domenica 30 maggio 2010
La sola cosa che mi piace de “Il codice da Vinci”
La diatriba se sia meglio il film o sia meglio il libro dal quale il film è tratto, più o meno, la sento nelle orecchie da quando sono nato.
Basta trovare qualche amico al bar per un bicchiere o uscire a cena con una compagnia pseudo brillante e dire di aver visto il “blablabla” al cinema per essere sicuri di sentire la voce di qualcuno che di rimando sostiene: “Sì però il libro è meglio”. Immagino sia successo pure a voi e se non è successo state certi che succederà. Credo sia dovuto all’esigenza di argomentare su qualcosa.
Adesso, questo fatto mi ha dato lo spunto per partire con dei nuovi post riguardanti i romanzi sui quali è stato progettato un film. D’altra parte i libri-film che possono essere presi in considerazione sono parecchi: alcuni dei veri e propri capolavori (capolavori che tratterò più avanti).
Come partenza, però, ho scelto di trattare “Il codice da Vinci”. Trattare? Trattare per modo di dire visto che il libro di Dan Brown non è mi piaciuto affatto. E mica per invidia o perché me la tiro. No! Purtroppo non ho trovato nulla in quel romanzo. L’ho letto per motivi tecnici e perché c’era gente che continuava a tormentarmi con il fatto che uno come me non poteva snobbarlo, ma non mi ha trasmesso nessuna sensazione positiva. Sarà che è costruito sulla falsariga degli altri romanzi di Dan Brown. Sarà che il tema della religione romanzato e non vissuto lo trovo adatto solo a fini scandalistici.
Ma è un libro che mi ha fatto quasi vomitare. Pieno d’azione e niente altro. Pieno di eventi. Per rendere l'idea è come se domani andando in garage a prendere l'auto per recarsi al lavoro, un tizio trovasse l'auto sgonfia e una volta sistemata la gomma scoprisse che la batteria è scarica e una volta caricata si ritrovasse senza benzina e come se non bastasse i bus di linea sono in sciopero ed è prevista una tempesta di neve tremenda e potremmo andare avanti, ma alla fine per chiudere la faccenda faremmo arrivare gli alieni e questi con la loro astronave porterebbero il tizio al lavoro e la giustizia trionferebbe e così capite che un libro del genere farebbe ridere anche il mio gatto.
Insomma un romanzo adatto a costruirci sopra un fumetto più che stare al primo posto nella lista dei Best Seller. Naturalmente dal film ho ricevuto la stessa sensazione (a parte la presenza scenica e la telegenia dell'attore che interpreta Silas l'albino). Dunque se assegno zero al libro, assegno lo stesso voto anche al film.
E allora, direte voi, perché ce ne parli? Ve ne parlo perché il sottoscritto qualcosa di positivo ha trovato pure in quel progetto.
Certo: il Main Theme della colonna sonora. Pensate che stia dicendo delle baggianate? Ascoltatela e poi decidete. Se non vi piace, avete tutto lo spazio per maledirmi e insultarmi sotto il post, ma per me è la sola cosa che mi piace de "Il codice da Vinci".
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A me che studio storia, il libro ha fatto spanciare dalle risate per le immense stupidate storiche presenti.
RispondiEliminaIl film però, l'ho preso per quello che era: un blockbuster. E non m'è dispiaciuto più di tanto. E in effetti l'OST non è niente male!
Pienamente d'accordo. Colonna sonora degna d'un altro film :)
RispondiEliminaIo non ho finito neanche di leggerlo...credevo fossi l'unica a non averlo apprezzato :-)
RispondiEliminaUna cosa non mi piace di questa tua recensione, l'aver detto che è un romanzo piu' adatto a farci un fumetto che a stare nei primi posti della libreria...
RispondiEliminaI fumetti sono roba seria :)
Certo ci sono fumetti belli e fumetti meno belli.
Però diamine non mi paragonare il codice da vinci ad un fumetto. è un romanzo popolare, se l'avete letto cercando verità nascoste, certamente ne siete rimasti delusi, è un romanzo pieno di eventi che poi alla fine non riescono nemmeno a portare sul posto di lavoro il malcapitato pendolare :)
ahahhahah, mamma mia scusami Walter, in quel momento dovevo pensare a certe parodie che compaiono su Topolino.
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