" ed è bellissimo.
RispondiElimina@ Alex: grazie mille, altro contributo prezioso... sono sempre più propenso a considerarlo uno scrittore per niente sopravvalutato.:-)
RispondiEliminaCiao Ferru ^_^ sono egeria da oknotizie (terry)vedendo il tuo voto, sono entrata sul tuo profilo così ho visto il blog e ... ho dato una sbirciatina. Che dire, la curiosità è femmina? ^_^
RispondiEliminaA casa della mia famiglia ci sono sempre stati tanti libri di ken follet ma forse non ne ho letto però è capitato anche a me di immedesimarmi così tanto nei personaggi dei libri da sentirmi nel romanzo. Ciao, a presto ^_^
@ Egerria (Terry): grazie mille per il commento e per la visita. Hai fatto benissimo a dare una sbirciata.
RispondiEliminaA presto pure a te:-)
di Follett ne ho letti parecchi, e trovo che i peggiori siano i romanzi ambientati ai giorni nostri (con una sola eccezione: Nel bianco), mentre dà il meglio di sè con i romanzi storici e le sue saghe. Tra i miei preferiti elencherei "Le gazze ladre", "Una fortuna pericolosa" e "La cruna dell'ago", impressionante e monumentale (ma un po' troppo soap-opera) la saga medievale "I pilastri della terra"+"Mondo senza fine".
RispondiElimina@ Andrea: mi sembra che concordate tutti, almeno chi ha letto Follett, sulle saghe. Ci aggiorneromo tra qualche mese:-)
RispondiEliminagrazie anche a te:-)
Confesso che non ho mai letto nulla di lui. Ho una predisposizione negativa per gli autori di best-sellers, ma mi guardo bene dall'esprimere giudizi senza aver letto almeno un suo libro.
RispondiElimina@Ariano: io non sono più preparato di te:-)
RispondiEliminaHo letto poco di lui però possiedo uno dei suoi primi libri, Il pianeta dei bruchi! :)
RispondiElimina@ Matteo, uno di quelli scritti con lo pseudonimo, è la prima volta che lo sento nominare questo titolo:-)
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