domenica 20 giugno 2010

Il miglior lavoro per uno scrittore

William Faulkner è senza dubbio uno dei miei autori preferiti. Il suo modo di scrivere pomposo, ossessivo, super aggettivato è lontano mille miglia dalla mia idea su come fare narrativa, ma nello stesso tempo possiede un fascino ed è talmente accattivante e ipnotico che appena mi sono trovato a prendere in mano uno dei suoi romanzi ci sono rimasto appiccicato sino alla fine come una goccia di attack

Uno scrittore dotato di uno stile davvero originale, ma anche un uomo singolare. Una persona che fu ossessionata per tutta la vita dalla sua Yoknapatawpha romanzesca, ma anche un soggetto pieno di problemi legati al lavoro. Certo, perché per Faulkner era un dramma che al mondo ci fosse così tanto lavoro. Non accettava il fatto di dover essere occupato otto ore di seguito, visto che non aveva bisogno di molto denaro, se non il necessario per comprare la carta per scrivere, un po’ di cibo, del tabacco, del whisky (possibilmente Bourbon).

E forse è per questi motivi che la sua biografia è piena di occupazioni particolari: imbianchino, operaio in fabbrica, battelliere e pilota d’aereo. Tuttavia, pare che, il miglior lavoro per uno scrittore che gli sia mai stato offerto, fu quello di tenutario di una casa di tolleranza. Era l’ambiente perfetto per lui. Aveva un tetto sopra la testa e null’altro da fare se non tenere una contabilità ordinaria e andare una volta al mese a passare una bustarella alla polizia locale. Aveva la mattina libera per scrivere e la sera, se aveva voglia di distrarsi, poteva mischiarsi con gli altri visitatori. La casa era abitata solo da donne che lo chiamavano signore e in più aveva pace, solitudine e piacere a un prezzo ragionevole. 

Insomma l’ambiente ideale per uno scrittore e immagino che non sarebbe dispiaciuto neppure a molti di noi fare lo stesso.

3 commenti:

  1. Orca, bisognerebbe prima annullare la legge Merlin. :)

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  2. Infatti Munzic, è in peccato che siano state chiuse, io da Poliziotto potrei offrirmi volontario a ricevere il buon William... :-)

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